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Le opposizioni: “Emiliano ‘Con’ tutti, ma mai con i pugliesi”

La prima nota di critiche al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, per la costituzione dell’associazione che alle prossime elezioni regionali dovrebbe dar vita ad movimento politico trasversale denominato  “CON” (tutti noi) ed interno alla coalizione di centrosinistra, è giunta dai  consiglieri regionali di opposizione Erio Congedo, Giannicola De Leonardis, Ignazio Zullo, Luigi Manca, Renato Perrini e Francesco Ventola, che sono prossimi a fondersi nell’Aula di via Gentile nel Gruppo unico di “Fratelli d’Italia”, attualmente rappresentato solo dal salentino Congedo, perché gli altri cinque esponenti fittiani risultano ancora raggruppati sotto la sigla di Dit. “CON tutti ma mai con la Puglia” è lo slogan usato dai sei esponenti regionali di matrice neo-meloniana, che hanno aperto la loro polemica sull’iniziativa del governatore pugliese affermando: “Emiliano ci regala una trovata al giorno; oggi parliamo di ‘CON’ che, più che una realtà proiettata al futuro, sembra essere il riassunto dei cinque anni da presidente: con la destra, con gli agricoltori, con le associazioni, con gli anti-destra, con gli anti-agricoltori, con gli anti-associazioni, con questo e con quell’altro, in una giostra del tutto e del contrario di tutto”. Infatti, hanno inoltre rilevato i “reduci” di Dit già in simbiosi con Fdi, “anziché occuparsi della Puglia dimostra di essere interessato solo al suo percorso politico, utilizzando ruolo e Istituzione per fare e disfare liste, correnti, gruppi e sottogruppi funzionali al suo obiettivo. Tutto più o meno legittimo se non fosse che parliamo del presidente della Regione Puglia e che dovrebbe essere concentrato a svolgere ‘pancia a terra’ il mandato per il quale è stato eletto, che sembra essere invece l’ultimo dei suoi pensieri. Però, nel frattempo la Puglia – secondo i sei consiglieri di centrodestra che fanno capo all’ex governatore pugliese ed ora eurodeputato di Fdi, Raffaele Fitto – langue e questioni di estrema importanza non trovano né soluzione, né adeguata attenzione”, perché “i fallimenti delle politiche regionali su agricoltura, rifiuti, sanità sono sotto gli occhi di tutti. Questioni cui si aggiunge il tema delle infrastrutture e di territori che su questo tema viaggiano a due velocità, come se ci fossero pugliesi di serie A e di serie B. Di qui l’interrogativo sul presidente Emiliano – a loro dire – spontaneo: “riuscirà mai ad essere una sola volta CON la Puglia e CON i pugliesi?” Essi hanno chiaramente dichiarato di propendere per il no. Ed in conclusione  la loro “unica consolazione è che la fine della legislatura (ndr – regionale) è ormai alle porte”. Invece, di diverso ed opposto tenore una nota sullo stesso tema del vicepresidente centrista del Consiglio regionale, Peppino Longo, che sul nuovo soggetto politico di emilianiana invenzione ha così esordito: “Un movimento semplice, aperto, inclusivo e che potrà coinvolgere chiunque senza distinzioni partitiche,  politiche e soprattutto senza il rancore, che spesso diventa odio per l’avversario, che ancora caratterizza molti approcci zeppi di obsolete ideologie”. Longo ha poi sottolineato come “una opposizione fine a se stessa, una polemica spinta non da reali convincimenti ma sovente strumentale e dettata solo dalla linea del partiti di appartenenza e dalle perenni campagne elettorali, siano elementi che non solo non giovano all’idea di politica giusta e al servizio del territorio, ma rappresentino una reale forma di contrasto allo sviluppo dello stesso e allontanino sempre di più i cittadini dalla partecipazione attiva e dal basso dell’amministrazione della cosa pubblica”. “E non mi si parli di pericolo qualunquismo –  ha esclamato il vice di Loizzo – perché così si fa il gioco di chi sta spingendo sempre più in alto populisti e sovranisti”. Quindi, secondo Longo, “fa bene Emiliano a chiedere ai giovani – i grandi assenti della Terza Repubblica –  di scendere in campo, di studiare, di provarci raccogliendo quelle indicazioni  interessanti che quotidianamente giungono a livello locale e nazionale e che sarebbe assurdo non cogliere”. Del resto – ha poi concluso il vice presidente centrista dell’Assemblea pugliese – “uno Stato non è veramente democratico se non è a servizio dell’uomo, se non ha come fine supremo la dignità, la libertà, l’autonomia della persona umana, se non è rispettoso di quelle formazioni sociali nelle quali la persona umana liberamente si svolge e nelle quali essa integra la propria personalità”. Ma queste ultime non sono parole di Longo ma, come lui stesso ha ricordato, di Aldo Moro che le pronunciò in Assemblea plenaria il 13 aprile 1947. Vale a dire più di settant’anni fa e che oggi per Longo “stanno prepotentemente tornando di attualità”. Peccato, però, che Longo abbia dimenticato di ricordare anche ciò che sosteneva Moro circa la necessità di forze di opposizione in democrazia. Infatti, in uno Stato realmente democratico la presenza di “veri oppositori” è fondamentale per un normale e corretto funzionamento delle Istituzioni. Diversamente, infatti, saremmo in una “finta” democrazia. Ma Longo (e forse anche il governatore Emiliano) probabilmente ha un concetto di democrazia diverso da quello insegnato e praticato da Moro, dove maggioranza ed opposizioni erano viste sempre forme alternative della dialettica democratica e non certo consociative. Ma questa è una teoria forse un po’ troppo complicata da capire ed assimilare da chi, forse, ha come unico scopo della politica quello di “gestire” il “potere per il potere” e non anche la funzionalità democratica di controllo del sistema.

Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 3 Agosto 2019

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