L’isola dell’uomo ‘buttato’
“Buttato” via dal mondo del lavoro, caduto in miseria, smarrito ogni contatto col prossimo, un uomo comune (un impiegatuccio?) si ritrova in una stanzetta i cui quattro metri quadrati fanno pensare più ad uno scoglio avvolto dall’Oceano che ad una cella. E’ tutto uno scherzo, è il risultato di un inspiegabile complotto? s’interroga in preda ad un quieto smarrimento quest’uomo mite e timido, dai modi umili e dalla voce fessa, venata d’un vago accento torinese che ne esalta la cifra candida. La necessità di comprendere cosa e perché è successo lo conduce a un finto soliloquio, intervallato da stacchi musicali delicatissimi e segnato da un’involontaria, tenera ironia, condita da strafalcioni gustosi. In realtà egli dialoga con una figura esterna all’habitat in cui si ritrova confinato, una figura imponente, vestita d’una tunica in lamé, alla quale il dire stanco e un poco stralunato conferiscono un che d’inafferrabile : E’ l’anima del Nostro. Un’anima che non dà risposte, che fa solo da sponda alle domande che l’uomo si pone. Senza accorgersene, l’uomo sta per arrivare alla madre di tutte le risposte. Il suo mondo si è sgretolato, sta svaporando, egli è giunto ad una personale fine del mondo, si è schiantato contro il respingente di un binario morto, contro il muro d’un vicolo cieco. Semplicemente, non è più. Questo apparente Nulla, però, è l’anticamera di una “mutazione”. Una mutazione del pensiero piuttosto che della carne e che per l’impalpabilità delle sue prospettive infonde inquietudine, ma che pure schiude spiragli confortanti. ‘Esilio’, questo secondo capitolo della ‘Trilogia del fine del mondo’ di Mariano Dammacco, è ode ad una speranza ostinata, espressa fra le righe e con prudente discrezione. Serena Balivo è straordinaria nelle vesti dell’uomo qualunque (ma che proprio ‘qualunque’ non è ). E lascia il segno anche lo stesso Dammacco nel ruolo dell’Anima. Ed ora cresce l’attesa per l’ultima frazione di questa trilogia che ancora sarà messa in scena dalla Piccola Compagnia Dammacco. – Prossimo appuntamento al Kismet per la stagione dei Teatri di Bari, sabato 4 febbraio con Teatro delle albe / Ravenna Teatro che presenta ‘Maryam’ di Luca Doninelli, con Ermanna Monatanari. “Maryam ruota intorno alla figura della madre di Gesù. Uscita dalla sua grotta di Bazareth, trova a invocarla donne palestinesi che condividono con lei il dolore per la morte dei un figlio. Ermanna Montanari darà voce ai monologhi straziati di tre di queste donne e infine a Maria stessa”.Musica : Luigi Ceccarelli. Regia : Marco Martinelli. Spazio e costumi : Ermanna Montanari. In collaborazione con Teatro degli Incamminati, deSidera Festival.
Italo Interesse
Pubblicato il 2 Febbraio 2017