Cronaca

L’ex deputato Vitali nella girandola di nomi

La girandola di nomi dei possibili candidati del centrodestra alla presidenza della Regione Puglia continua, ma la sensazione di molti elettori è che verosimilmente il maggior partito del centrodestra pugliese, Forza Italia, non sappia più che pesci prendere, per cui temporeggia nella scelta. Questa volta alcune indiscrezioni romane hanno fatto sapere che anche l’ex parlamentare brindisino Luigi Vitali (Forza Italia) potrebbe essere uno dei possibili competitori di Michele Emiliano nella corsa per la guida della Regione. A sceglierlo (sempre secondo indiscrezioni) sarebbe stato Silvio Berlusconi, che però non ha ufficializzato il nome perché vuole aspettare che prima si chiuda la trattativa per il Quirinale e poi sottoporre la proposta agli alleati del Nuovo Centrodestra, di Fratelli d’Italia, del Nuovo Psi e dell’Udc. Infatti, sostiene qualche bene informato, Vitali, attualmente coordinatore di Fi per la provincia di Brindisi, sarà il nome che il partito azzurro sottoporrà agli alleati per contrastare il candidato del centrosinistra, Emiliano per l’appunto, che è già da diverso tempo in campagna elettorale per succedere al governatore Nichi Vendola alla fine del mandato. Da non dimenticare che qualche mese fa Vitali era stato indicato da Berlusconi per un posto da componente laico del Csm (Consiglio superiore della Magistratura), ma il noto avvocato brindisino dovette rinunciare perché coinvolto in una vicenda giudiziaria che lo rendeva moralmente incompatibile con quell’incarico. Sta di fatto che ora l’ex cavaliere di Arcore potrebbe proporlo per guidare il centrodestra in Puglia nella sfida con Emiliano ed il nome di Vitali, stante ai “si dice”, sarebbe in pool position anche rispetto all’ex presidente della Provincia di Bari, Francesco Schittulli, ed al sindaco uscente di Andria, Francesco Giorgino, che sono pure presenti nella rosa dei nomi al vaglio di Berlusconi. Però Vitali, pur essendo considerato un “fittiano”, sarebbe in cima al gradimento dell’ex presidente del Consiglio, poiché ultimamente – sempre secondo indiscrezioni – si sarebbe avvicinato di più a Berlusconi, tanto che Vitali potrebbe addirittura essere stato l’artefice del recupero all’area berlusconiana del senatore Pietro Iurlaro (Fi) dal drappello dei contestatori interni guidato da Raffaele Fitto. Un recupero che – sempre secondo lo stesso bene informato – sarebbe avvenuto proprio grazie all’intervento di Vitali, intimo amico personale di Iurlaro. Da non sottovalutare, inoltre, il fatto che il coordinatore brindisino di Fi era a palazzo Grazioli  lo stesso giorno in cui Berlusconi incontrò Schittulli ed ottenne dal coordinatore pugliese di Fi, Francesco Amoruso, l’indicazione per Giorgino a candidato presidente della Regione. Vitali, infatti, era l’unico dei tre candidati in pectore che era stato convocato personalmente da Berlusconi ed è quello che alla fine, secondo indiscrezioni, è stato scelto dall’ex cavaliere. L’indiscrezione romana, però, non ha avuto alcun riscontro in Puglia, dove invece un consigliere regionale brindisino di Fi, Maurizio Friolo, considerato politicamente molto vicino a Vitali, in una recente nota riguardante proprio le notizie romane trapelate, circa il nome di Vitali a possibile candidato governatore, ha tra l’altro dichiarato: “una  eventuale candidatura alla Presidenza della Regione Puglia (ndr – di Vitali) rappresenterebbe un valore aggiunto per la Puglia tutta, non solo per il partito e per il centrodestra”. “Tuttavia – ha sostenuto ancora Friolo – presumo che lo stesso Vitali non sia interessato a questa esperienza, anche se rappresenterebbe invece una ghiotta opportunità per la provincia di Brindisi”.  Però, Berlusconi non sta pensando evidentemente solo a come fare per stappare a Fitto la possibilità di candidare un suo fedelissimo alla guida della coalizione di centrodestra in Puglia, ma probabilmente ritiene che sarebbe forse meglio liberarsi proprio in Fi dell’eurodeputato pugliese. Una presenza, quella di Fitto, che – a detta sempre di qualche bene informato – sarebbe ormai troppo ingombrante ed imbarazzante per l’ex cavaliere che, per evidenti ragioni di opportunità politica, non vorrebbe forse essere lui a metter fuori dal partito azzurro. Infatti, ad invitare Fitto di uscire da Fi è stato recentemente uno dei leader dell’esercito di Silvio, Simone Furlan, componente dell’Ufficio di presidenza del partito, che ha dichiarato: “Invece di accusare Forza Italia di essere la stampella di Renzi, Raffaele Fitto farebbe bene a capire dove collocarsi nello scenario politico perché le sue parole sulla legge elettorale non sono quelle di uno che appartiene e crede nel progetto di Forza Italia”. E, proseguendo, ha rincarato la dose nei confronti del leader azzurro pugliese: “Fitto usa l’espressione ‘male, molto male’ per riferirsi ai senatori azzurri che hanno giustamente dato il loro appoggio a una riforma, l’Italicum, che va nella direzione giusta. Tutto è migliorabile e anche la nuova legge elettorale poteva essere scritta meglio, ma – aggiunge Furlan – Fitto dovrebbe imparare che é anche importante costruire qualcosa e non solo criticare sempre”. E conclude: “Coerenza vorrebbe che Fitto lasciasse Forza Italia, ma capiamo che lo spettro di diventare un partito dello 0 virgola fa paura”. In definitiva, una doppia provocazione per Fitto. Da un lato Furlan lo accusa di essere inconcludente, dall’altro di essere elettoralmente inconsistente senza il simbolo di Berlusconi. Certo è che di questo passo all’interno di Fi i rapporti tra l’eurodeputato di Maglie (Le) e l’ex cavaliere di Arcore sono destinati ad inasprirsi ancora di più. Ed il peggio probabilmente è ancora tutto da venire, specialmente se Berlusconi nella partita per il Colle non sarà determinate, come spera, proprio per i voti mancanti dei contestatori che si identificano con Fitto nelle critiche alla nuova legge elettorale, appena approvata in Senato proprio grazie ai voti dei ‘peones’ berlusconiani.  
 

 Giuseppe Palella


Pubblicato il 29 Gennaio 2015

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