Cultura e Spettacoli

Lettera aperta a Umberto Eco

Chiarissimo Professore,

Rivendico la Primogenitura di aver Parlato dell’Importanza della “Memoria”, per la Vita di ciascun Uomo e come collante fondamentale di Uomini inseriti in una Comunità,  “coram populo”, sia pure ad un popolo i cui “confini” non andavano al di là del numero degli scolari, raccolti nelle mie classi, e, certamente, non con l’Autorevolezza che la sua Parola Effonde e Diffonde ”urbi et orbi”. E’ così vero che il Discorso sulla “Memoria” nella disastrata scuola postsessantottina “Magistro Laudem non dabat, ut Poesis atque Philosophia panem non dabant ” e, oggi, peggio, che, a distanza di dieci anni dalla mia “messa in sonno” nella scuola pubblica italiettina, MI ronzano, ancora, nei padiglioni auricolari, pur disastrati da infantili, mal curate otiti reiterate, i fischi, gli eduardiani pernacchi, la taccia di “antidiluvianità” che, non tanto gli imberbi miei scolastici uditori, quanto la ciurma fallocratica e vaginosuddita dei genitori di essi, i presidi (quando MI capita di Parlare o di Scrivere di codesti ultimi nella gerarchia dei masticatori di fatti culturali, ma primi nella gerarchia dei frequentatori dell’idiozia, bè, i fonemi che fanno parte della parola, che indica la inutile funzione dei primi tra pari in scemenza, Mi rimandano ai fonemi che nel dialetto bitontino rimandano alla ”presèute”, cioè alla “cacata”, come ci Informa il Demologo, Dialettologo, Nicola Pice; fuor di metafora, a qualcosa di umano mal riuscito), il sinedrio dei ”pappardellari”di curricolari discipline MI hanno, anno dopo anno, scagliato addosso. Cosa, cordiale Professore, Proponevo di così strano, straniero, scandaloso, eretico ai rampolli degli ortodossi coristi della postsessantottina pedagogia leve, non stressante, fatta di libertari “se volete”.”se potete”, donati a ragazzi in aggiunta a non cogenti inviti a interessarsi di coltivare qualche abilità o competenza ? Proclamavo che le ”Institutiones”, cioè le regole grammaticali, sintattiche di qualsiasi Lingua, o le regole fondanti di qualsiasi Disciplina Scientifica, obbligatoriamente, “senza se, senza ma”, come oggi si  dice, dovevano essere “Mandate a Memoria”; dopo la Memorizzazione ferma, sicura delle regole, occorreva che subentrasse la Ragione che avrebbe dato il “nulla osta” all’Applicazione della regola ai casi concreti.”Tamen”, non MI rendevo conto che, poiché Rivolgevo siffatti pressanti moniti alla Memorizzazione ai ragazzi della secondaria superiore, di 15 anni e oltre, era troppo tardi per fare l’oraziano “Magister plagosus”, in quanto, esigendo ogni stagione della Vita umana particolari impegni, appassionamenti, sollecitare gli scolari a Imparare a Memoria qualcosa, può avere indubbio successo se si ha a che fare con candidi, asessuati, entusiasti ”pischelli” della preadolescenza, non con “armadi”, quotidianamente, impegnati nell’autoerotismo e, oggi, in altro, anche. Infatti, a partire dai 15 anni, è l’Esercizio, equilibrato, pacato, non apocalittico della Razionalità su qualunque cosa, fatti, eventi, sull’incontro o lo scontro con il suo Prossimo, che deve Accompagnare l’individuo, Supportarlo, Ispirarlo, Confortarlo nello scorrere dei suoi anni. Oggi, nella scuola dell’obbligo improvvidi maestrucoli, insegnantucoli si affannano a rompere  i minuscoli maroni dei loro scolaretti, trattando temi, problemi, di stereotipata tendenza, quali, ad esempio, l’inquinamento, la fame nel mondo, il razzismo, ecc., ecc., ecc., tralasciando di Applicarli in ciò che è primevo per essi: Leggere, Scrivere, Far di Conto, una Triade di Abilità  che si avvale di un complesso di regole essenziali per una solida, indistruttibile Preparazione Culturale. Ciò che non s’Impara nel tempo e nel luogo debito, più non s’Impara. Se le “tabelline” non s’inscrivono nella Mente nella scuola primaria, più non s’inscriveranno e avremo bisogno della calcolatrice per ”Far di Conto”; se nella scuola primaria non c’è una testa di cane che metta in guardia i cuccioli dal non apostrofare “un” davanti a un sostantivo che inizi con vocale, quel cucciolo, diventato adulto, andrà a concorrere per un posto in magistratura e  apostroferà “un” davanti al sostantivo uomo. Le regole vanno Memorizzate così come dal passato ci sono state trasmesse: se si omette qualche elemento grammaticale o sintattico di esse, se codesti elementi si antepongono o pospongono, avremo distrutto il Valore Semantico di esse. Anche una Poesia è una Regola dell’Estetica interiore del Poeta. Prendiamo l’ ”Incipit” de ”La sera del dì di festa” di Giacomo Leopardi: “Dolce e chiara è la notte e senza vento, / e quieta sovra i tetti e in mezzo agli orti /posa la luna, e di lontan rivela / serena ogni montagna…”. Proviamo a distruggere il polisindeto che “lega” le aggettivazioni della notte con l’aggettivazione della luna e, infine, con quella della montagna, avremo distrutto la maestosa Rappresentazione della Natura superba nella sua indifferente lontananza dalle sofferenze degli uomini, che vivono sotto i tetti e trascorrono i giorni all’interno degli orti, occupati nella dura fatica del sopravvivere. Non a caso, agli infanti della mia generazione, senza “pietas”, cioè senza devozione nei riguardi della nostra fralezza, i pedagoghi ci imponevano la Memorizzazione “tout court” del “Teorema di Pitagora” e dei Capolavori della nostra Letteratura, per metterci a contatto con le più alte Espressioni della Bellezza, per popolare, come Lei Dice, Professore, la nostra Mente di eminenti Personaggi della Mitologia che nella Realtà dell’Arte, dispiegavano, come in un arazzo, le “Virtù” del Vivere e, nel contempo, per Rendere il “computer portatile”, che è il nostro cervello, quotidianamente allenato dalla Memorizzazione, ognora, più celere nella sua operatività e non corresse il rischio negli anni senza futuro di essere spento nei riguardi del passato e del presente. Gentile Professore, Memorizzazione, sì, “sed” IO non La consiglierei a un mio Discepolo, giammai, non della “Vispa Teresa, e tanto meno della formazione della “roma calcio”. Qualsiasi cosa Somministriamo ai nostri giovani, dovrà Servire a noi “Senes” per trasformarCI in tanti Centauri “Chirone” e ad essi per essere novelli: Aiace, Achille, Asclepio, Peleo, Telamone, Teseo, non  per formare mezze cartucce di quaquaraqua, di ominicchi, di cui il futuro non sentirà il bisogno, avendo già dato una sbirciatina al presente e al passato ed essendosi reso conto di quanti danni siffatto “caccume” o “caccame” umano si sia reso responsabile. Prioritario compito delle Agenzie Educative. quindi, è Formare Uomini che Traggano dalla Memoria Storica l’Incentivo a LiberarSi di quelle sovrastrutture pseudoculturali, divisive di essi in classi, in razze, in nazionalità, per creare solidali, fraterne Relazioni che tengano conto dell’ ”Essenza” di ogni Uomo e non delle sue peculiari caratteristiche, scaturigine del sangue di cui s’è macchiato il fluire dei millenni. Poi, ogni Uomo dovrà essere Persuaso a metterSi in Agonismo con Se Stesso per Migliorare le sue Qualità Fisiche, Spirituali, Intellettuali. Comunque, poiché non potrà superare le sue possibilità di miglioramento oltre determinati parametri, che Usi l’Uomo, per Essere Felice  con gli Altri, per Smantellare le distanze culturali e materiali che Lo rendono dagli Altri irraggiungibile, tutte le più sofisticate protesi tecnologiche, ma sia Egli il Mentore di esse se, ad esempio, la Memoria o il Ricordo di una strage tra i suoi simili Lo dovessero Spingere a, velocemente, Ricercare su “internet” dove, quando fu perpetrata e da esso informarsi come poter raggiungere, facilmente, il luogo dove una Croce segni l’olocausto di aurorali vite spezzate non da uomini, ma da egoismi incarnati in corpi non assurti alla dignità di Uomini, per portarvi un Fiore e una Lacrima e una Promessa, a nome della “social compagnia”di buona Volontà: ”Mai più!”. Gentile Professore, la bellissima “Lettera Aperta”, che Lei ha Scritto al suo Nepotino, Merita che IO Le Ceda, umilmente, la probabile Primogenitura di aver Parlato della “Memoria”, senza la quale saremmo, singolarmente, barche alla deriva senza nocchiero, che è la Conoscenza del passato e degli errori che in esso abbiamo commesso.  La Memoria, quindi, nel presente sia selettiva e Trascenda le nefandezze, che dagli uomini sono state commesse ieri e, per parafrasare Calvino, faccia Trasmigrare nel domani ciò che oggi e ieri l’Uomo ha Creato, con leggiadra “Leggerezza” FacendoSi  Divino.  

Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano

pietroaretino38@alice.it

    


Pubblicato il 14 Gennaio 2014

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