Cronaca

L’ex assessore Pasculli assolto “perché il fatto non sussiste”

Per circa tre anni e mezzo il “caso” dell’ex assessore barese ai Contratti ed Appalti del Comune Lino Pasculli è sempre stato menzionato dall’ex Primo cittadino del capoluogo attualmente presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, come motivo di vanto ed orgoglio per aver denunciato nel luglio del 2011 un esponente della sua giunta che aveva abusato della funzione, per favorire a fini politici un conoscente. Ora, invece, l’ex assessore Pasculli è stato assolto “perché il fatto non sussiste”. Infatti, i giudici della Corte d’Appello di Bari ha ribaltato la sentenza di condanna a due mesi di reclusione inflitta a Pasculli nel novembre 2012 al termine del processo di primo grado celebrato con il rito abbreviato. Sentenza che all’epoca mortificò non poco l’imputato, lasciando letteralmente basito il suo difensore, il noto e compianto penalista barese Michele De Pascale, che proprio col processo Pasculli tenne la sua ultima arringa difensiva, perché subito dopo fu colpito da un’ischemia celebrale che lo portò in coma per diversi mesi e da cui, poi, non si riprese più. Infatti, ora, in appello Pasculli è stato assistito da un altro moto penalista barese, Michele 
Laforgia, che lo ha difeso dall’accusa di aver tentato di ottenere l’assunzione 
di un suo conoscente presso una cooperativa di pulizie che aveva in corso un subappalto con il Comune al tempo in cui era assessore della giunta Emiliano, promettendo al presidente della cooperativa una proroga del contratto, peraltro mai avvenuta. Come si ricorderà, l’allora sindaco Emiliano, ma anche ex pm in aspettativa, gli revocò la delega assessorile, denunciandolo all’Autorità giudiziaria per aver ipotizzato nella condotta di Pasculli un profilo penalmente rilevante, costituendosi inoltre, dopo il rinvio a giudizio del suo ex assessore ai Contratti ed Appalti, parte civile nel relativo processo penale, sia individualmente che in qualità di capo dell’Ente rappresentato. Infatti, al termine del giudizio di primo grado il Tribunale aveva derubricato l’accusa da tentata concussione – così come contestato dalla Procura – in istigazione alla corruzione e aveva condannato Pasculli anche al risarcimento nei confronti del sindaco Emiliano, con provvisionale pari a 4mila Euro, oltre che nei confronti del Comune di Bari e della cooperativa che, secondo quanto sospettato dal denunciante, lo stesso Emiliano, sarebbe stata vittima di un presunto tentativo di estorsione. Ci son voluti ben più di tre anni all’ex assessore Pasculli per uscire dall’incubo in cui è finito a causa di una denuncia presentata proprio da colui che, nel febbraio del 2011, lo aveva chiamato a far parte dell’esecutivo comunale, sottraendolo così dall’Assemblea cittadina in cui Pasculli era stato riconfermato consigliere alle amministrative del 2009 e di cui, come è noto, non poteva far più parte per motivi di incompatibilità, avendo accettato la delega assessorile. Una vicenda, quella dell’ex assessore Pasculli, che all’epoca fece parecchio scalpore non tanto per il fatto in se che, come si ricorderà, quand’anche fosse stato fondato il sospetto del presunto favoritismo, si trattava in definitiva del tentativo di trovare una umile collocazione lavorativa ad un “disperato” che veniva mantenuto dalla madre ultraottantenne, che percepiva una pensione mensile inferiore a cinquecento Euro mensili, quanto per il fatto che a denunciare l’allora assessore ai Contratti era stato non la presunta vittima, vale a dire la cooperativa subappaltatrice del Comune, ma la stessa persona che aveva scelto Pasculli come componente del suo esecutivo, e quindi il sindaco Emiliano. Denuncia, per altro, presentata – secondo quando lamentava a suo tempo lo stesso Pasculli – senza che Emiliano si fosse preoccupato di ascoltarlo nel merito della vicenda, ma solo sulla base di quanto gli era stato riferito da chi lo aveva contattato e, probabilmente, non era riuscito ad ottenere ciò che forse aveva pensato di poter conseguire, vale a dire la garanzia di una proroga del subappalto. Sta di fatto che Pasculli nel settembre del 2011 si ritrovò fuori dalla giunta e con un problema giudiziario di non poco conto sulle spalle, per il semplice fatto di essersi interessato della vicenda umana di un “povero” disoccupato. Vicenda, questa, che lo ha portato coattivamente fuori dalla scena politica cittadina. Infatti, il sospetto più plausibile che sin dall’inizio si addensò sul caso in questione è che lo scopo principale di chi lo estromise dalla scena politica senza neppure aver approfondito circostanze e fatti era proprio quello di tentare di far fuori per via giudiziaria un esponente politico in quel momento scomodo a Palazzo di Città. E, quindi, che il sospetto di un presunto reato commesso da Pasculli nel suo ruolo di assessore comunale ai Contratti ed Appalti fu soltanto un pretesto.        

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 21 Aprile 2016

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