Cultura e Spettacoli

L’incauto conte pagò con la vita

Come ogni animale mitologico, anche il basilisco è un ibrido mostruoso. A seconda dei bestiari viene rappresentato in modo diverso. Tutte le raffigurazioni però concordano sulla coda da serpe e la cresta da gallo. Gli viene attribuito il potere di uccidere con lo sguardo, col fiato e con lo sputo. Anche il sangue che sgorga dalle sue ferite è letale. Ma il basilisco teme lo specchio e la donnola (come confermato dall’immagine, che è una miniatura estrapolata dal bestiario di Aberdeen del XII secolo). Questa creatura nasce da un uovo deposto da un gallo anziano e covato per nove anni da un serpente. Le sue ceneri sono indispensabili agli alchimisti per tramutare l’argento in oro… Nell’araldica municipale il basilisco è spesso presente. Lo troviamo negli stemmi di Basilea, Belluno, Aversa, Lauria, Melfi, Teana, Venosa e Sternatia. Occupiamoci di quest’ultimo comune, l’unico in Puglia nel cui gonfalone sia raffigurato il basilisco. Secondo la leggenda, dopo essersi liberato dalle gabbie dorate dei bestiari, incenerito villaggi e caseggiati, il basilisco planò su Sternatia ma non ebbe modo di distruggere il paese grazie alla protezione di uno specchio che riflesse il suo sguardo. La stessa legenda, con qualche variante, è di casa a Mezzocorona, un piccolo centro della provincia di Trento. Qui il basilisco viene affrontato dal conte Ugo Firmian che ricorre allo stratagemma dello specchio. Contrariamente alla tradizione, invece di morire il mostro rimane incantato dalla propria immagine. Il conte ne approfitta per infilzarlo con la lancia, quindi ancora infilzato lo solleva trionfante per mostrarlo agli increduli abitanti del paese. Errore fatale : “Bastò quel movimento per far sì che una goccia di veleno si staccasse dal corpo del drago e scivolasse attraverso una fessura della corazza lungo il braccio del conte Firmian. Immediatamente l’eroe si trasformò in una torcia umana”. (da ‘Il sogno della ragione’ di Brunamaria Dal Lago. Mondadori 1991) – Di color oro su sfondo celeste, il basilisco di Sternatia somiglia un po’ al drago per la presenza di ali ; un dettaglio che porta a riflettere sulla facilità con cui quest’altro animale immaginario ricorre nella cultura salentina. Il basilisco che conosciuto in lingua griko come ‘lu dracuddhu. E il piccolo drago in questione altro non è che il camaleonte, una cui varietà era presente nel Salento ancora negli anni ottanta. Altre rappresentazioni del basilisco in Puglia : lo stemma in pietra che a Francavilla Fontana sormonta l’ingresso del palazzo una volta appartenuto alla famiglia Basile ; uno stemma murato sulla parte esterne dell’edificio ubicato fra vico Campanile e via Gatti, adiacente alla chiesa matrice di Manduria ed attualmente adibito a casa canonica.

Italo Interesse

 

 

 


Pubblicato il 14 Aprile 2018

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