Cultura e Spettacoli

L’Isola delle Fanciulle, monumento naturale

Malgrado i suoi settecento chilometri di costa la Puglia ha poche isole. A parte la maggiore delle Tremiti e l’isola di San Pietro, il resto è una serie di scogli qua e là. E’ questo il caso di un affioramento roccioso a cento metri dalla spiaggia di Torre Pali, una località turistica del Comune di Salve che si affaccia sullo Ionio a poca distanza da Santa Maria di Leuca. Su quella striscia di territorio dell’estensione grosso modo di un ettaro non nidifica alcuna specie protetta, la flora è assente, non sono mai stati rinvenuti resti di villaggi neoliti o di fortificazioni tardo-rinascimentali.  Diecimila metri quadrati di anonimato, eppure noti a tutti : Quella è l’Isola della Fanciulla. La battezzarono così a causa di una storia pietosa che avrebbe avuto luogo quasi cinquecento anni fa. Quando i pirati al comando dell’ammiraglio Dragut sbarcarono sulla spiaggia di Salve produssero ingenti danni tra cui il ratto della giovane figlia di un massaro. L’idea era quella di vendere la ragazza al mercato degli schiavi ma le lacrime della giovane impietosirono il capo ottomano il quale le promise la libertà se avesse rinnegato la fede cristiana. La fanciulla si rifiutò e Dragut la uccise, poi ne gettò il cadavere in mare. Qualche giorno dopo il corpo dell’innocente ricoperto da un velo di sabbia venne rinvenuto da alcuni pescatori su quello scoglio che da quel momento prese il nome di Isola della Fanciulla… Quanta verità può nascondersi dietro questa storia? Dragut non è personaggio leggendario. Nel 1563, partito da Napoli con la sua flotta, aveva circumnavigato il Mezzogiorno risalendo l’Adriatico sino ad Ancona. Costeggiò dunque anche il Salento, di cui è facile che abbia ‘visitato’ alcune località affacciate sul mare. E poi era un uomo di una crudeltà esemplare (nove anni prima, nel saccheggiare Vieste, aveva fatto decapitare e schiavizzare un numero imprecisato di abitanti). Mettendo assieme le cose, ci può stare che un uomo, già crudele di suo ed esasperato dalla fierezza di una giovane cristiana, non ci abbia pensato due volte a tagliarle la gola. E il fatto che di questa ragazza si sia perduto il nome fa pensare che il suo caso non si stato l’unico, che altre giovani e coraggiose cristiane siano rimaste martirizzate lontano dalla terra natia. A queste condizioni, volendo, si può vedere nell’Isola della Fanciulla, un naturale monumento a tutte le fanciulle che a suo tempo ebbero il coraggio di dire no al ricatto religioso. Un monumento di valore anche moderno : pensiamo alle tante fanciulle di oggi che al prezzo di percosse, di acido gettato in viso o di una pallottola alla nuca continuano a pagare il prezzo di un ‘no’.

Italo Interesse


Pubblicato il 28 Marzo 2015

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