Cronaca

Legambiente: “Parlano di Parco, però poi si autorizza la speculazione”

«La Conferenza di Servizi sulla realizzazione di un ‘resort’ a Costa Ripagnola ci lascia perplessi>>, mettono le mani avanti i rappresentanti di Legambiente/Puglia in vista dei prossimi atti decisionali adottati dalla Regione ed enti annessi a tutela del territorio, che dovrebbero aprire la strada a un parco regionale nuovo nell’area compresa tra Polignano a Mare e Monopoli. E invece, stando alle ultime voci circolate sui canali sociali nei giorni scorsi, la Soprintendenza ai avrebbe autorizzato la “ristrutturazione” di trulletti deposito in camere/suite di albergo, mentre l’Autorità di Bacino dichiara che la lama, a seguito di un tombamento non autorizzato, perde le proprie peculiarità funzionali e ambientali, quindi semplicemente non esiste. Ergo, Legambiente ritiene che l’Ufficio urbanistica regionale avrebbe dovuto garantire più ampia presenza delle associazioni ambientaliste, sottolineando che i trulletti non vanno considerati “singolarmente” come interventi di restauro e risanamento conservativo ma, invece, prefigurano un cambio di destinazione dell’area per la realizzazione di un “albergo diffuso”. Inoltre, confermando la valenza della Valutazione di Impatto Ambientale nel procedimento PAUR, la Regione Puglia supera le argomentazioni che il Comune di Polignano ha posto alla base del ritiro in autotutela delle proprie autorizzazioni, facendole venir meno con le varianti approvate. Non è ammissibile istituire un nuovo Parco regionale e al contempo autorizzare interventi speculativi che favoriscono il consumo di suolo. Insomma, Ruggero Ronzulli, direttore di Legambiente Puglia, nutre qualcosa di più che semplici sospetti sull’iter e sui risultati della Conferenza di Servizi lunedì scorso, primo marzo, sull’eventualità di un a struttura alberghiera tra Cozze, Polignano e Conversano, pochi chilometri a sud del capoluogo, sulla costa. L’associazione ambientalista attende, in ogni caso, il verbale della conferenza, con le motivazioni del drastico cambio di rotta della Regione e per poter esprimere poi un parere più dettagliato sulla vicenda. E di conseguenza, se si confermasse la linea del deturpamento del territorio costiero, intraprendere le azioni necessarie, preservando l’area di interesse naturalistico e paesaggistico. Per dirla tutta e in breve, il destino del Parco Naturale Regionale di Costa Ripagnola resta incerto. Anzi, nubi ogni giorno più scure si addensano sul prospetto costiero barese, protetto (…si fa per dire) da una legge approvata dal parlamentino pugliese ‘obtorto collo’, nel corso dell’ultima seduta utile prima del rompete le righe del 28 luglio 2020. E così anche altri comitati e associazioni ambientaliste, dai ‘Pastori della Costa’ e ‘Gabbiani del Parco’,a quella  contro la ‘discarica Martucci’, passando per il FAI e fino ai Verdi, stanno con occhi aperti e orecchie tese. Magari coi cartelloni di protesta già pronti contro quel progetto privato che, proprio a Ripagnola, disegna una costa-costellata da trulli/resort e strutture alberghiere di varia ampiezza, natura e cubatura.

Francesco De Martino


Pubblicato il 5 Marzo 2021

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