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Leonardo Benedetti: “Bari un’emozione unica”

Un’amicizia straordinaria con Gregorio Morachioli ma soprattutto un obiettivo comune, continuare a scrivere una pagina emozionante con il Bari

Il Bari vola in campionato e fa sognare i propri tifosi, a prescindere dal chiacchiericcio sterile e dalle tante polemiche, alcune davvero inopportune e di bassezza perché provenienti da emittenti e giornali provenienti da ambienti liguri, ma non solo perché dal Pisa stesso, si è scatenato un caos dopo il gol-vittoria dei biancorossi nel finale. Le partite si vincono, pareggiano e perdono sul rettangolo di gioco, bisognerebbe imparare tutti ad accettare i verdetti del campo ma invece il calcio moderno è sempre più svolto nelle Aule e stanze de bottoni, tra un ricorso ed un altro e tra le polemiche ed insulti sui social, passando da tv e Testate Giornalistica, con quella deontologia decantata ai corsi dell’Ordine dei Giornalisti ma che poi non viene messa in atto. Uno dei protagonisti della cavalcata del Bari è Leonardo Benedetti divenuto protagonista non subito ma dopo un po’ di partite si è ritagliato un ruolo da protagonista e sinora ha disputato ventisette presene condite da un bellissimo gol contro il Brescia a ritorno e due assist. Ieri, in conferenza stampa ha parlato Leonardo Benedetti, al quale gli ha fatto visita nel corso della chiacchierata con la stampa anche il suo amico ed ex compagno di squadra allo Spezia, Gregorio Morachioli. Pertanto il numero 80 biancorosso ha esordito così: “Sono felice del mio percorso, quest’estate ho scelto fortemente Bari perché era uno step importante per la mia carriera. Sono contento di aver fatto la scelta giusta, lo dice il percorso che sto e stiamo facendo. Non mi sento un predestinato ma mi sento un ragazzo che crede nel lavoro”. Sulla sua duttilità tecnico-tattico: “Avevo già giocato sia da mediano che da mezzala. In questo contesto poi dimostrare il proprio valore è anche più facile”. Sul modulo adoperato da Mignani: “Giocando in quel modo bisogna cercare più equilibrio tra i due centrocampisti centrali. Poi avevamo Gregorio Morachioli a sinistra che ci ha dato una grossa mano. A quattro magari penso a mantenere più l’equilibrio”. Sul rapporto con il suo compagno di squadra ed amico stretto Morachioli: “Ci conosciamo da quando eravamo bambini, avevamo soprattutto un rapporto di amicizia. Per me è un fratello, sono contentissimo di come ha approcciato questo ambiente. Ha dimostrato il suo valore, che già conoscevo. Passiamo tanto tempo insieme anche fuori dal campo e anche sul terreno di gioco c’è un’intesa particolare. Aneddoti? Usciamo sempre insieme a La Spezia, facciamo parte del solito gruppo da tempo”. Di quel gruppo ha fatto parte anche Mulattieri, Zaniolo e tanti altri giocatori che oggi sono apprezzati professionisti. Un solo gol nel Bari ma ne avrebbe potuti realizzare qualche altro: “Gli obiettivi personali sono importanti perché si uniscono a quelli di squadra. Siamo contenti se arrivano ma non sono fondamentali prima l’obiettivo ambizioso che abbiamo e stiamo lottando”. Su alcuni in ricordi in questa stagione partendo dalla gara con il Cittadella, lo scorso 8 dicembre nel girone di andata: “Nella prima parte di stagione avevo trovato meno spazio ed ero convinto di poter dare di più. Dalla partita di Cittadella mi sono trovato nella condizione di dimostrare il mio valore. Qualche giorno prima contro il Pisa avevo giocato una partita diversa rispetto a quelle precedenti e lì è scattato qualcosa”. Nel corso della conferenza di Benedetti ha fatto irruzione Gregorio Morachioli, nell’inedito ruolo di giornalista irriverente che ha chiesto all’amico: “Come ci si sente a giocare in ciabatte?” La risposta con il sorriso ed ilarità dell’amico: “In infradito il livello di difficoltà è maggiore (ridendo, ndr), mi trovo bene e ti sto facendo vivere un sogno dentro e fuori dal campo”. Benedetti, tuttavia, è di proprietà della Samp, ultima in classifica in A e con una situazione societaria critica, ma sul futuro il giocatore ha ammesso di essere preso solo dalla prossima partita: “E’ un momento troppo importante della carriera, stiamo facendo qualcosa di incredibile ma potremmo fare qualcosa di straordinario. Non ho ancora pensato al mio futuro”. Meno quattro alla fine: “Nel momento in cui siamo le motivazioni sono altissime, la difficoltà sulla prossima partita è sicuramente alta. L’avversario verrà a giocarsi la vita per salvarsi. Ora sono tutte battaglie”. Dall’Imolese al Bari, giocando la A: “Eravamo un gruppo forte e tra mille difficoltà siamo riusciti a salvarci. In un anno ho vissuto un percorso importante”. Sul numero ottanta che indossa, il giocatore del Bari ha risposto: “Volevo il numero 8 ma era occupato. Quindi ho scelto l’80”. Chiosa finale sul Bari che sta facendo giocare e con successo tanti giovani promesse del calcio italiano e non solo: “Noi giovani abbiamo risposto presente alla chiamata e siamo stati aiutati dall’allenatore e dai compagni. In Italia ci sono tanti giovani forti, anche in C l’anno scorso ho incrociato tanti giovani forti. Bisogna saperli gestire e farli crescere”. Con il tecnico Mignani, infatti non si gioca per la carta di identità ma chi merita. (Ph. Tess Lapedota).

M.I.


Pubblicato il 28 Aprile 2023

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