Cultura e Spettacoli

L’ibrido e il senso del testimone

Da quanto tempo non veniva azionato il sipario al Kismet. Ma certa tradizione esige rispetto. Coerentemente, anche in scena, non si sono viste quelle libertà che tanto indignano i puristi. Un allestimento ‘rassicurante’, dunque, questo ‘L’abito nuovo’ diretto da Michelangelo Campanale. Il teatrante pugliese, il quale oltre a dirigere firma anche luci e scene, chiama a raccolta molte forze di casa nostra e gioca la carta dell’ibrido. Il concetto di ibrido trova qui spiegazione tenendo presente che ‘L’abito nuovo’ è un testo messo in scena da Eduardo il 1° aprile 1937 al Teatro Manzoni di Milano e che a scriverlo, due anni prima, erano stati ancora Eduardo e Pirandello traendo spunto dall’omonima novella pubblicata da quest’ultimo nel 1913. Un’opera a metà strada, dunque. Di fatto una consegna di testimone fra generazioni drammaturgiche. Ciò immerge ‘L’abito nuovo’ in una tinta inafferrabile. Un ostacolo da poco per il maestro partenopeo, che de ‘L’abito nuovo’ nel 1964 curò anche una messinscena televisiva, non per il teatrante contemporaneo. Va perciò riconosciuto a Campanale il merito dell’audacia. Audacia ricompensata dal consenso che ha incontrato questa imponente co-produzione (Tra il dire e il fare, La luna nel letto, Teatri Abitati Ruvo, Sistema Garibaldi), in cartellone al Kismet nell’ultimo fine settimana per la stagione dei Teatri di Bari. Campanale, che apre e chiude la messinscena con una testimonianza audio di De Filippo a proposito del suo breve sodalizio artistico col genio siciliano, interpreta questo senso dell’ibrido imprimendo nella prima parte un segno più napoletano che ‘agrigentino’ e facendo il contrario nella seconda. Ne guadagna così – meglio risaltando – la sensazione del passaggio di consegna di cui prima. Stralci ricorrenti de ‘La traviata’ (inevitabile l’accostamento tra femmes fatales : Violetta e l’ex moglie dello scrivano Michele Crispucci) intersecano opportunamente l’azione, che per tutta la durata dello spettacolo scorre con ritmo e colore costanti. Fiacche alcune soluzioni scenografiche, migliore il disegno luci. Il bravo Marco Manchisi s’impone nella parte del protagonista. Intorno a lui raccolgono meritati applausi Nunzia Antonino, Salvatore Marci, Vittorio Continelli, Adriana Gallo, Paolo Gubello, Dante Manchisi, Olga Mascolo, Tea Primiterra, Antonella Ruggero e Luigi Tagliente. – Il prossimo appuntamento Kismet è fissato tra il 19 e il 24 gennaio con ‘Focus Fibre Parallele’ (Riccardo Spagnulo e Licia Lanera) ; tre gli spettacoli in programma : ‘Have I None’ (19-20), ‘Duramadre’ (21-22) e ‘Lo splendore dei supplizi’ (23-24).

Italo Interesse


Pubblicato il 12 Gennaio 2016

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio