Cronaca

Liste d’attesa per visite e analisi: e l’attesa continua…

E l’attesa continua, anche secondo i dati più recenti di aprile scorso, altro che tempi di attesa ridotti per visite e analisi. “In quasi tutte le prestazioni ambulatoriali non sono garantiti i tempi di attesa previsti con riferimento alle classi di priorità ‘breve’ e ‘differita’: è questo il dato che emerge dall’ultimo rilevamento nella settimana indice 1-5 aprile 2019. Aspettiamo ora che sia pubblicato a breve il raffronto tra attività istituzionale e attività libero-professionale. Per ora si può ben dire che l’attesa continua”, attacca il presidente della commissione regionale Bilancio, Fabiano Amati, commentando i dati di monitoraggio sui tempi d’attesa nella settimana indice 1-5 aprile scorso delle prestazioni ambulatoriali in modalità ex ante per l’attività istituzionale. “I dati di tutte le strutture ospedaliere pugliesi – spiega ancora Amati – consentono di rilevare che su un totale di 4040 prestazioni con classe di priorità ‘breve’, solo 2.821 risultano erogate nei tempi massimi d’attesa, cioè entro 10 giorni. Ne deriva che in 1.121 casi i tempi massimi d’attesa non sono stati rispettati. Per quanto riguarda, invece, le 6.537 prestazioni con classe di priorità ‘differita’, solo 4.863 risultano erogate nei tempi massimi d’attesa, cioè entro 30 giorni per le visite ed entro 60 giorni per gli accertamenti diagnostici. Ne deriva che in 1.674 casi i tempi massimi d’attesa non sono stati rispettati”. Per Amati, insomma, appare chiaro che, scorporando il dato regionale nelle singole prestazioni delle singole strutture ospedaliere, si può affermare la presenza di numerose prestazioni in cui si mantengono i tempi massimi, ma questo ultimo dato, tuttavia, non è in grado di smentire la prevalenza delle situazioni in cui lo scostamento dei tempi è molto sensibile. Non resta che arrendere i dati di raffronto dell’attività istituzionale con l’attività libero-professionale a pagamento per comprendere se persiste la grave situazione di mancato allineamento nei tempi d’attesa, a parità, ovviamente, di numero di prestazioni, personale impiegato e ore lavorate. Argomento questo – conclude  l’ex assessore regionale – su cui per più di un anno abbiamo combattuto, purtroppo invano”. E dire che non si contano i piani sperimentali in Puglia di riduzione delle liste d’attesa, anche previsti nero su bianco da una Delibera di Giunta del 2013. Atto giuntale risalente alla seconda amministrazione guidata da Vendola, allora anche lui in prima linea per capire se e come si erano ridotti tempi di prenotazione di esami e visite specialistiche negli ospedali pugliesi. Quella delibera su tempi e liste di attesa nella nostra sanità richiamava un accordo stipulato tra Regione, Aziende sanitarie locali pugliesi e organizzazioni sindacali del comparto sanità, in cui erano contenute una serie di indicazioni per dare il via ad un progetto di sperimentazione della durata di circa 1 anno, sino a maggio 2014, e che aveva come obiettivo l’abbattimento delle liste d’attesa. Ergo, sempre causa le lunghissime liste d’attesa, spesso i cittadini pugliesi si trovano dinanzi al bivio: rivolgersi a un privato (con annesso aggravio economico a loro carico) oppure addirittura rinunciare a curarsi per via delle limitate disponibilità economiche. Facile arrivare alle decisioni prese dalla maggioranza dei poveri utenti e cittadini pugliesi, sempre al limite…

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 16 Maggio 2019

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