Cultura e Spettacoli

L’equivoco della ‘vergine’ venne messo a tacere

Nato a Gravina nel 1659, Pietro Francesco Orsini divenne Papa nel 1724 col nome di Benedetto XIII. Uomo pio, modesto e nemico della pompa, il nuovo pontefice non brillò per malizia. Per il modo in cui riponeva fiducia del prossimo – del quale limite in molti approfittarono – si disse che “alla semplicità della colomba non accoppiava la sagacità del serpente” (Audisio). A volte si faceva prendere da capricci senili che spesso gli si ritorcevano contro. Clamoroso l’affare della Fontana di Trevi. E’ noto che la monumentale opera, così come possiamo ammirarla oggi, è il risultato di una serie di trasformazioni protrattesi nel corso dei secoli e che hanno visto più Papi protagonisti. Quando fu il turno di Clemente XIII, il pontefice gravinese anziché rivolgersi ai più noti architetti del tempo, forse per campanilismo o forse per risparmiare, preferì solo artisti meridionali. Mal gliene incolse, soprattutto quando si affidò allo scultore napoletano Paolo Benaglia per la realizzazione della statua della ‘vergine’ destinata forse al piedistallo che precedentemente il Bernini aveva sistemato al centro delle – allora – due vasche. Ricevuta la commissione, l’artista partenopeo l’eseguì ‘alla lettera’ senza prendersi la briga di documentarsi. Il suo abbaglio sarebbe ancora sotto gli occhi di tutti se di quella statua non se ne fossero perdute le tracce durante i tanti rifacimenti a cui la Fontana di Trevi è andata incontro. Ma sarà il caso, prima, di spiegare una cosa. La storia della più nota fontana del mondo è legata a quella della costruzione dell’Acquedotto Vergine (che risale ai tempi dell’imperatore Augusto), condotta idrica ancora oggi in funzione e che nel XII secolo portò l’acqua in una località detta Trebium, che potrebbe essere all’origine del nome ‘Trevi’. Secondo una leggenda riportata da Sesto Giulio Frontino, una ragazza (una ‘virgo’, cioè una vergine) avrebbe indicato agli scavatori il punto dove lavorare di piccone per portare in superficie una falda da incanalare nel nuovo acquedotto, che dunque venne chiamato ‘Vergine’ a ricordo dell’episodio. Ebbene, tornando a Benaglia, questi fraintese vergine con Vergine e scolpì una statua della Madonna…  Insomma, una scultura religiosa invece che laica. Come è possibile che la clamorosa svista sia passata sotto il naso di tutti ? La nostra idea è che così non sia stato, ovvero che qualcuno tra i direttori dei lavori abbia notato l’equivoco e ne abbia messo a parte il vecchio pontefice. Clemente XII, figura bonaria, volle vedere nello sbaglio un segno del Cielo e lasciare il mondo com’era? O forse l’imbarazzo generale, in mezzo a un ben immaginabile rimpallo di accuse, consigliò a tutti di non intervenire ; anche perché se Benaglia era innocente si sarebbe dovuto comunque pagargli la statua della Madonnma e commissionare a lui ad altro altra scultura. E con gli sprechi, il buon papa pugliese non andava d’accordo.
 
Italo Interesse
 


Pubblicato il 2 Febbraio 2012

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio