Cultura e Spettacoli

Lettera a don Luigi Merola il prete Pdl anticamorra

E – grege don luigi merola,prima di tutto una Domanda: “Come concilia il suo impegno anticamorra con l’aver lei sposato il pdl, berlusconi e nitto palma ? I Dubbi, che Originano la nostra Domanda, lei, che è un giovanotto sveglio, perspicace, può intuirli senza  bisogno di altre Sillabe da Parte Nostra”. Abbiamo Letto alcuni stralci del suo intervento nella giornata inaugurale del festival  internazionale ”E’ Storia”, che s’è tenuto a Gorizia. Diciamo subito che la de filippi, assieme al suo compagno, maurizio costanzo, bisognerebbe esiliarla in una “location” orba di “animalia” in grado di udire i suoi grugniti, ché  è la donzella, ormai, la punta del “blob” (termine inglese che significa: ”massa priva di forma e di consistenza”) che la più importante tv commerciale, la berlusconiana “mediaset”, ha propinato, propina agli inermi, ignari, culturalmente, italiettini  per rincretinirli e  nel deserto intellettuale, culturale dell’ incretinimento scavare le buche per affondarvi i pilastri dell’immane, perentorio percorso nel politicume italiota del suo chiacchieratissimo proprietario. Lei, don merola, pretenderà,  giustamente,  da NOI che la parola ”massa” sia agganciata da un complemento di specificazione. Allora, NOI Specifichiamo: “massa” informe, che ”non Forma, né Informa”, di parole, di immagini, di corpi giovani, perfino, belli, di corpi decrepiti, esibita per esemplificare: che la parola non deve essere il tramite di un’Idea da Realizzare; che i corpi giovani o vecchi, senza testa, non devono essere Umanizzati in Soggetti di Storia o della loro Storia, in loro Infondendo, da parte di buoni Pedagoghi, l’Etica del  Lavoro, dello Studio, del Sacrificio, della Fatica, della Rinuncia, dell’Umiltà, della Capacità Critica, non spocchiosa, ma devono, per avere un grano di madiatica visibilità o, secondo la Verghiana Legge della “Selezione Naturale”, ché ad un esiguo numero di essi il successo arrida, rassegnarsi alla squallida “oggettualità” buona per tutti gli usi e consumi. Che orrore il programma della de filippi “Uomini e Donne” (Titolo, assolutamente, inappropriato, dato che la “Virilità” del “Vir”, non del maschio, Implica il Coraggio delle Scelte Esistenziali, Politiche, Intellettuali Inattuali, non coristiche; in questo senso anche le “Dominae”, le Donne, non le femmine, possono Essere Virili, poiché la “Virilità” che Connota l’Uomo, non il maschio, Ripetiamo, la Donna, non la femmina, Ripetiamo, non è affare che possa essere di pertinenza dei genitali. La “genitalità” della virilità coinvolge tutti gli “animalia”, gli esseri viventi: quelli che, immeritatamente, vengono definiti “uomini” e quelli che, sconsideratamente, vengono definiti ”bestie”. Mentre NOI CI Riferiamo alla “Virilità” del Cuore e della Mente, da Pochi Posseduta nel Tempo e nello Spazio sul Pianeta Terra!), seguitissimo non dalle Sartine o dai Ragazzi di qualsiasi Bottega Artigiana, Specie Umana scomparsa dalla biodiversità mondana, ma dalla canea di ragazzini e ragazzine scolarizzate per accelerare e completare il loro processo di regressione “ad vaginas, ad uteros” e ”ad mentulas”, totalizzanti il loro essere ed esistere miserabili. Lei, don merola, dice: ” I ragazzi bisogna toglierli dalla strada, dalla tv spazzatura e dal web”. Ci perdoni, se usiamo il quasi adagio,”stavamo meglio, quando stavamo peggio”, banalissimo che, “tamen”, rappresenta benissimo l’odierna drammatica involuzione di una società, evoluta economicamente, i cui benefici sono, ognora, riservati ai soliti noti (nell’italietta di oggi il 10% delle famiglie s’acquartiera nell’ oltre il 50% della ricchezza nazionale, le briciole da dividere tra il 90% degli italiettini), ma, inguaribilmente, peggiorata dal punto di vista delle umane relazioni ché. culturalmente, in declino, in cui non c’è possibilità alcuna di trovare un’Oasi Pedagogica ove allevare i nostri bambini, che diventeranno giovani  che, senza di Essa, non avranno un Futuro dignitoso, giammai. Ecco come 50 o 40 anni fa si toglievano i bambini, i giovani dalla strada, sì che non si parlava di microcriminalità, del famigerato bullismo. Dai 6 ai 10-11 anni i bambini erano inseriti nel ciclo della scuola primaria, dalla quale  essi Uscivano, senza fallo, Alfabetizzati, Sapevano Benissimo Leggere e Scrivere e Far di Conto, cioè Possedevano, a menadito, quei Fondamentali che  Gramsci Riteneva dovessero Appartenere alla Cognizione di Tutti i Cittadini Italiani, sui quali o con i quali Costruire le Grandi Cattedrali dell’Ingegno Italico. “In illo tempore”, pochissimi fortunati, privilegiati arrivavano all’Università e alla Laurea, pochi al Diploma, molti al Diplomino della secondaria di primo grado, moltissimi si fermavano alla Licenza di quinta elementare. La scuola, cioè, per moltissimi era un Dono di cui Fruire per pochissimo tempo e dal pochissimo si cercava di estrarre il massimo del Sapere e non la Famiglia, tanto meno la Scuola erano così, fottutamente, buoniste, permissive da tollerare che il bambino rimandasse a domani ciò che poteva, doveva essere fatto oggi. Molti di questi bambini, divenuti adulti, pur con l’elementare Licenza, riuscivano in impieghi pubblici e privati a svolgere con profitto delicate funzioni impiegatizie di concetto e, se si fossero dati alla carriera militare, riuscivano a conquistare la greca di sottufficiali (Ieri, don merola, con la quinta elementare, oggi, nemmeno con la laurea,”capisc a NOI!). Mentre  oggi, di tolleranza in tolleranza, di rimando in rimando, si arriva alla laurea e si commettono strafalcioni ortografici, grammaticali, sintattici, non si sa fare di conto, la comprensione di un testo è, disletticamente, problematica, anche perché si legge, raramente peraltro, male. Esaurito il ciclo della scuola primaria, il bambino dal Padre Saggio ”temporis acti” veniva portato dal Maestro,  di cui Egli aveva assoluta Fiducia, al quale Chiedeva: “Mio figlio deve Continuare negli Studi o deve Incominciare a Imparare un Mestiere?”.  Il Responso del Maestro era in ogni caso un Vaticinio Beneaugurante. Se il suo pollice era in su per la Scuola, il Genitore dell’imberbe, avviato a percorrere tutti i gradi dell’Istruzione, Si Disponeva a venderSi pure i capelli per permettere a suo figlio di Realizzarsi con un Titolo Accademico in una Professione; Se il suo pollice era in su per la Bottega, il Genitore dell’imberbe, avviato alla nobile Creatività di un Mestiere, Si recava dal Maestro Artigiano e Gli Intimava: ”A mio figlio Insegna il Mestiere e l’Educazione”. I Pochi Rampolli di Famiglie, economicamente, Umili, che, eroicamente, Compirono gli Studi fino alla Laurea, Divennero apprezzatissimi Professionisti o, temuttismi, per la loro Integrità Morale, Onestà, Magistrati o alti Burocrati di Stato competentissimi; i Moltissimi Rampolli di Famiglie, economicamente, Umili, Indirizzati a un Mestiere, Divennero ottimi Cittadini, prima di tutto, e Titolari di prospere, attive Botteghe artigiane. Don merola, lei, come molti coristi (le chiedo scusa se la inserisco in un coro laico), ritiene che la scuola, quella di oggi, sia la panacea di tutti mali italiettini, dimenticando, molto colpevolmente, che il Rinascimento è stato partorito dalle Botteghe Artigiane; bambini di umili origini Divennero i Caravaggio, i Michelangelo, i Cellini, i Leonardo ecc., ecc., ecc., ecc.! Non ci fu il figlio (seguito da famosi precettori) di un nobile del tempo o di un banchiere usuraio  che potesse accampare diritti di partecipazione all’ Epopea della Bellezza Rinascimentale. Lei parla di scuola; la nuova ministra del “miur”, tal carrozzo, parla di scuola;  a bologna, referendariamente, si stanno scannando, se dare o non dare alle scuole paritarie contributi pubblici, quando la Costituzione Italiana all’Art. 33, 3° Comma, Stabilisce ”tout court” che ”enti e privati hanno il diritto di istituire scuole e istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”. Lei, comunque, la ministra, i genitori di oggi che straparlano di “tempo pieno o prolungato”, di asili negati, mentre,  ipocritamente, nel loro intimo becero ambiscono, soltanto, a togliersi dalle scatole il più possibile i loro “cuccioli” rompiballe che la pochezza della loro “pseudopaideia” ha resi tali, avete mai messo piede in una scuola, vi siete mai preoccupati di informarvi dei Progressi Umani, Intellettuali, della Quantità, della Qualità di Competenze che i ragazzi al compimento di ogni ciclo scolastico hanno acquisito ? Vi siete, tutti quanti, domandati se il ragazzo, anno dopo anno sui banchi di scuola, ha  Recepito la Responsabilità di Essere una “Particola” ineludibile di una Comunità, di un Tutto al quale deve Dare con Passione il suo Contributo e  Richiedere da Esso ciò che gli compete a seconda dei suoi meriti, delle sue capacità, dei suoi bisogni ? Soltanto Chi ha trascorso 40 anni circa su cattedre malmesse di scuole a rischio simico, come  NOI, ha il Diritto, la Conoscenza delle situazioni, per Urlare ai quattro venti: “Perché finanziare la scuola pubblica o paritaria, per produrre a quintali cervelli d’asino, bulli, delinquenti, cretini, ché questo è il progetto politico delle oligarchie al potere che ieri con tutti i mezzi a disposizione creavano difficoltà all’ingresso delle masse nella scuola, oggi, non potendo negare l’ingresso in essa ad esse, si adoperano che  esse da essa escano analfabete ? Vi siete, mai, presa la briga di conteggiare a quanti giorni di lezione nei 13 anni curricolari un ragazzo partecipa, se si escludono i giorni in cui, “motu proprio”, si sottrae alle lezioni o in cui viene ad esse sottratto dai suoi giustificati eventuali problemi fisici ma, anche, da tutte le cazzate che s’inventano i suoi genitori, i suoi insegnanti sessantottini e post, le autorità scolastiche  periferiche e centrali, perfino il capo dello stato, lei, don merola, la ministra in ansia ché la scuola italiettina avrebbe bisogno di più finanziamenti, i genitori dei ragazzi di oggi che nel 1968 avevano 20 anni o che nel ’68 nascevano e oggi sono ultraquarantenni?”. Qualche giorno fa, 20 mila ragazzi a scialare a palermo, sollecitati, ispirati, malamente, dal presidente del senato, grasso, dalla ministra  carrozzo, con il pretesto di ricordare Falcone e Borsellino. Molti di loro non sapevano, neanche, chi fossero stati, cosa avessero fatto Coloro da ricordare e, intervistati, non facevano altro che ripetere, monotonamente, che erano stati due eroi, cincischiando il bla bla, bla assaporato dai loro insegnanti scansafatiche e dai media. Lei, don merola, la ministra, il dirigente, gli insegnanti, i genitori della scuola Morvillo – Falcone in brindisi, vi siete mai chiesti, a quanti giorni di lezione i sedicenti studenti di essa hanno partecipato, da quando un pazzo criminale fece esplodere una bomba che uccise la povera Melissa e ferì gravemente altre ragazze ? Non vi siete accorti della malafede dei vostri giovani che, pur di giustificare la loro ignavia fannullona davanti a quello straccio di coscienza, nonostante tutto, in essi biascicante,  non vedono l’ora di apprendere che vicino a loro o da loro lontano si sia verificato un fattaccio cruento per inscenare, organizzare manifestazioni, schiva lezioni, che possano durare, anche, mesi ? Preti sessantottini o post, insegnanti, autorità scolastiche “similes cum simillibus facillime congregantur”, genitori, tutti in combutta, iniziati alla qualità di vita piccolo – borghese ché privi di strumenti culturali  per trascenderla; di quel manzoniano “latinorum”, da sempre, ”machiavello” per mettere in soggezione le masse, a dir poco, da parte delle classi egemoni di turno, ma che sarebbe stato, sarebbe utile a chi non aveva, non ha mai avuto voce, né di voce capacità, ove fosse stato, fosse metabolizzato nelle scuole e usato nelle piazze e nelle conquistate assemblee istituzionali  democratiche in difesa dei Diritti inalienabili dell’Uomo e del Cittadino. Infine, tutti, falsamente, marxisti, se, da parte dei sessantottini originali o d’imitazione, si gettano alle ortiche le Grandi Culture Classiche, in quanto Marx Proclamava che la Cultura, la “Weltanschauung dei Leopardi et “Similia” (sostituita dal libretto rosso di mao o, donmilaniamente, dalla lettura del contratto dei cipputi metalmeccanici, comunisti nelle ore di lavoro, democristiani nella pausa pranzo, fascisti a letto, o dalla robaccia del web),  pur essendo sovrastruttura, in ogni caso, Agisce sulla struttura economica della società e Contribuisce a Cambiarla. Pasolini in un Articolo (che si può per intero Leggere su “Internet”, digitando:”Aboliamo la scuola media”), Pubblicato dal Corriere della Sera, il 18 – 10 – 1975, a pochi giorni della sua morte, Scandalizzava gli  “aficionados” della scuola diplomificio con due Energiche Ingiunzioni: ”Abolire immediatamente la scuola dell’obbligo (Noi, a dire il vero, chiuderemmo “d’emblée” tutte le scuole dello stivale, se esse, secondo Pasolini, servono a trasformare i proletari e sottoproletari italiettini ”sostanzialmente in piccolo – borghesi, divorati, per di più dall’ansia economica di esserlo”); abolire la televisione” per eliminare la criminalità. E – grege don merola, alla fine della nostra Lettera, a lei indirizzata, Ci deve permettere di rinnovare le nostre scuse al figlio giornalista di un nostro caro Amico, il quale CI accusa, un po’ da  radical – schic, ovvero, con la puzza al naso, di Scrivere, sempre e soltanto, il medesimo Articolo. Tutti Coloro che Scrivono e Pensano, Aggrediscono il medesimo Pensiero da tutte le angolazioni possibili e posizionato nei più vari contesti nei quali è possibile  evidenziarLo.”Si parva licet componere  magnis”, più di tutti e sopra tutti Dante; per non andare tanto indietro nella sua Produzione Letteraria, il medesimo Pensiero Lo Intriga dalla “Vita Nova” alle tre Cantiche della “Commedia”. CI  Preme, tuttavia, Confessare che CI Addolora Immaginare il Destino di tanti giovani “studenti”(???), un giorno sì e l’altro pure “non studenti” (adesso Ci siamo), che domani, pur con la greca dequalificata di un diploma o di una laurea, non avranno altra scelta, una volta scaraventati nel “mare magnum” della vita, se non andare a farsi scannare in afghanistan dai talebani. Molto probabilmente, prima di esalare l’ultimo respiro, se la prenderanno con coloro che avrebbero dovuto preoccuparsi o occuparsi di loro, come Scrisse un Giovane di Lovere (BG), prima di essere fucilato dai nazifascisti, ai suoi genitori: ”Tutto è accaduto perché avete fatto finta che niente stesse succedendo!”. Cordialmente!

Pietro Aretino, già Detto Avena Gaetano

pietroaretino68@email. It.

   


Pubblicato il 28 Maggio 2013

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