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Le primarie per le regionali del 2020? Un altro “colpo di teatro” di Emiliano

La decisione di fissare le Primarie del centrosinistra per la scelta con oltre 15 mesi di anticipo, rispetto alle elezioni, del candidato presidente della coalizione per le regionali del 2020 è quasi sicuramente un altro “colpo di teatro” del governatore pugliese, Michele Emiliano, che evidentemente ha fretta di chiudere a proprio “uso e consumo” tale partita. Oppure il presidente Emiliano potrebbe avere in mente qualche altro obiettivo politico che non intende dichiarare, come – ad esempio – una sua candidatura ad elezione garantita (in quanto sostenuta dai vertici del Pd) alle prossime europee e che non vuol essere lui a chiedere, perché forse spera che siano da Roma a proporglielo, in modo da poi poter dettare le sue condizioni. Ovvero un’eventuale richiesta di capolista e l’appoggio del partito in tutte e sei le regioni della circoscrizione elettorale meridionale per i candidati al Parlamento europeo. Infatti, la scelta di fissare al 24 febbraio prossimo l’appuntamento ai gazebo per un’investitura che riguarderà le elezioni regionali del 2020 altro non è che un modo per tentare di condizionare il maggior partito della coalizione di centrosinistra, il Pd, col fine di ottenere comunque la celebrazione delle Primarie prima delle amministrative, che – come è noto – si svolgeranno in concomitanza con le europee a fine maggio, come lo stesso Emiliano ha chiesto da tempo, oppure di conseguire una “corsa” a vittoria garantita nella lista del Pd, per un posto al Parlamento di Bruxelles. Da non dimenticare che Emiliano già nel 2014 sperava di essere candidato al primo posto della lista del Pd nell’Italia meridionale, alle elezioni europee dell’epoca. Fatto, questo, che – come si ricorderà – non avvenne, poiché l’allora segretario-premier del Pd, Matteo Renzi, preferì mettere come capolista una donna, la partenopea Pina Picerno, lasciando così a bocca asciutta l’allora sindaco di Bari, Emiliano, che se proprio avesse voluto correre per le europee avrebbe non solo dovuto accontentarsi del secondo posto in lista, ma gli sarebbe stata data neppure alcuna certezza, da parte dei vertici romani del partito, sulla possibilità di riuscita nell’elezione a Bruxelles. Ora, però, è probabile che il governatore Emiliano possa aver fatto nuovamente un pensierino per una sua candidatura alle prossime europee, ma vorrebbe essere lui a chiederla ai prossimi vertici nazionali del Pd, altrimenti la risposta potrebbe essere analoga a quella di Renzi del 2014. Sta di fatto che le forzature che il governatore pugliese sta mettendo in atto attraverso il segretario del Pd pugliese, Marco Lacarra, ed i rappresentanti di sigle politiche del centrosinistra a lui vicine rischiano di produrre nell’intero centrosinistra locale, ma forse ancor di più nel Pd, rotture politiche che difficilmente potrebbero poi essere sanate, qualora le Primarie indette da Lacarra non fossero annullate. Ma c’è, forse, di più. Infatti, il presidente Emiliano sa bene che la mossa di Primarie fatte in solitudine potrebbe rivelarsi un flop senza precedenti (come sicuramente avverrebbe, se queste si svolgessero effettivamente il 24 febbraio prossimo), perché sarebbero verosimilmente boicottate non soltanto dalle forze politiche del centrosinistra che non hanno partecipato alla decisione, ma financo dalla parte del Pd pugliese che non ha gradito la forzatura di Emiliano per una scelta che al momento è ancora prematura ed inopportuna, visto che il Pd allo stato attuale ha ben altre priorità e problemi a cui pensare. Non a caso, a dissentire sulla decisione di Primarie per le regionali addirittura prima di quelle del 3 marzo prossimo per il segretario nazionale del Pd sono molti esponenti stessi del partito pugliese, che si rendono conto di quanto dannosa è tale scelta non soltanto da un punto di vista politico, ma anche di immagine nei livelli alti del palazzo romano di Largo del Nazzareno, sede nazionale dei Dem. L’unico, forse, a non essersi reso conto per tempo dell’errore che avrebbe commesso assecondando Emiliano sulla data delle Primarie è stato il segretario Lacarra che. così facendo, questa volta ha gettato verosimilmente nel ridicolo non solo colui che le sta chiedendo dalla scorsa estate, vale a dire il presidente Emiliano, ma l’intera classe politica pugliese che da tale proposta non si è fermamente dissociata. Infatti, è subito parso chiaro che le Primarie che il governatore Emiliano persegue da tempo altro non sarebbero che un’evidente “farsa” del centrosinistra pugliese e, più in particolare, del Pd. Infatti, quest’ennesimo “colpo di teatro” di Emiliano stavolta rischia di trasformare la sua usuale “commedia” politica in “comica”, perché di tragico in Puglia ci sono già note problematiche regionali irrisolte, che da troppo tempo ormai affliggono i pugliesi.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 25 Gennaio 2019

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