Cronaca

“Le Rsa in Puglia sono pronte a qualsiasi rivoluzione”

Sono ancora accesi e in maniera assai pesante i riflettori sulle residenze sanitarie per anziani in Puglia, specie dopo i decessi contati in alcune di esse nelle ultime settimane a causa del contagio da Sars/Covid-19, in particolare nelle province di Bari, Lecce e Foggia. Decessi che hanno provocato, ovviamente, dolore infinito nei parenti, ma anche inchieste della Magistratura e quasi sicuramente altri e lunghi contenziosi in sede civile. Con Antonio Perruggini, Presidente dell’associazione di categoria “Welfare a Levante”, cerchiamo di capire cosa potrebbe accadere nel delicatissimo settore dell’assistenza agli anziani, in Puglia.

 

<<In qualità di attore del settore socio/sanitario in Puglia laddove, a prescindere dal caso “Soleto”, si sono registrati pochissimi decessi nelle Rsa, posso intervenire sull’argomento e con non poca preoccupazione, partendo dalle dichiarazioni del Sottosegretario Pierpaolo Sileri riguardo, appunto, le ultime verifiche del Nas. Pur condividendo l’assoluta necessità di rivisitazione del sistema di presa in carico e continuità assistenziale del settore, a livello nazionale, vorrei chiedere al Sottosegretario alla Sanità alcune precisazioni e, magari, alcune considerazioni>>.

 

Da dove cominciamo?

 

<<Beh, diciamo subito che è intollerabile che “…alcune residenze erano state addirittura già verificate e oggetto di ordinanza di sospensione, ma hanno continuato a trasferire ospiti, disattendendo le norme”?, come ha affermato il Sottosegretario. È il caso di incaricare degli ispettori per capire se ci sono state omissioni? Insomma, se nelle 25% delle Rsa italiane ci sono gravi irregolarità, non sarebbe il caso di istituire una volta per tutte – e in tempi rapidissimi – un “”Tavolo Permanente”” composto da figure competenti e con qualificata esperienza nel settore, che elabori un piano strategico atto a riorganizzare il sistema e conseguentemente requisiti organizzativi, tecnologici e strutturali, rendendolo omogeneo in tutta Italia? Sarebbe straordinariamente vantaggioso e sono certo che tutte le associazioni di categoria ne sarebbero liete. Proviamo a immaginare come sarebbe virtuoso prevedere per esempio un sistema di accreditamento e tariffe uguali per tutti semmai comprendendo nella tariffa stessa anche le spese per protesica e visite specialistiche. È un semplice esempio in punta di piedi che faccio e che farebbe risparmiare centinaia di milioni di Euro allo Stato>>.

 

Bene Perruggini, però proviamo a guardare più all’immediato: le Rsa non operano certo da ieri… 

 

<<Certo, le Rsa in Italia, parlo di quelle in regola, ovvero del 75% di quelle in esercizio, fanno un lavoro qualificato da sempre, direi fondamentale per la tenuta dell’intero sistema di assistenza territoriale pubblico. Pertanto, parlare genericamente di “letti di morte” o di proposte (…”accogliere gli ospiti delle Rsa al di fuori delle strutture assistenziali ma dentro soluzioni abitative attrezzate e sostenute anche con il supporto de familiari”) che pare vogliano escludere di colpo le migliaia di realtà e che invece con immensi sacrifici da sempre svolgono una enorme opera di assistenza pubblica (e che oggi hanno evitato a loro spese e con plurime dimostrazioni di eroismo una catastrofe, in particolare al meridione di Italia), lo ritengo come minimo ingeneroso. Anzi, meritevole di chiarimento da parte del Ministero alla Salute>>.

 

D’accordo, però errori ci saranno pure stati, nelle Rsa pugliesi e altrove, in questi mesi di  pandemia, no?

 

<<Guardi, quando il peggio sarà passato, per delle valutazioni oggettive di ciò che è accaduto nelle nostre residenze per anziani bisognerà tener conto della realtà, ma soprattutto dei dati epidemiologici concreti che, a prescindere dall’attuale emergenza, vedono le Rsa in prima linea da sempre nella lotta contro le patologie neurdegenerative, psichiatriche e le plurime disabilità che vengono svolte con passione e professionalità anche per alleviare i drammi delle famiglie. Solo per la malattia di Alzheimer contiamo in Italia 144 casi al giorno (dati Censis), uno ogni 10 minuti,.. le depressioni sono in costante aumento e a livello mondiale la cosiddetta “Silver Economy” rappresenta le terza economia. Pertanto occorre dare forza al settore, sostenere gestori in regola e i lavoratori attraverso l’appropriatezza degli interventi soprattutto normativi che se ben pianificati con competenza diventano una preziosissima risorsa. Facciano i tavoli che vogliono i viceministri, ma soprattutto scoprano le risorse da troppo tempo non ascoltate che invece dimostreranno di essere concretamente propositive e fiduciose nella considerazione dello Stato>>.

 

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 1 Maggio 2020

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