Cultura e Spettacoli

L’ebola… e la Spagnola, prima

Nella foto, scattata a Seattle (USA), il manovratore di un tram vieta ad un signore privo di mascherina di mettere piede a bordo del mezzo. Era il 1919, anno di punta della Spagnola, altrimenti nota come Grande Influenza, una pandemia influenzale che fra il 1918 e il 1920 uccise un numero incalcolabile di persone in tutto il mondo (forse una cinquantina di milioni, comunque più della peste nera del XIV secolo e della stessa Grande Guerra). Speriamo si riesca a fermare l’ebola…. Se è vero che in Italia la Spagnola contagiò un mezzo milione di persone, tenendo conto che quella influenza uccideva un contagiato su venti, i morti da noi dovettero essere intorno ai 25mila, di cui un almeno un migliaio in Puglia. Di quei giorni sventurati si è sempre parlato poco, manca qualunque testimonianza iconografica che sia shoccante (fosse comuni, cadaveri insepolti). Il silenzio, imposto dalla Autorità, aveva ragioni militari : nel momento più delicato della guerra la diffusione della notizia avrebbe spezzato il morale dei soldati al fronte. Il silenzio ‘istituzionale’ accrebbe il danno. Latitando lo Stato, le popolazioni dovettero arrangiarsi. Poiché la guerra aveva richiamato al fronte medici, infermieri e farmacisti, ci si curava alla men peggio, ricorrendo persino a canfora ed espettoranti oppure, e sempre a fronte di esiti mediocri, con il chinino, unico medicinale largamente diffuso dato che all’epoca la malaria era male endemico. In assenza di disinfettanti si faceva uso smodato di calce, liscivia e  qualunque altro disinfettante disponibile. Il miscuglio di odori rendeva l’aria irrespirabile. Il divieto di ogni forma di assembramento per scongiurare altri contagi e di visitare gli ammalati spopolò le strade, rendendo l’atmosfera irreale. A muoversi lungo vie silenziose (persino le campane a morto erano vietate)  erano solo necrofori-monatti ; anche gli accompagnamenti funebri erano vietati. Persino le chiese erano chiuse, insieme a cinema, teatri, scuole, circoli e altri luoghi pubblici. Sospesi pure fiere e mercati. Presto cominciarono a latitare le bare. Si cominciò a utilizzare porte e tinozze, si finì con l’avvolgere i morti nei lenzuoli e abbandonarli nelle fosse comuni. Ma cosa potevano accortezze epidermiche contro il peggior alleato del contagio? E l’alleato era la mancanza nelle case di acqua corrente e servizi igienici. Le strade erano al contempo fogne, discariche, habitat di animali da cortile… Così come venne, la Spagnola se ne andò lasciandosi alle spalle una scia di strazio rimasta nella storia. Auguriamoci non dover vedere fotogrammi come quello posto a corredo di queste righe e drammaticamente attualizzato.

 

Italo Interesse


Pubblicato il 11 Ottobre 2014

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