Cronaca

L’ira dei professionisti bitontini per un’accusa troppo generica del sindaco Abbaticchio

Non poteva passare di certo inosservata la grave dichiarazione del Primo cittadino di Bitonto, Michele Abbaticchio, sulla presunta principale causa che alimenta lo spaccio di stupefacenti nella città dell’olio e rilasciata pubblicamente nel corso della recente cerimonia di inaugurazione, presso la locale “Fondazione Villa Giovanni XXIII Onlus”, di un Centro di Ascolto cittadino. Una dichiarazione che a Bitonto, ma anche altrove, ha provocato stupore e sconcerto per la sua genericità e notevole grado di approssimazione, oltre che per i dubbi sollevati da un tal genere di affermazione in assenza di riscontri concreti o, viceversa, di doverosa informativa all’Autorità competente. Infatti, Bitonto – come è noto dalle cronache – da alcuni anni è una delle piazze di spaccio più fiorenti per la malavita locale e ciò non è senza conseguenze negative per il tessuto cittadino e per l’immagine complessiva di un Comune che è terzo per importanza nella Città metropolitana barese, oltre che è soprattutto noto, in Italia e nel mondo, per la qualitativa del suo “oro giallo” di Puglia, ossia l’olio extra vergine di oliva. Quindi, le parole del sindaco Abbaticchio, che si è sempre fatto vanto, nel corso dei suoi due mandati, dell’azione di risanamento sociale a favore della legalità portata avanti dalla sua Amministrazione, alle orecchie della cittadinanza bitontina sono apparse non solo come un’offesa indistinta al ceto professionistico locale, ma anche come tocchi di una “campana” che è stata o stonata prima, quando con enfasi si sosteneva ipocritamente di aver eliminato con la cultura i “mali” di una comunità vittima dei clan, oppure lo è adesso affermando demagogicamente che la presenza ed il rafforzamento di questi è determinato dai “vizi” di un ceto professionale cittadino che alimenta il mercato locale degli stupefacenti. Ma ad indignarsi per la pesante accusa del Primo cittadino di Bitonto nei confronti di una fascia indistinta e qualificata di suoi concittadini non è stata solo qualche frangia politica di opposizione a Palazzo Gentile, ma sono soprattutto molti esponenti del ceto professionale bitontino ingiustamente colpevolizzati da Abbaticchio per un fatto a cui sono del tutto estranei e, quindi, vittime di un’accusa infondata e troppo generica. Infatti, superficialità e malintesi possono accadere nella vita quotidiana anche di un Primo cittadino, però ciò che ora i concittadini del sindaco Abbaticchio si aspettano, soprattutto tra la fascia interessata dalla sua accusa, è quantomeno una rettifica alla sua affermazione, se delle vere e proprie scuse come invocate pubblicamente dal presidente dell’Associazione culturale “Sapere Aude”, l’avvocato Michele Coletti, già sindaco della Città negli anni a cavallo tra la fine dell’80 ed inizi 90 del secolo scorso, che con una lettera pubblica (il cui eco ha avuto un riscontro favorevole pressocché unanime in città)si è fatto portavoce dello sdegno dei “professionisti” bitontini, recentemente annoverati pubblicamente dal sindaco Abbaticchio tra i consumatori abituali di stupefacenti.Ecco lo sdegno dell’ex sindaco ed il suo invito pubblico ad Abbaticchio a rimediare ad un ingiustificabile e sicuramente involontario lapsus.      

 

Giuseppe Palella

 

 

La lettera dell’Avv. Michele Coletti Presidente del “Centro Studi Sapere Aude”

 

 

 

Ho appresso con sconcerto e notevole disappunto la notizia di quanto accaduto nel corso della recente cerimonia di inaugurazione, presso “la Fondazione Villa Giovanni XXIII Onlus”, del Centro di Ascolto, allorquando il Sindaco Michele Abbaticchio, intervenuto alla manifestazione in rappresentanza della Città di Bitonto, si è lasciato andare ad affermazioni gravemente offensive nei confronti del ceto professionale della Città.In particolare nel mentre affrontava le tematiche afferenti l’antimafia sociale e il notevole uso di droga in città, nell’indicare soggetti e/o organizzazioni che a suo dire  ostacolerebbero la risoluzione delle predette problematiche, avrebbe inopinatamente fatto riferimento anche ai“ professionisti che farebbero uso di cocaina per mantenere alto il loro standard di efficacia e di efficienza”.Non so se il Sindaco si sia reso conto della gravità di quanto affermato, e tanto, e in considerazione del riferimento indiscriminato ai “professionisti”, e in considerazione della sostanziale falsità di quanto riferito.Se così non fosse questo Sindaco avrebbe fatto ulteriore sfoggio di inutile demagogia che non accompagnata da una precisa denuncia, finisce per ridursi ad una sostanziale vigliaccheria.D’altronde non è la prima volta che questo “Sindaco” significa scarso rispetto per il ceto professionale di Bitonto, forse reo di esprimere valutazioni e considerazioni in forma autonoma, al di fuori di regole di supina ortodossia, a cui il Sindaco si è purtroppo abituato, così elargendo chirurgicamente simpatie e antipatie.Eppure i Professionisti Bitontini, sia in forma singola che associata, attraverso l’organizzazione di vari e qualificati convegni e manifestazioni, hanno contribuito ad elevare il dibattito culturale all’interno della città su problemi di rilevante interesse sociale, giuridico e tecnico-scientifico, contribuendo non poco, anche per il notevole spessore professionale dei relatori e degli ospiti intervenuti, alla promozione civile e culturale della città.Tanto però, come si è visto, non è servito a catturare, non tanto l’attenzione, ma quantomeno il rispetto da parte dell’Amministrazione Comunale.Amministrare una città richiede intelligenza, coraggio, oggettività, senso dell’equilibrio, e soprattutto umiltà, non tutti hanno queste doti, di certo, però, non possono mancare in chi amministra una comunità.A questo punto non rimane che la speranza di poter ottenere dalla nuova amministrazione che si insedierà all’esito delle ormai imminenti consultazioni amministrative, quel rispetto e quell’attenzione che Lei, caro Abbaticchio, non ha saputo, e forse non ha voluto significare nel corso del suo mandato.Ad ogni buon conto, occorrerebbe, caro Sindaco, che almeno provi a chiedere scusa ai tanti professionisti che con il loro lavoro e la loro operosità si sforzano quotidianamente di offrire anche un contributo alla città.

 

Avv. Michele Coletti Presidente “Centro Studi Sapere Aude” 


Pubblicato il 4 Marzo 2022

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