“Le previsioni del ministro Lezzi non sono suffragate da dati oggettivi”
Botta e risposta tra il Segretario generale della Cgil/Puglia Pino Gesmundo e il Ministero per il Mezzogiorno Barbara Lezzi dopo l’intervento dell’esponente del Governo reso l’altro ieri durante il ‘question time’. Argomento? Il raddoppio del tratto ferroviario Lesina/Termoli, con una previsione da parte ministeriale che parrebbe proprio del tutto campata in aria. Ma cominciamo dal principio. “Quanto affermato dal Ministro per il Mezzogiorno durante il ‘question time’ alla Camera, circa i lavori per il raddoppio della linea ferroviaria Termoli-Lesina che saranno terminati entro il 2026, non ha alcun elemento oggettivo e piuttosto che tranquillizzare riguardo ai tempi di realizzazione di opere fondamentali per connettere la Puglia e il Mezzogiorno al resto del Paese, getta ulteriori ombre se non la certezza che il raddoppio non si farà almeno nei tempi annunciati”, ha detto chiaro e forte il segretario generale della Cgil/Puglia Gesmundo in seguito all’intervento della Lezzi. Gesmundo ha anche messo ancora più pepe nella sua reprimenda ricordando come “…si sta parlando d’un progetto finanziato dal 2001, ma mentre stanno partendo i lavori per la realizzazione del raddoppio dei circa 10 chilometri del tratto pugliese, resta nelle nebbie di fumose dichiarazioni che non trovano alcun riscontro in atti amministrativi coerenti il tratto molisano tra Termoli e Ripalta”. La denuncia della Cgil è ancora più pesante in quanto rivolta a un “Governo che ha scelto di non scegliere tra il progetto di affiancamento all’attuale binario, che è già dotato di progettazione esecutiva e relativo finanziamento di 594 milioni di euro e quindi immediatamente cantierabile, e la variante di totale affiancamento della ferrovia alla A14 che invece chiede la Regione Molise. Però, stando a quanto affermato dallo stesso Governo, non c’è ancora un progetto esecutivo, non è neanche iniziato l’iter autorizzativo, manca la valutazione di impatto aziendale eccetera eccetera e, soprattutto, non si avrebbe la necessaria copertura finanziaria”. Insomma, per la Cgil sembra proprio giunta l’ora di dire ‘basta ad un rimpallo di responsabilità’ che produce solo il risultato di rinviare <sine die> un’opera fondamentale per i cittadini, il sistema delle imprese, oltre l’importante ricaduta in termini ambientali, considerata la quantità di traffico su gomma che si andrebbe a togliere da tutta la A14”. Per Gesmundo appare assolutamente incomprensibile come si continui con un indecoroso balletto di annunci e proclami riguardo lavori che permetterebbero alla Puglia di connettersi ai principali corridoi europei di trasporto, in particolare quello Scandinavo-Mediterraneo, e porterebbe a quasi un raddoppio del numero dei treni che viaggerebbero anche più velocemente, quindi accorciando i tempi di percorrenza. Dunque, per finire, l’auspicio che dopo critiche e attacchi (costruttivi, per un Sindacato da sempre in prima linea sul tema trasporti pubblici) che si apra celermente un tavolo con le parti sociali, le parti imprenditoriali e le istituzioni, affinché si decida una volta e per sempre la strada da seguire. Anzi, i binari da seguire per un’opera strategicamente di primaria importanza, senza prendere in giro cittadini e imprese. Specialmente in un momento difficile e complicato sotto tutti i punti di vista come quello attuale.
Francesco De Martino
Pubblicato il 29 Marzo 2019