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“Le sentenze arrivano in ritardo, ma le promesse dei politici non portano a nulla”

 

Dopo l’allarme lanciato la scorsa settima dal procuratore della Repubblica di Bari, Giuseppe Volpe, sul rischio in cui incorrono gli Uffici giudiziari baresi “per carenza di personale amministrativo”, il presidente della Giunta distrettuale di Bari dell’Anm (Associazione nazionale magistrati) Ettore Cardinali è intervenuto a sostegno del capo della Procura barese, commentando la lettera inviata nei giorni scorsi da Volpe al ministero della Giustizia, Andrea Orlando, sul “collasso” della Procura del capoluogo. “L’Anm non può che sostenere l’iniziativa del procuratore, – ha affermato Cardinali – perché tutti gli sforzi fatti dai magistrati e dai dirigenti amministrativi nel distretto di Bari sono quasi sempre vanificati a causa delle scarse risorse concesse”. Ed ha poi aggiunto: “Abbiamo da sempre lamentato le piante organiche dei magistrati, sicuramente insufficienti rispetto al carico di lavoro, considerando anche il contesto territoriale in cui si lavora, e l’arretrato di cui vive il Tribunale di Bari, che non si può nascondere sotto il tappeto ma di cui bisogna tener conto quando si definiscono i disegni di riforma e di redistribuzione delle piante organiche”. Infatti, ha pure spiegato il presidente dei magistrati baresi dell’Anm, “il distretto di Corte di Appello di Bari, che comprende anche Foggia e Trani, vive di una grave situazione di arretrato che intasa la macchina della giustizia, ed é ulteriormente penalizzato dalla difficoltà di reperire risorse umane per il personale amministrativo, che non viene mai sostituito con personale fresco e con competenze specifiche, ma attingendo dagli ‘scarti’ di altri uffici, riciclando personale non sempre specializzato”. Il presidente dell’Anm di Bari ha parlato anche di Palazzo di giustizia riciclato, perché era stato creato altro e invece  è stato poi destinato a edilizia giudiziaria”. Infatti, come si ricorderà, la struttura di via Nazarianth, dove sono attualmente allocati la Procura ed il Tribunale penale di Bari, era stata originariamente costruita dall’impresa Mininni per ospitare una scuola, ma che poi, in corso d’opera,  fu convertita per far fronte alle impellenti esigenze giudiziarie di reperire nuovi spazi da destinare ai processi penali e ad Uffici per la magistratura inquirente. Variazione che, come è noto, sarebbe avvenuta con il solo cambio di destinazione d’uso e non anche attraverso un’apposita variante urbanistica, come era invece necessario che avvenisse. Variante che fu effettuata in ritardo e solo dopo che gli stessi Organi giudiziari ospitati nell’immobile avevano effettuato un sequestro penale con facoltà d’uso dello stesso. Sta di fatto che la situazione determinatasi nel corso degli anni, anche per l’enorme incremento della mole di lavoro che ha interessato la Procura barese, ha reso del tutto insufficienti gli spazi a disposizione degli Uffici giudiziari presenti nella struttura di via Nazarianth, per cui tale sistemazione, come  ha rilevato il Presidente barese dell’Anm, “crea una ulteriore disfunzione del sistema Giustizia per le note difficoltà nella allocazione dei fascicoli e nel reperimento degli archivi”. Ma l’affondo più pesante giunto da Cardinali, con la sua dichiarazione di sostegno alla lettera del procuratore Volpe al ministro Orlando, ha riguardato sicuramente i politici. Infatti, il presidente dell’Anm di Bari, prendendo forse spunto dalle recenti e soventi accuse che la classe politica muove ai magistrati per il grave ritardo con cui porta avanti i processi, ha pure affermato: “Le sentenze arrivano in ritardo ma le promesse dei politici non portano a nulla, nonostante gli impegni più volte presi a reperire risorse e a trasferire gli Uffici (ndr – giudiziari) che poi non si sono concretizzati in risposte”. E su questo punto l’accusa potrebbe non essere rivolta solo nei confronti dei politici con responsabilità di governo a livello nazionale, ma anche – e forse soprattutto – con quelli di livello locale che a Bari, da circa quindici anni, non risolvono ancora una situazione, ovvero quella di trovare una sistemazione adeguata a tutti gli Uffici giudiziari presenti nel capoluogo, che già da tempo è clamorosa per le note vicende che intorno a questo problema si sono sviluppate a Bari. Vedi, ad esempio, il lunghissimo (e non ancora concluso) contenzioso con l’impresa Pizzarotti di Parma, per la proposta  progettuale della “Cittadella della Giustizia” nei pressi dello stadio “San Nicola”, oppure quella della più recente proposta del sindaco, Antonio Decaro, di destinare il complesso dell’ex ospedale militare “Lorenzo Bonomo” a nuova sede di alcuni Uffici giudiziari. Proposta che a livello centrale dovrebbe essere stata accolta, ma che finora non ha visto realizzarsi nulla di concreto. Per cui, come ha ammesso il presidente dell’Anm barese, Cardinali, la magistratura è talvolta innegabilmente lenta con le sentenze, invece la classe politica è sicuramente ferma con le decisioni che servono all’apparato giudiziario per svolgere al meglio il proprio lavoro. E per questo, forse, che il procuratore barese Volpe ha preso l’iniziativa di invitare per iscritto il ministro Orlando a recarsi personalmente a Bari, per constatare i gravi ed irresolubili problemi con cui devono districarsi gli operatori giudiziari del Palazzo di via Nazarianth, oltre che per constare “l’assurda sistemazione logistica della Procura e del Tribunale penale di Bari”. Una situazione, quella barese, a dir poco “clamorosa” per il sistema giudiziario, ma che probabilmente non si commetterebbe neppure esagerazione se la si definisse anche “scandalosa” per il lungo tempo trascorso da quando si perpetua.   

Giuseppe Palella


Pubblicato il 10 Maggio 2016

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