Cronaca

Licenziamento anomalo: Emiliano condannato per danni all’Asi dalla Corte dei Conti

La Sezione pugliese della Corte dei Conti, con sentenza n. 732 dello scorso 23 dicembre, ha condannato l’ex Primo cittadino di Bari, Michele Emiliano (candidato del centrosinistra alla Regione per la successione al governatore Nichi Vendola), a risarcire l’Asi, il Consorzio di sviluppo per l’area industriale di Bari, per danno erariale procurato all’Ente al tempo in cui il segretario del Pd pugliese era anche presidente del predetto consorzio.  L’importo da risarcire in parti uguali con  altri tre componenti dell’epoca del Cda dell’Asi, Nicola Pice (allora sindaco di Bitonto), Giuseppe Rana (allora sindaco di Modugno) e Paolo Bevilacqua (allora in rappresentanza di Confindustria)  é pari ad €. 61.614,48. I fatti per i quali Emiliano ed i citati tre componenti sono stati condannati dalla Corte dei Conti risalgono al 2007 e sono relativi al danno prodotto alle casse dell’Asi a seguito del licenziamento, poi dichiarato illegittimo dal Giudice del Lavoro del Tribunale di Bari, dell’ingegner Giuseppe Spadavecchia, dipendente Asi, che già in precedenza era stato licenziato illegittimamente dal Commissario straordinario dell’Ente, Raffaele Matera, e subito dopo reintegrato nel posto di lavoro per ordine del Tribunale. Il secondo licenziamento dell’ingegner Spadavecchia avvenne a firma di Emiliano che, dopo il reintegro, in barba al provvedimento giurisdizionale decise insieme agli altre tre esponenti del Cda di ri-licenziare Spadavecchia, che nel 2008 ottenne nuovamente il reintegro dal Giudice del Lavoro e, quindi, anche il pagamento delle mensilità non percepite a seguito dell’ingiusto licenziamento. Però, dalla lettura della sentenza della Magistratura contabile ciò che più sconcerta sono le pesanti considerazioni espresse dalla Corte sull’operato del Cda dell’Asi presieduto da Emiliano che, da non dimenticare, di professione è un “uomo di legge”, essendo un magistrato sia pur in aspettativa. Infatti, il Giudice contabile nel censurare l’operato del Cda dell’Asi in merito all’illegittimo secondo licenziamento di Spadavecchia rimarca il “comportamento improntato a straordinaria negligenza e imprudenza ed a totale noncuranza per gli interessi finanziari dell’Ente amministrato avuto riguardo al prevedibile pregiudizio patrimoniale che il Consorzio avrebbe subito nell’ipotesi, molto probabile viste le premesse, che anche il suddetto nuovo licenziamento – come poi puntualmente verificatosi – fosse impugnato e dichiarato illegittimo”.  Nel 2007, però, Emiliano non si limitò semplicemente a licenziare illegittimamente Spadavecchia, ma contro di lui presentò pure una denuncia penale, il cui contenuto era pressoché identico a quello di un’altra denuncia, presentata da altro soggetto nel 2004 ed archiviata dalla Procura. A fronte di tale secondo esposto penale Emiliano, a distanza di oltre tre mesi dall’archiviazione della prima denuncia, sugli stessi fatti riuscì ad ottenere, dapprima una riapertura delle indagini per connessione dei fatti e, poi, senza alcun elemento di novità rispetto al precedente procedimento, addirittura un rinvio a giudizio del malcapitato ingegnere per il reato, gravissimo, di concussione. Ad onor di cronaca va ricordato che l’ingegner Spadavecchia nel giudizio dinanzi al Gip fu assolto col rito abbreviato per insussistenza del fatto. Da evidenziare che nella citata recente sentenza della Corte dei Conti non a caso si evidenza anche la “singolare sequenza procedurale” seguita dal Cda dell’Asi guidato da Emiliano nell’iter seguito per estromettere Spadavecchia dall’organico dell’Ente. Appena si è diffusa la notizia della sentenza di condanna di primo grado di Emiliano a risarcire l’Asi per la “vicenda Spadavecchia” qualcuno è intervenuto sulla pagina Facebook dell’ex Primo cittadino barese ed ha commentato: “Caro candidato governatore come la mettiamo con questi fatti?” Ed ha aggiunto: “Come risponde a chi, non a torto, insinua che lei faccia politica attiva per il Pd, facendo valere il suo ruolo di pm in aspettativa?” Ed in fine ha pure scritto: “Quante altre volte le sarà capitato di avere tra le mani un altro ‘Spadavecchia’ di turno da perseguitare anche nelle sedi giudiziarie di cui lei risulta essere ancora un dipendente?”
A quanto è dato sapere, tali interrogativi su Facebook non ha ricevuto risposta. O meglio, una risposta c’è stata ed é consistita nella cancellazione di tali messaggi e nell’impossibilità di scriverne altri. Di contro, però, il perspicace e curioso cibernauta della pagina Facebook di Emiliano potrà dire che almeno per ora “la carriera (politica) del pm barese aspirante governatore non è più senza macchia e sena peccato”. Infatti, c’è sempre la possibilità d’Appello. Salvo sorprese.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 30 Dicembre 2014

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