L’esercito degli abusivi: sempre più affittacamere e B&b irregolari
Turismo ancora sotto schiaffo: le strutture ricettive illegali (b&b, affittacamere e affini) sono aumentate in maniera esponenziale e non più solo nelle metropoli o nelle grandi mete turistiche come Firenze, Milano, Roma e Venezia, ma un po’ dappertutto. Da queste parti gli affittacamere abusivi assurgono sempre più spesso agli onori della cronaca giudiziaria per vicende di favoreggiamento alla prostituzione: un ulteriore danno al nostro turismo causato dall’abusivismo alberghiero che la Federalberghi continua a denunciare con costanza negli ultimi anni. “L’abbiamo scritto in tutte le forme – afferma Francesco Caizzi, presidente della Federalberghi Bari-Bat e Puglia – l’abbiamo denunciato in tutti i contesti e continuiamo nella nostra battaglia contro il fenomeno dell’abusivismo che, al netto degli ultimi gravi episodi di cronaca giudiziaria, non fa altro che danneggiare il nostro turismo, alimentare l’evasione fiscale a danno delle casse comunali e statali e mettere a rischio la sicurezza dei cittadini”. “Tutta la nostra Federazione – continua Caizzi – è impegnata a collaborare con la Guardia di Finanza e gli altri organi dello Stato mettendo a disposizione tutte le informazioni in suo possesso affinché possa essere stanato il “nero” e ripristinata la legalità. Abbiamo indicato una linea d’azione intransigente di legalità contro l’abusivismo del settore, che investa tempo e risorse a rimettere nelle regole gli illegali di Airbnb (oltre 22mila proposte in Puglia) e reprima con severità gli speculatori di “case pollaio” e di altre truffaldine forme di accoglienza. Grazie alla sostanziale assenza di controlli, il fenomeno è proliferato in modo indiscriminato, allontanandosi dall’originario principio ispiratore e dando luogo a fenomeni di concorrenza sleale, che arrecano danno tanto alle imprese turistiche tradizionali quanto a coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza”. E non è finita. “Le nostre proposte per arginare l’abusivismo – conclude il presidente degli albergatori baresi e pugliesi – contemplano, tra l’altro, l’attenzione degli organi di vigilanza su coloro che svolgono attività turistica senza essere muniti delle necessarie autorizzazioni oppure oltre i limiti sanciti dalle stesse. Prevedono controlli su internet, al fine di individuare e stanare gli abusivi che offrono i propri servizi anche on line, onde evitare che gli esercizi abusivi offrano un comodo rifugio a chi vuole sfuggire ai controlli delle forze dell’ordine. Auspicano, inoltre, che alla polizia municipale sia consentito di accedere ai dati aggregati relativi alla comunicazione degli alloggiati”. A Bari, molti forse l’hanno scordato, poco più di quattro anni fa scoppiò fragorosamente il caso delle residenze universitarie camuffate da alberghi a tre o quattro stelle, dove a prezzi per niente abbordabili soggiornavano turisti, manager e imprenditori danarosi al posto dei poveri e squattrinati studenti universitari. La denuncia, come si ricorderà, partì a settembre 2012 da Antonio Vasile, all’epoca vice presidente vicario Federalberghi Bari-Bat e imprenditore alberghiero con oltre 400 camere tra Bari e Palese, che decise di vederci chiaro in una piaga che – come detto – nasconde qualcosa di più della semplice concorrenza sleale, una volta addentrati in campi come abusivismo della professione alberghiera e forse anche edilizio, con presunte forzature sulle destinazioni urbanistiche, ma anche con l’utilizzo di facilitazioni fiscali destinate a residenze universitarie per poi trasformarsi in veri e propri alberghi. Come si ricorderà, nel mirino finì la struttura “Campus X” di via Amendola, a Bari: residenze universitarie, vincolate nella loro destinazione d’uso, utilizzate come alberghi, con 600 posti letto che secondo le denunce potevano addirittura essere utilizzate come una specie di cittadella sportiva per ospitare centinaia di atleti e accompagnatori, come emergeva dall’esposto presentato in Procura da Franco Caizzi, presidente di Federalberghi. La struttura che pareva funzionare come un vero, grande albergo, infatti, era stata realizzata in forza di Permesso di Costruire e successiva variante con destinazione d’uso di alloggio per studenti e strutture annesse esclusivamente a carattere universitario, mentre l’area su cui sorgeva –si leggeva nell’esposto di Caizzi- risultava classificata nel PRG del Comune di Bari come «area per attrezzature universitarie statali, nelle quali era ammessa la costruzione di attrezzature ed uffici per l’insegnamento, la ricerca, la residenza di docenti e di studenti», poi destinata anche ad ordinaria attività alberghiera, per l’apertura di un albergo a tre stelle. Concessioni successivamente revocate a raffica, anche se il Comune prima ritirò il nulla osta e subito dopo diventò soggetto promotore di “un sistema di accoglienza per atleti, nonché per i loro tecnici e accompagnatori ufficiali in occasione di eventi e manifestazioni sportive ufficiali e patrocinate dal Comune di Bari”.
Francesco De Martino
Pubblicato il 26 Gennaio 2018