Cronaca

Le parrocchie della città riprendono a celebrare messa col popolo

Anche le parrocchie della città (come in tutta Italia) hanno finalmente ripreso ieri a celebrare messa col popolo, sia pur con le dovute prudenze e cautele anti contagio. E, combinazione, questa lieta circostanza, è accaduta proprio nel giorno delle celebrazioni per i cento anni dalla nascita di Giovanni Paolo II. In ogni caso, il vero banco di prova, per l’affluenza, si avrà nel fine settimana con le messe vespertine e festive. Quello di ieri è stato comunque un rodaggio da primo giorno di scuola, utile. Abbiamo intervistato alcuni parroci. “Era ora di tornare a incontrare i fedeli- dice don Antonio Eboli di Stella Maris a Palese- la fede non si può ridurre a streaming o tv, mezzi indubbiamente utili. Ma ha bisogno del contatto diretto e sacramentale, della dimensione comunitaria. Abbiamo adottato alcuni accorgimenti secondo le direttive del ministero e della Curia, riducendo la capienza della chiesa, coinvolgendo volontari alla porta che disciplinano le entrate per valutare che non si superi la capienza.  Nei banchi abbiamo collocato i segnaposto che ci ha inviato la Curia. La comunione è amministrata dal sacerdote, diaconi e ministri straordinari che vanno verso il popolo con guanti e mascherine”. Don Giuseppe Cutrone, parroco di Santa Maria del Rosario a Piazza Garibaldi: “Siamo felici di questo ritorno alla messa con la gente, era ora, dopo tanto tempo di sacrificio. Credo tuttavia, che in qualcuno regnerà ancora la prudenza e il pieno ritorno in chiesa sarà graduale. Noi adottiamo tutte le necessarie misure”. Don Giacomo Fazio, diligente e bravo parroco di San Pietro alla Zona Cecilia (Modugno): ” Abbiamo recepito le direttive del governo e della curia con il gel, volontari e riduzione dei posti. La vita della fede, lo ricordo, ha natura sacramentaria e dunque occorre l’incontro, la presenza reale. Tuttavia penso che potremo valutare appieno queste misure nel fine settimana dove l’affluenza alle messe è maggiormente alta che in settimana”. Don Giovanni Amodio, arciprete alla Chiesa Madre di Turi e sacerdote molto scrupoloso: “Abbiamo tutti noi provato una grande gioia nel ritorno alla celebrazione con i fedeli, una felicità. Tuttavia, occorre sempre stare molto attenti al rispetto delle norme per evitare assembramenti. Per questo, abbiamo allertato volontari e messo da tempo alla porta manifesti con le dovute indicazioni”.

Bruno Volpe

 


Pubblicato il 19 Maggio 2020

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