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L’Ente ci ripensa? Forse per la pausa caffè non si passa più dai tornelli

Potrebbero essere bastati pochi giorni, per convincere l’amministrazione regionale a ritirare l’ordine di servizio per costringere i dipendenti di stanza a Japigia, nel plesso di via Giovanni Gentile, all’uso del ‘badge’ di servizio per recarsi al bar/spaccio interno. Da un paio di settimane, infatti, nel bar che praticamente non è più interno, si accede uscendo dai tornelli (si dice per motivi di sicurezza) dopo chela porta REI interna è stata sprangata. E così impiegati e funzionari, per recarsi ad acquistare una bottiglietta di acqua, mangiarsi un panino o sorseggiare la classica tazzina di caffè, debbono timbrare l’uscita dall’ufficio. E recuperare il debito orario. Sicchè, tanto per essere ancora più chiari, una volta usciti dal tornello col ‘badge’ di servizio per andare al bar a rifocillarsi, ogni dipendente dell’ente regione Puglia dovrà recuperare quei dieci minuti (minimo) che vengono tagliati automaticamente, anche se al banco del bar ci si mette di meno. Ora si dice che il capoarea del settore Organizzazione Albanese, che non sapeva nulla di certe decisioni un po’ campate in aria, stia già pensando di ritirare un atto finito immediatamente nel ‘sacramentario’ già nutrito del personale regionale, in cui già non mancano atti degni di uno ‘stalag’. Dipendenti regionali che, come detto, hanno tanti altri problemi, da dover pensare a recuperare il debito orario per aver tardato qualche minuto durante l’antica e irrinunciabile pausa caffè. Del resto nei giorni scorsi è subito circolato un risentito documento del <<Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità e la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni>> che già due settimane fa, non appena preso atto del provvedimento di chiusura della porta interna che conduce al bar, firmato dal Servizio Economato, ha a sua volta firmato con la presidente Magda Terrevoli una nota scritta. Rivolta al segretario del presidente Venneri e ai dirigenti interessati. Tutto dunque è cominciato il 19 giugno, quando la porta interna di comunicazione verso il punto ristoro è stata chiusa, creando “sorpresa” e soprattutto “disagio” tra i dipendenti, a causa dei rilievi in seguito a una visita ispettiva dei Vigili del Fuoco. In effetti, però, gli stessi Vigili del Fuoco non hanno avuto niente da ridire sulla modifica, poiché quella porta antincendio equivarrebbe ‘a un muro’. Fatto ancor più grave, invece, il certificato di prevenzione incendi del plesso ancora in via di completamento in via Gentile (sede unica regionale pugliese) che non è stato ancora rilasciato dai responsabili del Comando VVFF. Allora ricapitoliamo: qual è il vero motivo del provvedimento che sta facendo inviperire i dipendenti regionali? Perché una decisione del genere è stata assunta, peraltro, senza procedere di concerto con gli altri dirigenti e, soprattutto, coi rappresentanti dei lavoratori? Per dopodomani, casomai l’ente non dovesse innestare la retromarcia, è stata già indetta un’assemblea di tutti i dipendenti di via Gentile da Carlo Cirasola, segretario del sindacato <Csa-Autonomie/Regioni> per chiedere, appunto, il ritiro d’un provvedimento che, oltre a creare disagio tra i dipendenti, danneggia anche il gestore del punto ristoro aziendale.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 1 Luglio 2017

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