Cultura e Spettacoli

Leccino contro Xylella

Il tanto parlare che si fa di Covid sta abbassando la soglia dell’attenzione a proposito delle sciagure preesistenti: In tutto il mondo si continua a morire di aids, la temperatura media del pianeta è in aumento, gli sbarchi clandestini non si arrestano, i focolai di guerra permangono accesi, in Italia il calo delle nascite sembra irreversibile, la crisi economica non favorisce l’occupazione… e la Xylella avanza. Questo infausto batterio non è l’unico nemico dell’olivo, che deve fare i conti con funghi, batteri e fitofagi. Ma se contro la carie del legno, la rogna dell’olivo e la mosca dell’olivo siamo riusciti a mettere a punto rimedi efficaci, con la Xylella siamo ancora lontani da qualunque contromisura che non sia l’eradicazione (misura peraltro applicabile solo entro certi limiti). Tale ritardo gioca a favore diquella che è stata definita da Joseph-Marie Bové, dell’Académie d’agriculture de France, come “la peggior emergenza fitosanitaria al mondo”. Toccato il barese, la peste dell’olivo, ora minaccia la Lucania. La Scienza comunque non sta a guardare. Abbandonata l’illusione di curare le piante malate (uno studio pubblicato amarzo 2017 dal Joint Research Centre della Commissione europea dà per assodato che non è più possibile eliminare il batterio dal territorio salentino), una nuova scuola di pensiero si va imponendo : reimpiantare e reinnestare con cultivar diversi che si dimostrino resistenti alla Xylella. Per individuare le varietà di ulivo immuni si sta provando in laboratorio a colpire  artificialmente i cultivar più disparati. Discreti risultati si sono avuti con la Toscanina, la Termite di Bitetto. la Dolce di Cassano, l’Ogliastra (origine : Sardegna) e la Maiatica (Lucania). Ma i risultati più confortanti sono venuti dalla varietà Leccino. Parliamo di una cultivar di probabile origine toscana e diffuso su tutto il territorio nazionale. La grande resistenza alle avversità principali e la capacità d’adattamento ai terreni più diversi, insieme alla buona produttività (18-21 %) e all’ottima qualità dell’olio, hanno decretato nel tempo il successo del leccino anche all’estero. Successo che, si auspica, possa evolvere presto in trionfo. In questo clima di speranza si inserisce una bella iniziativa ad opera di una categoria inattesa : i motociclisti. Poco prima di San Silvestro, due associazioni di centauri, (Due ruote per la speranza e Free Chapter V45 Harley Group Umbria) hanno donato alla Asl di Brindisi tre piante di Leccino. Le piante, già abbastanza cresciute (superano il metro), sono state messe a dimora negli spazi verdi che avvolgono l’ospedale Perrino. Un gesto intelligente e beneaugurante che si commenta da solo.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 6 Gennaio 2021

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