Primo Piano

Lingue: “Ci negano il diritto allo studio, ma noi paghiamo le tasse”

Una settimana fa sono cominciate le lezioni del nuovo anno accademico 2017/18 e, dinnanzi ad un aumento delle iscrizioni ai corsi di studi della Facoltà di Lingue presso l’Università di Bari, la condizione strutturale in cui verte il palazzo di via Garruba, ormai da anni, non è cambiata. “Le aule sono troppo piccole per contenere il numero degli studenti iscritti: soprattutto coloro che frequentano il primo e il secondo anno spesso seguono gli stessi corsi e le stesse annualità dei corsi di lingua, per i quali la frequenza quest’anno è obbligatoria. Stiamo parlando di aule dai settanta ai novanta posti assegnate a corsi che prevedono la frequenza di 300 persone in media” afferma Francesco Paparella, studente e rappresentante di Link Lingue Bari. “La situazione è insostenibile: gli studenti sono costretti o a cercare casa o a prendere mezzi che arrivano in largo anticipo pur di garantirsi un posto a sedere nelle aule e non seguire due ore di lezione in piedi o seduti a terra. Le file per entrare nelle aule spesso occupano tutti i corridoi e le scale, rendendo il passaggio impossibile: è chiaro che, in tale stato, le condizioni di sicurezza del palazzo sono precarie”. Le fotografie scattate dagli stessi studenti disperati parlano chiaro: giovedì scorso, per la lezione di Spagnolo 1, frequentata dagli studenti del primo anno e quelli del secondo, centinaia di studenti si accalcavano sulle scale dal piano terra sino all’ingresso dell’aula 8, situata al secondo piano. “Abbiamo segnalato l’episodio alla coordinatrice dei corsi della ex-facoltà di Lingue che ha istituito una Commissione Orari per cercare di trovare una soluzione” afferma Rossella Falco, rappresentante degli studenti nel Consiglio di Dipartimento Le.Li.A. per la lista Link, “per questo abbiamo avviato con gli studenti un lavoro di segnalazione di sovrapposizione degli orari e di situazioni critiche delle aule: non è una novità che ci troviamo nella condizione di scegliere quale lezione frequentare, dato che molte si sovrappongono”. Conclusione? “”Crediamo   che   questo   sia   un   grave   annullamento   del   diritto   allo   studio,   difatti l’impedimento – sia fisico che organizzativo – della libera frequenza è dettato quasi esclusivamente dalla mancanza di spazi adeguati e capienti: stiamo infatti organizzando un’assemblea studentesca in cui discuteremo e scriveremo con gli studenti un rapporto sulla situazione del palazzo affinché si trovi una soluzione per garantire appieno il diritto alla frequenza e allo studio”. Il problema e’ che a Lingue come in tante altre facoltà baresi pur non essendo tantissimi gli iscritti, in realtà mancano le aule e non è normale che a parecchie lezioni, come detto, molti studenti non siano riusciti neanche a entrare’. ”Io quest’anno ho pagato oltre 500 euro di tasse, i miei genitori fanno i salti mortali per mandarmi all’universita’, ho diritto di fare lezione. E poi penso a tutti quei pendolari che sono venuti a Bari, una cosa del genere e’ inammissibile”, aggiunge una studentessa che pensava di seguire una lezione universitaria, non assistere al concentramento di alcune centinaia di giovani polli di allevamento in quello che, una volta, era il tempio di conoscenza e sapere….

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 10 Ottobre 2017

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio