L’intelligence italiana nella seconda guerra mondiale raccontata da Gabriele Bagnoli
Se sulla partecipazione dell’Italia alla Seconda Guerra Mondiale tanto è stato scritto e si scriverà ancora, poco però è stato detto sulle attività dei servizi segreti italiani durante il conflitto. Nel suo ultimo libro, Gabriele Bagnoli ricercatore di storia militare del Novecento, riordina e sintetizza, seguendo un ordine grafico e cronologico, le storie delle spie italiane raccolte per data e scenario di operazione. “Il Servizio Informazioni Militare Italiano può ascrivere a proprio vanto quello di essere stato organismo saldo ed efficiente nell’azione, vigile e concorde nel dovere e di avere operato seguendo le vie maestre della lealtà e dell’onore militare”. Così raccontava il Comandante Cesare Amé in “Guerra segreta in Italia 1940-1943” parlando del servizio prestato alla Patria da uomini che, ai suoi ordini, hanno operato in qualità di agenti dell’Intelligence tricolore su tutti i fronti in cui le truppe del nostro Paese hanno dato prova di sé nel corso del Secondo conflitto mondiale. Il SIM concepito da Cesare Amé, strutturato e radicato secondo forme e schemi moderni, creò numerose reti informative, si avvalse di informatori e agenti sul campo, e spiò costantemente le reti nemiche in Italia, mettendo anche a segno colpi di mano degni dello 007 descritto da Ian Fleming. Tra le vicende narrate dall’autore, avvincente è il racconto del Tenente Colonnello Manfredi, Ufficiale dei Carabinieri, che riuscì a sottrarre dall’Ambasciata statunitense a Roma il cifrario americano grazie al quale la volpe del deserto, il Feldmaresciallo Erwin Rommel, riuscì ad ottenere numerose vittorie in Africa Settentrionale. Ma l’azione del SIM si rivelò di fondamentale importanza anche nell’azione del controspionaggio interna al nostro Paese soprattutto in territorio giuliano-dalmata e nel Sud Italia. Due teatri di operazioni che segnarono il corso del conflitto interno durante il quale la Sezione Difensiva del SIM venne impiegata principalmente nella prevenzione di atti di sabotaggio: in appena tre mesi (maggio-luglio 1941) tra Calabria e Sicilia vennero scoperte e sventate ben 5 azioni nemiche ai danni delle linee ferroviarie. Nel febbraio dello stesso anno, in Puglia, vennero scoperti alcuni commandos inglesi impiegati nell’Operazione “Colossus” intenti a compiere atti di danneggiamento dell’Acquedotto Pugliese, minando l’approvvigionamento idrico di città ritenute strategiche dal punto di vista militare (Bari, Taranto e Brindisi), e di sabotaggio di ponti e vie di comunicazione di un’area estesa fino alle province di Potenza e Avellino. Nel nord-est invece, gli uomini del SIM di concerto con il Regio Esercito, Carabinieri e Milizia, cercarono di arginare la sempre più dilagante azione delle bande partigiane (come il TIGR) che si traduceva in quasi quotidiani scontri a fuoco con i reparti di presidio territoriale, furti sabotaggi in caserme e depositi, attentati a linee telefoniche, telegrafiche e ferroviarie. Questi sono solo alcuni dei coinvolgenti episodi della guerra ‘silenziosa’ ricostruita da Gabriele Bagnoli attraverso i documenti dell’epoca e le informative custodite presso lo Stato Maggiore della Difesa. Una ricerca che mette in luce un’opera, quella del SIM, che la storiografia italiana finora non aveva mai analizzato a fondo. Amé e i suoi uomini, infatti, durante il conflitto soffrirono e gioirono in silenzio delle sconfitte e delle vittorie; operarono e agirono nell’ombra e, spesso, nell’ombra sono rimasti. Molti furono coloro che restarono uccisi durante le operazioni o che vennero fatti prigionieri e torturati senza mai rivelare al nemico il segreto militare. Tanti altri assistettero impotenti alla sconfitta dell’Italia nel conflitto. Parafrasando la prefazione del libro a cura della scrittrice Cristina De Giorgi: “L’intenzione di Gabriele Bagnoli, in tutta evidenza, è quella di fornire al lettore la possibilità di avvicinarsi a questi uomini i cui nomi non sono stati quasi mai sotto la luce dei riflettori anche se ne avrebbero avuto storicamente, militarmente ed eticamente parlando, tutti i diritti; e donare, tra le righe, attraverso questi Esempi, degli spunti di riflessione e di crescita personale al lettore. Il che, in tempi piatti e agnostici come questi, non guasta mai”.
Maria Giovanna Depalma
Pubblicato il 27 Agosto 2019