Cultura e Spettacoli

L’Indice della paura e della prepotenza

Quando si vuole emarginare qualcuno o qualcosa, si dire “mettere all’indice”. L’espressione nasce dal fatto che ‘indice’ qui va inteso come elenco. E quale l’Elenco per antonomasia? Per individuarlo bisogna tornare indietro nel tempo di 464 anni, ai giorni dell’Index librorum prohibitorum … Tre parole che mettono i brividi, che evocano i giorni tenebrosi in cui la Chiesa si manifestava verso i dissidenti altrettanto intollerante che l’odierno vertice religioso dei Talebani. Cose del più remoto passato, si dirà, essendo trascorsi secoli dai giorni in cui donne per lo più si trovarono ingiustamente esposte al rischio del rogo. Eppure l’Indice dei Libri, creato nel 1559 da papa Paolo IV, è stato abolito appena cinquantasette anni fa… Può apparire assurdo ma si è dovuto attendere il 4 febbraio 1966 perché con la soppressione della Congregazione dell’Indice venisse meno la funzione di questo odioso elenco. Prim’ancora di Paolo IV, però, la Chiesa aveva combattuto l’eresia attraverso meccanismi di controllo interni ai monasteri e alle università, i soli luoghi dove avveniva la circolazione dei libri, ancora realizzati a mano, quindi in quantità modestissima. Ma verso la metà del XV secolo l’invenzione della stampa a caratteri mobili rese la situazione incontrollabile : Una volta pubblicato, un libro poteva essere ristampato da un qualsiasi editore in una qualsiasi città europea. Allo scopo di limitare la diffusione delle opere considerate dannose per i fedeli, la Chiesa introdusse l’istituto dell’autorizzazione preventiva, ovvero l’obbligo per ogni libro che andava in stampa di ricevere una specifica approvazione: l’Imprimatur. Gli ispettori della Santa Inquisizione vennero allora incaricati di ispezionare biblioteche pubbliche e private, botteghe di tipografi e librai, oltre a chiese e monasteri per individuare e sequestrare le opere contenenti proposizioni eretiche. Creata ad hoc, la Congregazione dell’Indice stilò quindi un Catalogo,  che nel corso dei secoli aggiornò oltre quaranta volte. L’ultimo aggiornamento risale al 1948. Lunghissimo l’elenco delle opere e degli autori colpiti : il Decameron di Boccaccio, il De Monarchia di Dante, il Principe di Machiavelli… Dinanzi a tale pericolo, alcuni autori (si ritiene anche Torquato Tasso) si difesero autocensurandosi. Più avanti, il venir meno dell’Inquisizione ridimensionò il potere dell’Indice, questa odiosa espressione di paura e prepotenza. Leggere i libri proibiti non era più un reato agli occhi del Diritto Canonico, ma gesto moralmente reprensibile, indegno d’un buon cristiano. Nei tempi più recenti trovarono posto nell’Indice più romanzieri che scienziati o filosofi. Tra gli italiani : Alfieri, D’Annunzio, Fogazzaro, Leopardi, Settembrini… Gli ultimi sei autori a rientrare nell’Indice del 1948 furono nell’ordine Simone de Beauvoir, Aldo Capitini, Alberto Moravia, André Gide, Jean-Paul Sartre e Alfred Rosenberg. Attenzione però la Chiesa non demorde. Nella notifica di abolizione dell’Indice, la  relativa Congregazione volle specificare che l’Indice, “pur non avendo più forza di legge ecclesiastica con le annesse censure, rimane moralmente impegnativo, in quanto ammonisce la coscienza dei cristiani a guardarsi, per una esigenza che scaturisce dallo stesso diritto naturale, da quegli scritti che possono mettere in pericolo la fede e i costumi”.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 4 Febbraio 2023

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