Cronaca

L’ex Istituto Nautico a San Girolamo, il rudere dimenticato da oltre vent’anni

Ecco un’altra ‘perla’ che si aggiunge alla cloaca piena di alghe tossiche, melma e rifiuti al termine del magnifico lungomare di fronte al porto (‘waterfront’) di cui abbiamo pubblicato foto e articoli su queste colonne, l’altro giorno. Una collana di perle in cui, a buon diritto, rientra anche quel rudere dell’ex istituto Nautico ridotto a rifugio di topi, balconi penzolanti e insetti di ogni tipo, tra erbacce e scheletri di cemento di quello che, una volta, era l’Istituto Nautico, poi succursale dell’Istituto professionale di via Abate Gimma a Bari e dell’Ipsia ‘E. Majorana’ a San Girolamo. Un rudere che non passa certo inosservato all’interno della nuova passeggiata pedonale del ‘waterfront’ fortissimamente voluto dal Sindaco Decaro e dall’Assessore ai Lavori Pubblici Galasso e che, salvo abbatterlo per ricostruire magari qualche altra palazzina residenziale, sarà difficile nascondere con le sue scalinate ed edifici lungo via Vincenzo Bellezza. Un rudere immerso nel solito degrado costato un occhio alla pubblica amministrazione, tra interventi di ristrutturazione e manutenzioni varie e che da oltre vent’anni giace là, come fosse stato semplicemente dimenticato, dall’ente proprietario. Anzi, totalmente ignorato. Un pericoloso fardello per un Comune impegnato –come detto – in un’operazione economica di recupero nel quartiere Fesca/San Girolamo tanto ambiziosa, quanto sbiadita da sviste e svarioni. A San Girolamo, dunque, hanno puntato molto gli amministratori civici prestando il destro alle critiche, però, non solo per le distrazioni sul degrado della costa-scarico fognario verso Palese, ma adesso pure ai ruderi disseminati nel dedalo di viuzze chiuse e impraticabili nel rione-ghetto. La consigliera comunale del Gruppo Misto Irma Melini non si fa pregare a brandire la clava, parlando dei lavori del lungomare a Fesca-San Girolamo. <<Oggi ci ritroviamo con oltre due anni di ritardi tra proroghe e transazioni dopo una gara d’appalto con tanti concorrenti, vinta perché si prometteva di finire prima i lavori, quindi cercando di ridurre i disagi alla cittadinanza, mentre poi si perde il conteggio dei giorni di ritardo>>. Insomma, non solo un lungomare del quale – di fatto – per la terza estate consecutiva praticamente inaccessibile, ancora senza bagni pubblici e sicuramente senza la zona della ‘Piazza’ sul mare, ma col Comune-ente appaltante che ha già concesso all’impresa appaltatrice altri sei mesi di proroga per concludere lavori. Bel favore. E allora, chi pensa, oltre a bonificare in fretta cloache in riva al mare e abbattere i ruderi sparsi nel quartiere, a mitigare disservizi e disagi dei residenti? Com’è possibile aggiudicarsi un’opera con la miglioria della riduzione di ben cento giorni sulla consegna contrattuale, per poi tardare di oltre due anni? Come non entrare nei dettagli di delibere, aggiudicazioni e appalti che probabilmente, invece, dovrebbero essere stati approfonditi alla luce di revisioni e garanzie non mantenute? Non c’è pace, insomma, sul megacantiere che sta rifacendo il lungomare a nord della Città, nemmeno dopo che un paio di mesi fa l’assessore Galasso aveva effettuato uno dei tanti sopralluoghi per verificare l’andamento degli interventi che si erano intensificati dopo l’approvazione della perizia di variante relativa, addirittura, alla dimensione dei ciottoli. Poco o niente, di fronte a un istituto scolastico professionale costato centinaia di migliaia di euro all’Erario che per anni ha sfornato ufficiali e sottufficiali di marina e che ora se ne sta in silenzio tra ratti ed erbacce. Con tanti rimpianti e qualche finestra penzoloni sulla facciata, aspettando anch’esso rassegnato la data di fine lavori del nuovo, magnifico e moderno ‘waterfront’ di Fesca-San Girolamo…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 20 Settembre 2018

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