L’Ecomuseo dell’Alta Murgia
Il ‘patto d’azione’ appena siglato fra i comuni di Altamura e Matera per la realizzazione di un Distretto Rupestre Appulo-Lucano rilancia il concetto di ‘museo diffuso’. E’ quest’ultimo un modo, recentissimo e nuovo, di ‘raccontare’ un territorio su base tematica ; ciò avviene armonizzando le risorse culturali presenti in una determinata area geografica. Al contrario di un museo tradizionale, in un museo diffuso (o ecomuseo) nulla si raccoglie all’interno di un edificio, nessun bene culturale viene sottratto al territorio d’origine, non esistono orari che condizionano la visita di un’esposizione. Piuttosto che catalogate e disposte per piani, saloni e sezioni, le ricchezze sono al loro posto, inamovibili dal contesto sociale, culturale ed economico di partenza. Ne consegue una fruizione totalmente diversa, legata a percorsi (anche molto lunghi) da fare a piedi, all’aperto, in mezzo a indicazioni, cartelli esplicativi e luoghi di sosta. Nel caso in questione, il Distretto Rupestre Appulo-Lucano, intende realizzare itinerari di conoscenza le cui tappe siano le maggiori risorse culturali offerte dal territorio, ovvero le tante tracce di civiltà perduta disseminate tra Matera e Altamura. In altre parole fruire di questo Distretto vorrà dire procedere (a piedi) lungo sentieri e carrarecce che dai Sassi di Matera arrivano alla grotta di Lamalunga (dove ‘riposa’ l’Uomo di Altamura) muovendosi fra chiese rupestri, ovili scavati nella roccia, schegge di antica vegetazione, orme di dinosauri, gravine, fabbricati rustici, masserie, muri a secco e altre vestigia della civiltà contadina. Insomma, la prospettiva è quella di una passeggiata più attenta, consapevole di cosa si calpesta o si sfiora’, piuttosto che distratta, volta ad un consumo superficiale della risorsa paesaggistica. Gli ecomusei i Italia cominciano a diffondersi. Il primo (2003) è stato quello Dei Fortini Borbonici ad Anacapri, al quale si sono aggiunti i musei diffusi ‘Delle Miniere di Gomo’ (nel bergamasco) e ‘Della Valsugana dalle sorgenti di Rava al Brenta’ e ‘Del Tesino terra dei viaggiatori’ tra Vicenza e Belluno. Attualmente sono circa un centinaio, quasi tutti di carattere rurale. Pochissime invece le esperienze in ambito urbano (significativa l’esperienza di Torino, dove al di là di interventi di trasformazione e recupero urbanistici, la stessa comunità locale viene fatta rientrare nel ‘sistema’). Quanto alla Puglia, si parla di un Piano Paesaggistico Territoriale Regionale destinato a interessare l’istituendo Ecomuseo della Valle Del Carapelle, l’Ecomuseo del Poggio delle antiche ville a Mola di Bari, l’Ecomuseo della Valle d’Itria e il SESA. Con quest’ultimo acronimo s’intende il Sistema Ecomuseale del Salento destinato a raccogliere i musei diffusi di Capo di Leuca, di Botrugno, di Cavallino, di Cutro, di Castello d’Alceste, di Acquarica di Lecce e Delle Serre Salentine.
Italo Interesse
Pubblicato il 24 Giugno 2016