Cronaca

Levata di scudi dalla Puglia contro l’olio non extravergine

“Qualità” e “prezzo” per l’olio extra vergine di oliva italiano, come per ogni altro prodotto della filiera agro-alimentare nazionale, non si coniugano di certo in modo inverso, ma in forma direttamente proporzionale. Principio, questo, che in linea di massima è sicuramente il più significativo ai profani della materia per capire se effettivamente si è in presenza di un prodotto corrispondente a quello dichiarato in etichetta oppure ad un falso. E quindi ad una truffa. Infatti, a conferma di questa elementare regola commerciale, per altro valida da sempre e non soltanto per l’olio, ora c’è un ennesimo scandalo sull’olio d’oliva, commercializzato per extra vergine, portato alla luce appena qualche giorno fa dagli inquirenti della Procura torinese, dopo la denuncia pubblica di un’associazione di consumatori, attraverso la stampa. Una bufera giudiziaria che, come è noto, ha investito alcuni grandi e rinomati marchi del settore. Per il presidente di ‘Confagricoltura’ della provincia di Taranto, Luca Lazzàro, l’inchiesta piemontese ha il merito di aver acceso i riflettori su un problema molto più vasto: “L’inganno svelato –  ha spiegato Lazzàro con una nota – è doppio, sia perché viene ‘spacciato’ in etichetta olio di qualità inferiore ad un prezzo maggiorato, sia perché troppo spesso sono i produttori di olio extravergine ad essere penalizzati da prezzi iniqui che, al contrario, sono troppo bassi per remunerare il lavoro di chi produce trasparenza, tracciabilità e qualità certificata”. “Ed è su questo versante – ha dichiarato inoltre il presidente di Confagricoltura Taranto – che bisogna far chiarezza e giustizia da parte delle istituzioni preposte e anche per quanto compete alla grande distribuzione organizzata, che non può semplicemente far finta di nulla. L’allarme su questi temi suona da sempre, ma ora qualcuno vi ha dato ascolto”. “In queste stesse ore – ha pure sottolineato Lazzàro – i medesimi olii finiti nel mirino della Magistratura torinese continuano ad essere venduti in tutta Italia. I consumatori devono essere consapevoli che comprare un olio d’oliva a 3-4 euro non è ragionevole ed è anche rischioso, mentre è corretto spendere 6-7 euro al litro. Il prezzo è un fattore determinante per acquistare l’extravergine e chi vuol spendere meno compra, evidentemente, un altro  prodotto: ammesso che lo sappia”.  Al riguardo occorre precisare, come ha fatto pure il presidente dell’Associazione degli imprenditori agricoli ionici, che la differenza tra olio definito semplicemente ‘di oliva’ e quello definito invece come ‘extravergine’ non è solo una questione di denominazione. Infatti,  l’extravergine è solo l’olio ottenuto dalla prima spremitura di olive attraverso procedimenti meccanici. I più diffusi sono quello per pressione e quello per centrifugazione della massa ottenuta dalla frangitura delle olive. Quindi senza processi o sostanze chimiche aggiuntive. Il che consente di evitare alterazioni dell’olio la cui acidità libera, per essere un ‘extra vergine’, non deve risultare superiore allo 0,8%. Infatti, solo da olive appena raccolte e di qualità, premute senza altri trattamenti che non siano accennati ed, eventualmente, con la sola filtrazione dell’olio così ottenuto, si ricava extravergine di qualità superire. E ciò è quanto riportato anche nel regolamento CE 1513 del 2001. Per non parlare, poi, del contenuto lipidico e di antiossidanti, tanto importanti dal punto di vista nutraceutico, presente solo nell’extravergine, perché  in tutti gli altri oli sottoposti a processi di estrazione non solo meccanici, ma misti, od a raffinazione i contenuti di lipidi ed antiossidanti vengono, in pratica, quasi completamente dimezzati o persi. Quindi, è fondamentale per i consumatori essere messi esattamente al corrente dell’effettivo tipo di olio che si appresta ad acquistare. Ed in questa battaglia “Consumatori e produttori  stanno dalla stessa parte” ha affermato ancora Lazzàro, che ha poi concluso: “Bisognerà valutare l’opportunità di tutelare gli agricoltori nelle sedi opportune, a difesa del lavoro e dell’immagine di chi ogni giorno fa del suo meglio per produrre olio extravergine al di sopra di ogni sospetto”. Quindi, Tracciabilità e prezzo sono i primi due elementi che possono difendere gli ignari consumatori di olio dalle frodi commerciali di commercializza tori ed imbottigliatori disonesti. “E’ una questione di buon senso” ha dichiarato Donato Rossi, presidente della Federazione nazionale olivicola di Confagricoltura, che ha osservato: “se un olio extravergine viene venduto al supermercato a un prezzo inferiore di quello all’ingrosso, siamo sicuramente di fronte a una frode”. A fargli eco dalla stessa Associazione di imprese agricole è intervenuto anche il presidente pugliese, Umberto Bucci, che dal canto suo ha dichiarato: “La Puglia è la regione che produce più olio in assoluto. Per questo, vicende come quella dell’olio venduto (ndr – falsamente) per extravergine ci riguardano sempre. L’impegno dei nostri produttori va difeso, fino allo scaffale del supermercato, specie in una fase di mercato delicata come quella che stiamo affrontando”. “Se tutto sarà verificato – ha sostenuto ancora Bucci – i nostri produttori pugliesi saranno i primi a potersi dire danneggiati, essendo di nostra produzione la maggior parte dell’extravergine in Italia”. Infatti, proprio nella nostra regione viene prodotto più del 40% dell’olio extra vergine d’oliva nazionale, pari a circa il 20% dell’intera produzione mondiale di olio di qualità. E per questo che il neo consigliere regionale della provincia di Bari di Forza Italia, il bitontino Domenico Damascelli, è intervenuto per chiede al neo governatore pugliese, Michele Emiliano, di far costituire parte civile la Puglia nel processo penale che dovrebbe scaturire dall’inchiesta torinese. Infatti, l’esponente forzista di Bitonto (da non dimenticare centro d’eccellenza, insieme ad altri noti Comuni pugliesi, nella produzione italiana di olive ed olio di qualità) ha affermato: “Adesso la Regione Puglia, prima in Italia per produzione di olio extravergine, segua attentamente l’evolversi delle indagini e si costituisca parte civile nell’eventuale processo perché frodi di questo genere costituiscono un danno ingentissimo all’economia pugliese”. “A causa di queste frodi – ha inoltre rilevato Damascelli – il mercato dell’olio extravergine d’oliva viene falsato, consentendo alle multinazionali disoneste, che spacciano per extravergine un olio che non lo è, una vendita a prezzi più bassi”, spiegando pure che: “Ciò comporta un ribasso drastico delle quotazioni di mercato, in danno delle imprese che hanno produzioni di alta qualità e che molto spesso, in una situazione così distorta, non riescono neppure a coprire i costi di produzione”. Però,precedentemente Damascelli aveva pure chiesto in consiglio regionale di “istituire un tavolo di filiera che metta insieme i produttori agricoli locali, i commercianti onesti e rappresentanti della grande distribuzione organizzata per dare il giusto valore al nostro pregiatissimo olio extravergine pugliese”. Proposta, per la verità, subito condivisa dall’assessore pugliese all’Agricoltura, Leonardo Di Gioia, che dovrebbe portarla quanto prima all’attenzione della giunta, per essere di recepire. “Mi auguro – ha concluso Damascelli – che l’azione di repressione delle Forze dell’Ordine prosegua con la stessa efficacia, per far scomparire dal mercato aziende che operano in frode e in danno di onesti agricoltori e di ignari consumatori, truffati ( ndr – entrambi) perché convinti di acquistare un prodotto diverso da quello reale”. Ed a sperarlo, oltre agli ignari consumatori, sono sicuramente anche tutti i produttori olivicoli ed oleari pugliesi, che evidentemente si augurano pure che lo scandalo torinese non sia ben presto l’ennesimo a passare invano nel dimenticatoio delle Autorità competenti che devono provvedere, una volta per tutte, a mettere fine ad una politica legislativa ancora troppo poco garantista per il settore dell’olio extra vergine di qualità e di coloro che effettivamente lo producono in Italia.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 12 Novembre 2015

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