Cronaca

L’educazione dell’infanzia è importante, meno per il Comune…

I sindacalisti di base sono a dir poco basiti: il Comune di Bari, per l’ennesima volta, decide di pubblicare un bando rivolto alle aziende che operano nel Terzo Settore per il servizio di assistenza specialistica a favore degli alunni diversamente abili frequentanti asili nido comunali, scuole dell’infanzia e primarie e secondarie di I^ grado, ma senza prima aver dato risposta ai lavoratori sociali che vi sono impegnati. Una discrepanza già emersa in due anni di mobilitazioni sostenute dall’Unione Sindacale di Base, mobilitazioni e manifestazioni di protesta puntualmente ignorate da amministratori e dirigenti comunali baresi. E così, nonostante le tante e solite vuote promesse, siamo punto e daccapo: il capitolato del Comune di Bari non pare proprio rappresentare alcun passo in avanti, partendo ovviamente dal nodo della retribuzione. Usb va avanti e punta dritto il mirino. <<Resta un mistero come l’individuazione del contributo orario di ben 23 euro all’ora erogato alle aziende si tramuti in una retribuzione di appena 9 euro orari per i lavoratori e le lavoratrici. Si tratta di un inspiegabile margine di profitto per il gestore, trattandosi di servizi la cui qualità allo stato attuale poggia quasi esclusivamente sulla professionalità e le capacità umane degli operatori e delle operatrici>>. Così come non è dato ancora sapere per Usb come sia possibile anche soltanto immaginare una sospensione non retribuita dal lavoro nei tre mesi estivi. <<Troviamo incredibile che le Istituzioni non si interroghino su come gli educatori e le educatrici possano vivere tre mesi all’anno senza reddito o il ricorso ad alcuna forma di indennità. A questo si aggiunge, si connette e si amplifica il profondo disagio del ritrovarsi, ancora, considerati nei fatti come lavoratori a cottimo, più che subordinati (come eppure prevede il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di riferimento): è impensabile che la retribuzione giornaliera dipenda dalla presenza a scuola del bambino da assistere>>. Insomma, c’è veramente da rimanere allibiti di fronte al disinteresse del Comune di Bari nei confronti delle condizioni lavorative di quasi 250 lavoratori e lavoratrici, immersi nel delicatissimo ruolo sociale,s enza contare che bambini e le bambine su cui il bando interviene sono quasi un migliaio. La convinzione dei sindacalisti di base baresi è che così non è pensabile garantire un <<servizio pubblico d’eccellenza che prescinda dalle condizioni lavorative di chi lo svolge>>. Conclusione? Non si può ancora una volta affidarsi al senso di sacrificio di educatori ed educatrici baresi contando sul fatto che sposino il proprio lavoro come una “missione”. La corda prima o poi si spezza. E come più volte rivendicato da USB, la soluzione più logica e giusta sarebbe l’internalizzazione dei lavoratori e le lavoratrici del sociale, garantendo loro condizioni dignitose e tutte le tutele cui hanno diritto. Scontata, dunque, la richiesta dell’Usb di incontrare i rappresentanti della giunta comunale per vedere finalmente accolte istanze che interessano quell’educazione dell’infanzia che pare aleggiare sulla bocca di politici e amministratori locali esclusivamente nel corso di tavole rotonde e convegni. Ma poi all’atto pratico….(fradema)


Pubblicato il 7 Settembre 2022

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