Cronaca

“Le sanzioni economico finanziarie? Danneggiano più noi che la Russia”

 

“Le sanzioni economico finanziarie? Danneggiano più noi che la Russia e non mi convincono”: lo dice in questa intervista un grande imprenditore: Vincenzo Divella, amministratore delegato del colosso della pasta.

Iniziamo dal grano. Preoccupato?

“Bisogna fare chiarezza perché c’è molta confusione, anche informativa. Noi importiamo da Russia e Ucraina solo grano tenero che con la pasta nulla a che vedere, oltre al mais per gli allevamenti. Quello tenero serve per il pane, i dolci, i biscotti, mentre per la pasta si usa quello duro. L’ aumento del costo della pasta, in poche parole, non ha niente a che vedere con la guerra in senso stretto, ma con la lievitazione dei prezzi di luce, gas, imballaggi, trasporti cose accadute prima dello scoppio del conflitto. Sin qui abbiamo ritoccato il prezzo di venti centesimi al chilo, che equivale a dieci centesimi a pacco. Sembra poco, ma sullo stipendio medio, almeno da Napoli in giù incide. E non escludo a breve ulteriori ritocchi”.

Se non arriva il grano tenero dall’Ucraina e dalla Russia dove dobbiamo rivolgerci?

“Alla Francia. Non è casuale che alla borsa merci di Parigi il prezzo del grano tenero sia aumentato di due euro a quintale, non tantissimo, ma il salto in alto vi è stato”.

Sanzioni alla Russia: la convincono?

“In tutta sincerità no. Danneggiano più noi che la Russia, la quale si rivolgerà ad altri mercati. Nel caso del blocco del sistema swift non potremo pagare e dunque comprare petrolio e gas che si commerciano in dollari. Il blocco finanziario mi turba perché non potremo né importare né esportare verso un grande mercato come la Russia. Tutto questo si ripercuoterà sul pil e causerà inflazione. Insomma, sono delle scelte che non mi convincono, lo dico da imprenditore”.

Putin è in difficoltà?

“Certo. Oggi il grande danneggiato dalle sue scelte è il popolo russo e Putin è isolato. Per essere onesti, almeno in parte, Putin non ha tutti i torti quando teme i missili Nato sul territorio Ucraino. Ma deve capire che comunque l’Ucraina è una nazione sovrana e lui non può comandare in casa di altri, tanto meno è legittimato a fare una sanguinosa e violenta invasione. Ricordo che le guerre, anche se durano dieci giorni, danneggiano tutti e per tornare a regime ci vorranno mesi”.

Bruno Volpe

 


Pubblicato il 2 Marzo 2022

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