Le sei spiagge della speranza
La Caretta Caretta, la più comune tartaruga di mare, comunissima nel Mediterraneo sino agli anni sessanta, sta scomparendo. L’antropizzazione costiera e i pericoli dell’alto mare (eliche, ami, reti, inquinamento) non stanno avendo pietà di questa specie anche dalle nostre parti. Sicché nel Salento, adesso, sono appena sei le spiagge dove la Caretta Caretta può deporre le uova : Torre Guaceto, Santa Maria di Leuca, Torre dell’Orso, Porto Cesareo, San Basilio-San Foca e Campomarino di Maruggio. Troppo poco, considerando che già in habitat incontaminati, solo una quota bassissima di tartarughine riesce, una volta infranto il guscio, a raggiungere il mare. Eppure la femmina di Caretta Caretta arriva a nascondere anche duecento uova grosse come palline da ping pong in buche poi ricoperte per garantite una temperatura d’incubazione costante e per nasconderne la presenza ai predatori. Dopo un’incubazione tra i 42 e i 65 giorni i piccoli frangono il guscio e cominciano a risalire. Una volta allo scoperto, sono vulnerabilissimi. Gabbiani e granchi ne fanno strage. A questi predatori se ne sono aggiunti di nuovi, tipici dell’era globale : ratti, cani randagi e persino volpi. E poi l’uomo, che riesce ad essere anche più dannoso con le sedie a sdraio, gli ombrelloni e le pale dei meccanismi che smuovono la rena dei lidi per ripulirla dei rifiuti. Basta che queste ‘armi’ affondino nello strato di sabbia per una decina di centimetri per ridurre ulteriormente le già modeste probabilità di sopravivenza che Madre Natura assegna alla Caretta Caretta al momento della nascita. Ma si può arrecare danno a queste tartarughe anche per eccesso d’amore. E’ successo sulle nostre spiagge che bagnanti inteneriti dalla sforzo di queste tartarughine arrancanti nella sabbia verso la battigia le abbiano raccolte e consegnate direttamente all’alto mare così loro risparmiando fatica e insidie. Errore, perché è sufficiente il contatto fisico con l’uomo per causare nei neonati lo smarrimento della coordinate terrestri necessarie a riconoscere l’ubicazione del nido (la Caretta Caretta depone le uova solo nel sito dove è nata ; diversamente, diventa sterile). Non bastasse, c’è il danno procurato dall’uomo dalla concentrazione di luci artificiali sulla costa. Se alla Caretta Caretta succede di sbucare dalla sabbia quando è notte, essa avrà come unico punto di riferimento la luce della luna riflessa sul mare. Le troppe luci artificiali disorientano le giovani tartarughe che allora possono spingersi in direzione opposta al mare ; quante ne sono morte in campagna o spiaccicate sull’asfalto dalle automobili.
Italo Interesse
Pubblicato il 16 Maggio 2013