Legalità, trasparenza e sprechi al Comune: anche i Cinque Stelle latitano
Il Prefetto ha diffidato l’amministrazione Leccese per la mancata approvazione del rendiconto del 2024 nei termini di legge, mentre sull'inesistente decentramento anche i pentastellati sono per "poltrone" inutili e "gettoni" a go-go
Il “Movimento 5 Stelle” a Bari – come è noto – è presente nella Giunta del sindaco Vito Leccese con un assessore, Nicola Grasso, che tra le deleghe affidategli annovera anche quella alla legalità. Però, alla luce di ciò che accade al Comune, sarebbe interessante capire se l’assessore dei pentastellati stia sovraintendendo effettivamente al rispetto della legalità da parte dell’Amministrazione cittadina e, quindi, anche da parte della stessa maggioranza di governo di cui è partecipe il partito barese di Giuseppe Conte, oppure se trattasi soltanto di un’astratta vigilanza su una situazione che, avendo non poche falle nel rispetto concreto della trasparenza amministrativa e della legalità (come è emerso dall’indagine condotta l’estate scorsa dalla Commissione ministeriale di accesso agli atti sulla precedente amministrazione Decaro), necessita soltanto di ammantarsi di una legalità garantita apparentemente dalla presenza nell’esecutivo cittadino di un apposito assessorato al Ramo, quando invece nei fatti il rispetto della legalità è tutt’altro che assicurato. Infatti, i cittadini baresi hanno appreso ieri che il Consiglio comunale di Bari non ha approvato il rendiconto di gestione del 2024 nei termini di legge e che il Prefetto di Bari, Franco Russo, ha diffidato l’amministrazione Leccese ed i 36 consiglieri comunali baresi ad ottemperare a tale adempimento entro e non oltre 20 giorni dalla diffida, a pena di scioglimento del Comune, se ciò non avverrà nel termine supplementare e perentorio di messa in mora. Una situazione di illegittimità, questa eccepita dal Prefetto, che, prima ancora di essere rilevata formalmente dal rappresentante di Governo, avrebbe dovuto forse essere denunciata alla città dall’assessore pentastellato alla legalità presente nell’esecutivo cittadino. Ma non è soltanto il caso di sottaciuto rispetto del principio di legalità (in questo caso amministrativa!) da parte di chi al Comune di Bari ha la cosiddetta delega “alla legalità”. Infatti, è della scorsa settimana la notizia che a Bari i pentastellati solo ora si sono accorti (per fortuna!) che il decentramento amministrativo non esiste o che trattasi comunque solo di un finto decentramento. Motivo, questo, che ha visto i due consiglieri baresi del M5S protestare con l’assessore al Ramo nonché vice-sindaco, Giovanna Iacovone, per la mancata attuazione dell’Osservatorio sul decentramento, che è un organo tecnico-politico introdotto nel Regolamento comunale ben due anni fa, ma mai attuato, per verificare sulla reale attuazione del decentramento amministrativo e, eventualmente, formulare indicazioni per la sua realizzazione. Un Osservatorio per la cui istituzione il Consiglio comunale, lo scorso dicembre, aveva addirittura votato un odg per impegnare la Giunta ad istituirlo entro 90 giorni. Invece, di giorni ne sono trascorsi quasi il doppio, ma dell’Osservatorio sul decentramento al Comune di Bari non c’è ancora neppure l’ombra. Allora è a dir poco paradossale che i pentastellati baresi si siano accorti dell’inesistente decentramento e della mancata attuazione dell’Osservatorio che dovrebbe vigilare sulla sua attuazione, invece non si siano ancora accorti degli esosi che il Comune sostiene inutilmente per i politici dei cinque finti Municipi cittadini, che finora sono stati solo “utili” a determinare (a spese dei già ultra tartassati contribuenti baresi!) la ricerca clientelare e capillare del consenso al momento delle elezioni. Ragione, questa, per la quale verosimilmente anche l’opposizione di centrodestra al Comune di Bari, lo scorso ottobre, si è schierata a favore del ripristino al massimo consentito di compensi ormai facoltativi per i rappresentanti dei Municipi, nonostante a Bari trattasi di istituti da sempre privi di effettive responsabilità gestionali. Una clamorosa e scandalosa contraddizione, questa degli emolumenti al massimo consentito per dei rappresentati privi di funzioni, su cui non solo non hanno detto nulla i due consiglieri del M5S che nell’aula “Dalfino” hanno votato lo scorso ottobre per il ripristino al massimo consentito, ma su cui anche l’assessore in quota pentastellati ha taciuto, dimenticando che a livello nazionale il M5S si erge a “paladino” dei tagli ai costi della politica, mentre al Comune di Bari i suoi rappresentati tacciono, avallando addirittura i costi “inutili” e “facoltativi” della politica, quali sono per l’appunto quelli per i politici di cinque Municipi cittadini senza effettive funzioni di gestione, con uno scandaloso spreco di risorse pubblica, in una città dove onere urbanistici, imposte e tasse comunali sono tra i più alti dei gradi Comuni italiani. Pertanto, nel Capoluogo pugliese il M5S di Giuseppe Conte, dopo essersi accorti a posteriori dell’inesistenza dell’Osservatorio sul decentramento, avendo prima avallato gli esosi ed inutili costi di un inattuato e, forse, inattuabile decentramento, ora con la richiesta tardiva e perentoria di istituzione di detto “Osservatorio” verosimilmente si sta rendendo anche avanguardista della “foglia di fico” che dovrebbe consentire all’amministrazione Leccese di continuare a Bari con la farsa dei finti Municipi cittadini. In tal modo, quello che in teoria era il partito “anti-sistema” , ovvero il M5S, anche al Comune di Bari potrebbe diventare (come, per altro, si è già verificato alla Regione Puglia!) il miglior garante della vecchia e peggiore politica degli sprechi e degli sperperi di denaro pubblico. E coloro che negli ultimi 16 anni si sono definiti in politica garanti per eccellenza della legalità, trasparenza e della lotta agli sprechi, quindi del rispetto dei cittadini, al Comune di Bari nei fatti evidentemente sono solo a rimorchio del centrosinistra barese, e in particolare del Pd, oltre che anch’essi, con tutta evidenza, alla spasmodica ricerca di “poltrone” e “gettoni” finanche per gli “inutili” e “dispendiosi” cinque Municipi cittadini.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 21 Maggio 2025