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Le sortite di Emiliano non sono quasi mai a caso

Le sortite del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano (Pd), non sono quasi mai a caso. E soprattutto se queste vengono effettuate ad una settimana dalla consultazione elettorale per il rinnovo di Camera e Senato del 4 marzo prossimo. Quindi, non dovrebbe essere stato di certo un caso se il governatore pugliese, in un’intervista televisiva rilasciata alla maggiore emittente locale del meridione, non si è fatto remore di addebitare, già prima dei risultati del voto, al segretario del suo stesso partito, Matteo Renzi, un possibile e forse verosimile esito deludente della prossima consultazione politica per il Pd. Una sortita, quella di Emiliano nell’intervista televisiva a “Telenorba”, che farebbe ipotizzare o al fatto che l’ex-rivale di Renzi alle primarie del Pd dello scorso anno abbia dissotterrato in anticipo l’ascia di guerra deposta in precedenza nei confronti dell’ex-premier, a seguito della campagna elettorale in corso, oppure (circostanza molto più probabile) al fatto che il governatore pugliese possa essere in possesso di sondaggi elettorali riservati, che non lascino ben sperare per il suo partito alle politiche del prossimo mese. Infatti, ha dichiarato seccamente Emiliano all’intervistatore: “Ho l’impressione che se gli italiani in questo momento potessero pensare al futuro del Pd con una guida diversa da Renzi, prenderemmo qualche punto in più alle elezioni”. E, proseguendo, ha aggiunto in maniera ancor più convinta: “Otterremmo qualche punto in più se Renzi indicasse già adesso Gentiloni come la persona che deve guidare questa traversata nel deserto nell’eventualità in cui il Pd sia il primo gruppo parlamentare e quindi riceva l’incarico dal Presidente (ndr – della Repubblica)”. Ma c’è di più. Il governatore ha pure ipotizzato un diverso scenario, dichiarando che “se il Pd perderà le elezioni, tutto ciò che fino ad oggi in qualche modo è stato perdonato al segretario del Pd dovrà trovare una sintesi politica diversa”. Ossia, “per essere più chiari” – a detta dello stesso Emiliano – la conclusione del suo pensiero è stata: “non è che possiamo andare avanti così”. E l’affondo di Emiliano nei confronti di Renzi non si è fermato qui. Perché nel corso della stessa intervista ha pure affermato: “In qualsiasi altro Paese, dopo la sconfitta referendaria, lui si sarebbe dovuto mettere da parte e noi avremmo avuto davanti una nuova storia, da costruire in maniera diversa, ad esempio riaprendo alla ricostituzione dell’unità del centrosinistra, alle grandi politiche ambientali, a nuove regole sul lavoro, alla decarbonizzazione, al rinforzo del reddito di dignità”. Invece, ha rilevato Emiliano, “il Pd ha freddamente governato questo Paese e ha fatto gravi errori” e riconducendo il discorso a livello locale ha osservato: “Noi in Puglia dobbiamo resistere, perché il Pd pugliese con i suoi parlamentari potrà aiutare il Pd nazionale a cambiare e a uscire dal renzismo”. Osservazione terminato con l’affermazione che “questa è la mia prospettiva politica e mi auguro sia la prospettiva di tutto il Pd”. Parole, queste ultime, che pronunciate ad una settimana dal voto suonano quasi come un monito di al segretario Renzi prima ancora di conoscere l’esito delle urne. Però, ciò che fa ancor più propendere per la seconda ipotesi sulle sortite non casuali di Emiliano, ossia che egli sia a conoscenza di recenti e più aggiornati sondaggi alquanto sfavorevoli al Pd, è il fatto che nell’intervista abbia pure affermato: “Se il presidente Mattarella dovesse dare l’incarico a Di Maio (ndr – ossia al candidato premier dei pentastellati), io farò ogni sforzo perché il Pd sostenga il M5s nella formazione del governo”, aggiungendo inoltre: “Se il Pd non dovesse essere il primo partito e l’incarico dovesse essere dato al M5s, e ad altre ipotesi non voglio pensare, siccome sarà un governo di emergenza perché nessuno avrà la maggioranza assoluta, bisognerà far in modo che il gruppo che riceverà l’incarico poi possa formare un governo”. Affermazioni, queste di Emiliano, che hanno subito suscitato lo sconcerto non soltanto di qualche esponente del centrodestra come, ad esempio, il deputato forzista barese Francesco Paolo Sisto,  capolista di Fi nel plurinominale “Puglia 1” per la Camera, che in proposito – tra l’altro – ha dichiarato: “Pur di affermare il suo istinto anti-renziano, Emiliano è pronto a legittimare qualsiasi alchimia di Palazzo. Anche quella che, come in questo caso, sarebbe distruttiva per la politica e la società”, ma hanno pure ingenerato preoccupazioni in qualche esponente di formazione politica alleata del Pd in questa tornata elettorale, come l’ex forzista Fabrizio Cicchitto, ora di “Civica e popolare” guidata dal ministro alla Salute, Beatrice Lorenzin. Infatti, uno dei rilievi di Cicchitto in proposito è stato: “Emiliano é molto preoccupante quando sostiene che il Pd dovrebbe appoggiare un governo Di Maio. Ma é anche la testimonianza di come Renzi ha aggrovigliato la situazione interna del Pd che é a rischio implosione”. Insomma, se il Pd a trazione renziana, già all’immediata vigilia del voto delle politiche, è oggetto di così pesanti critiche da parte di un proprio esponente di rilievo, qual è per l’appunto Emiliano, oltre che di qualche timore da parte di forze ad esso alleate, allora è certo che subito dopo il voto di marzo se ne vedranno delle belle. E, forse, ancor di più in Puglia, dove il M5s potrebbe conseguire addirittura risultati inimmaginabili fino a qualche settimana fa.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 24 Febbraio 2018

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