L’ex ministro Formica sulla situazione barese e pugliese

L’occasione di fare della regione Puglia un grande laboratorio di rinnovamento dei partiti, negli ultimi decenni, dalla fine della Prima Repubblica, è andata a finire nelle mani di Michele Emiliano. Emiliano era ed è rimasto il capofila di una classe dirigente annullata dall’illusione che un ex magistrato, anzi un magistrato non in servizio, potesse garantire il ceto politico residuale e quello nascente dalle incursioni della dilagante attività nazionale della magistratura nella vita politica. Con Emiliano in Puglia si è accomodato un nuovo centralismo, un centralismo dispotico, che è tutelatore di un’antica tradizione mercantile pugliese, quella di cercare di risolvere i problemi attraverso il patteggiamento di convenienza. Il sistema di Emiliano segna una crisi. La crisi è data dal fatto che in questi ultimi trent’anni in Puglia si è concretizzato il grande esperimento di chiamare il trasformismo con il nome di rinnovamento della società. Emiliano è questo. E anche nell’espressione più gentile e più bonaria del sindaco di Bari Antonio Decaro si può intravvedere la stessa natura politica. Su questo asse Michele Laforgia ha tentato un’operazione di grande azzardo, quella di creare la discontinuità. Ma la discontinuità aveva bisogno di individuare nell’asse Emiliano-Decaro il punto di rottura sul quale bisognava insistere dal primo momento per provocare un cambiamento. Oggi forse è tardi”.
Rino Formica
Lettera aperta all’ex ministro socialista
Caro “compagno” Rino, ho letto la tua puntuale e realistica analisi sulla situazione politica pugliese e, in particolare, della nostra città, nella quale hai evidenziato senza mezzi termini – come tuo solito – in cosa consiste effettivamente il “laboratorio” politico e di governo della pseudo sinistra locale capeggiata dal duo Emiliano-Decaro, che spacciano per “rinnovamento” ciò che in effetti è solo “trasformismo”. Un’analisi che condivido appieno, però consentimi di rilevare che con il sistema elettorale dell’elezione diretta di sindaci e presidenti di Regione la politica è cambiata in peggio, poiché in politica con questo sistema elettorale non si capisce più nulla: non sai più neppure se con chi ti presenti in lista a sostegno di un candidato sindaco, o presidente di Regione, sia effettivamente una personalità realmente di destra o di sinistra! Infatti, i tempi sono cambiati e la tua intelligenza, il tuo essere rispettoso della Costituzione, sono ormai un “unicum” nel panorama politico italiano, dove quel poco di buono che è rimasto politicamente proviene dalla Prima Repubblica, perché tutto il resto è peggiorato! A mio avviso, ora la politica non è più, come ai tuoi tempi, quando l’impegno politico era incentrato su una visione ideale e valoriale della società, per migliorare e programmare la vita futura della collettività e dei singoli, ma è intesa esclusivamente come strumento per sedersi su uno scranno e gestire di lì l’utilitarismo individuale. Caro Formica, i tuoi erano altri tempi! Infatti, oggi chi in politica non riesce a conquistare uno scranno è considerato un “rottamato” e l’impegno che potrebbe ancora offrire al progetto collettivo è considerato al pari di chi lavora in una demolizione, perchè il consenso futuro degli elettori deve arrivare non dall’attività politica di base (che in verità non esiste più!), ma esclusivamente dal sistema clientelare che i “vincitori” riescono a mettere su nel corso del rispettivo mandato. Per questo in tanti da destra passano a sinistra sul carro dei vincitori o viceversa, quando a vincere è la destra. La parola d’ordine di tutti è l’opportunismo! Per le future generazioni auguriamoci tempi migliori!
Giuseppe De Santis, già presidente del Consiglio comunale di Bari
Pubblicato il 30 Aprile 2025