Primo Piano

Lino Pasculli (Idv): un caso giudiziario più unico che raro

Un caso giudiziario più unico che raro quello dell’ex-assessore ai contratti ed appalti del Comune di Bari, Lino Pasculli (Idv), denunciato dal sindaco (ex-pm) Michele Emiliano per sospetta tentata concussione, commessa nell’aver chiesto al presidente della cooperativa “Opera P” (subappaltatrice della ditta Romeo di Napoli) la soluzione ad un “caso disperato” di un lavoratore ultra quarantenne disoccupato, in cambio della proroga del servizio di pulizia degli uffici comunali. Però, come è emerso durante le fasi del processo in corso a Bari, dinanzi al gup Antonio Diella, non ci fu né proroga, né ci furono assunzioni. Ma c’è di più, perché dalle indagini svolte dagli operatori di polizia giudiziaria è emerso pure che a contattare il presidente della cooperativa, Raffaele Magrone, non era l’assessore Pasculli, come riferito dalla presunta vittima e riportato nell’esposto del sindaco alla Procura, ma era stato lo stesso Magrone, il 18 luglio del 2011, a cercare telefonicamente l’assessore per ben due volte, senza però alcun riscontro. Successivamente, lo stesso giorno, è sempre Magrone ad inviare un sms a Pasculli, per chiedere informazioni sulle eventuali decisioni della giunta in merito alla gara per l’affidamento del servizio di pulizia. E, solo a seguito di tale richiesta, l’assessore rispose pure lui con un sms di rassicurazione che “chiunque fosse stato il vincitore della gara” i lavori di pulizia avrebbero continuato ad effettuarli gli stessi lavoratori. Infatti, a chiarito, la scorsa settimana Pasculli durante la sua deposizione davanti al gup, che la continuità lavorativa per i dipendenti di aziende con più di 15 assunti è garantita per legge, la famosa “clausola sociale”, per cui le sue rassicurazioni non potevano avere altra interpretazione, se non quella. E ciò, considerato che si trattava di una gara pubblica e, quindi, che “chiunque” se l’aggiudicava, avrebbe dovuto rispettare la ben nota “clausola sociale”. Nel corso del dibattimento è emerso, inoltre, che l’Assessorato ai contratti ed appalti non ha alcuna competenza in ordine al capitolato di gara ed al prezzo. Elementi questi che sono esclusivamente di competenza dell’Utc (Ufficio tecnico comunale), che a sua volta dipende unicamente dall’Assessorato ai lavori pubblici. Però, non sarebbero soltanto queste le particolarità processuali del “caso Pasculli” poiché – a detta di molti – risulterebbe strana l’intera vicenda, sorta intorno ad un semplice segnalazione, per un posto di lavoro ad un “cittadino disoccupato” in stato di difficoltà economica. Infatti, come anche rilevato in un nostro precedente servizio, appare alquanto strano che ad assumere l’iniziativa di denunciare l’assessore Pasculli sia stato il sindaco Emiliano (che sarebbe venuto a conoscenza della vicenda attraverso il suo staff al Comune, a cui – secondo quanto riferito dal sindaco stesso nella denuncia – si sarebbe rivolto in prima battuta il responsabile della cooperativa), anziché la presunta vittima della tentata (ed altrettanto strana) concussione. Per questa ragione c’è anche chi si chiede:”Come mai il sindaco Emiliano, prima di procedere con la denuncia non avviò un’indagine interna agli uffici del Comune, per verificare se vi fosse stato un indebito interessamento del suo Assessore per gli appalti alla la gara del servizio di pulizia?” E, soprattutto, si chiedono: “Perché Emiliano non chiese, prima di denunciare Pasculli, spiegazioni allo stesso sulla vicenda?” Come strano sembra pure il fatto che il sindaco, da esperto di diritto qual’é, anziché suggerire al presidente della ditta “Opera P” di sporgere denuncia contro Pasculli, se i fatti a lui esposti fossero veri, preferì assumere direttamente l’iniziativa, trasformando così la presunta vittima in testimone unico del fatto criminoso. “Ma – si chiede qualche dubbioso – non sarebbe stato più logico che a denunciare fosse stato il presunto concusso?” Però, non sono queste le uniche stranezze che contornano la vicenda. Infatti, rileva qualcuno, “La presunta vittima e testimone, Magrone, pare che sia un ex carabiniere, e quindi anch’egli un esperto in materia di reati, per cui è paradossale che, anziché sporgere denuncia direttamente, si rivolge prima allo staff del sindaco e, poi, va da questo senza che avesse mai presentato denuncia sui fatti esposti.” Infatti, l’ex-assessore Pasculli, nel processo a suo carico, si difende sostenendo che tutta la vicenda è stata un complotto del sindaco, per revocarlo nell’ottobre del 2011 dalla carica affidatagli alcuni mesi prima (febbraio 2011) con un alibi di natura moralistica. Mentre, in realtà, – sostiene sempre Pasculli – Emiliano lo aveva nominato assessore per rimuoverlo dall’Aula di Palazzo di Città, premeditando, però, già su come estrometterlo dalla giunta. E ciò perché – rileva Pasculli – sin dall’agosto 2009 aveva “osato” rendere noti gli evidenti conflitti d’interesse presenti nella giunta di Emiliano. E qui il riferimento esplicito è alla famiglia Degennaro titolare dell’impresa Dec. Oltre ai legami molto particolari e stretti, intrattenuti dal sindaco stesso con alcuni noti imprenditori baresi. Ora, però, alle stranezze delle vicende innanzi riferite, si aggiunge anche una “strana coincidenza” che riguarderebbe il legale che rappresenta  Magrone nella costituzione di parte civile contro Pasculli, davanti al gup. Trattasi, infatti, dell’avvocato Francesco Magistro, che recentemente ha ottenuto mandato dal presidente dell’Amiu, Gianfranco Grandaliano, a rappresentare la partecipata del Comune nella costituzione di parte civile contro i sei dipendenti dell’Azienda barese sottoprocesso, perché sorpresi a bivaccare in un’enoteca, durante le ore di servizio. Non è passato, infatti, inosservato che proprio lo stesso Grandaliano, nel processo contro Pasculli, rappresenta il denunciante Emiliano, costituitosi pure parte civile. “Sicuramente una coincidenza – dicono alcuni cittadini che sono venuti a conoscenza del fatto – ma ciò non toglie che è anch’essa un’altra stranezza, in una vicenda già di per se troppo strana!” Tra l’altro, pare che l’avvocato Magistro in passato abbia frequentato, da praticante o collaboratore, lo studio legale di Grandaliano. Un’altra circostanza quest’ultima che, se fosse attendibile, sarebbe un’ulteriore “strana coincidenza” che – secondo Pasculli – avvalorerebbe la propria tesi complottistica preordinata a suo carico da un “Primo cittadino in delirio di onnipotenza e prepotenza”. Ma i baresi, per conoscere la verità processuale, non dovranno attendere ancora lungo, poiché all’udienza del prossimo 7 novembre parleranno le parti civili e la difesa e subito dopo dovrebbe essere emessa la sentenza. Ed in quella circostanza i cittadini già potranno capire qualcosa in più su come, ed in che mani, effettivamente sta la loro città.

 Giuseppe Palella        


Pubblicato il 26 Ottobre 2012

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio