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L’ex Caserma sempre più polo di arte, saperi e cultura…almeno nelle intenzioni

Visioni contrastanti sugli sgomberi e occupazioni degli edifici pubblici, in Città. Per esempio, la Federazione delle Associazioni per la Cultura – Fedac s’ì schierata senza tentennamenti al fianco dei ragazzi del collettivo che in seguito allo sgombero forzoso di Villa Roth, hanno occupato la Caserma Rossani ed in questi giorni la stanno ripulendo per destinarla ad iniziative aperte alla cittadinanza. Per capire che la Fedac non fa gesti avventati, basta ascoltare o leggere i loro comunicati o dichiarazioni lasciate alla stampa. “In linea di principio non siamo assolutamente d’accordo con l’occupazione abusiva di spazi pubblici, ma in alcune occasioni, come questo della Caserma Rossani, le pacifiche e costruttive azioni dimostrative sono fondamentali per risvegliare l’attenzione sopita delle coscienze civili.” è questo il commento di Giuseppe Maurizio Ferrandino, presidente della Fedac, che aggiunge “In vista dell’imminente scadenza elettorale, chi si candida alla guida della città dovrebbe assumere impegni precisi sulla destinazione di questo enorme spazio cittadino lasciato in balia di vandalismo e degrado”. “In questo periodo di crisi e di spending review, in cui produrre cultura è ormai una vera e propria battaglia”, prosegue Ferrandino, “noi riteniamo che nessuna location, più della Rossani possa rendere meglio l’idea di una “Caserma della Cultura” da cui presidiare, adibendola a sede stabile di tutte le Associazioni Culturali cittadine, il patrimonio e l’attività culturale della città.” “Rimettendo in uso subito, con una spesa realmente sostenibile per il bilancio comunale,  anche solo una piccola parte del complesso, utilizzando gli spazi aperti e gli edifici conservati meglio” conclude il Presidente Fedac “il Collettivo e le Associazioni Culturali, potrebbero, nella legalità, gestire, produrre ed ospitare, a basso costo ed in modo continuativo, eventi e spettacoli di vario genere a beneficio esclusivo della cittadinanza. Quindi, come già accaduto per il Teatro Petruzzelli, ora si litiga sulla ex Caserma Rossani, se metterci o non metterci il Museo di Arte Contemporanea o lasciare il BAC al Teatro Margherita, rimarcano i membri d’un altro comitato sorto spontaneamente a difesa del verde nell’ex area militare all’incrocio tra Carrassi e San Pasquale. Ma non basta. “Come cittadini di Bari e della Regione ci duole che due Giunte elette dalla stessa maggioranza e quindi dagli stessi elettori non trovino una visione strategica comune su temi così importanti per un territorio che nel turismo e nella cultura può trovare risposte alla crisi e risorse per la sua crescita. Ci duole ma non vogliamo per questo veder sacrificato il Parco”. Ma quello che è importante: nessun progetto sotto al Parco, come quello di parcheggio, si dice, pertinenziale. Dove si scava e si pianta cemento, non possono crescere radici, mentre nessuno parla anche dell’introduzione nel Protocollo d’Intesa Comune Regione, ancora non firmato, del vincolo di non edificabilità per nuove cubature sia in superficie che interrate e di esclusivo riutilizzo dei corpi di fabbrica esistenti e sottoposti a vincolo monumentale o paesaggistico. In effetti l’attuale bozza approvata dalla Regione non dice questo, ma per tutti coloro che hanno a cuore il rilancio dell’area ex Caserma Rossani, è fondamentale…

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 15 Febbraio 2014

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