Cultura e Spettacoli

L’Italia a scuola: ‘potrebbe fare di più’…

Tre anni fa Mondadori dava alle stampe un libro di Carlo Fruttero e Massimo Gramellini che avrebbe meritato più attenzione : ‘La Patria, bene o male’. Presentata come un ‘almanacco essenziale dell’Italia unita in 150 date’, l’opera si compone di altrettanti brevi e fulminanti quadri. Un libro ambizioso. Consapevoli del rischio, gli Autori mettono le mani avanti : “la Storia obiettiva, la Storia definitivamente veritiera non esiste… ogni pagina di questo libro è arbitraria e contestabile… abbiamo letto un numero impressionante, ma sempre insufficiente, di testi relativi ad ogni episodio, a ogni personaggio…”. Il preventivo bagno d’umiltà consente di apprezzare meglio la lucidità e l’onestà d’analisi qui messa in campo e tanto più apprezzabile per il fatto di coniugarsi con un senso esemplare della sintesi. Particolarmente significative giudichiamo le due pagine scarse dedicate al tema del brigantaggio che insanguinò il Mezzogiorno tra il 1862 e il 1864. Notevole la capacità degli Autori di leggere la storia di ieri alla luce di quella odierna. Già in apertura il capitoletto si annuncia illuminante : “Anche l’Italia ha avuto il suo Afghanistan”… Più avanti il forte piemontese di Fenestrelle dove furono rinchiusi i briganti catturati viene definito “un teatro di torture come Guantanamo”. Fruttero e Gramellini si sforzano di restare equidistanti anche in relazione agli aspetti più grevi di quella che fu la prima guerra civile del Belpaese : “Lombroso studia i teschi dei briganti uccisi per cercare le prove scientifiche dell’attitudine di certi uomini al male. I briganti dal canto loro usano i teschi dei bersaglieri a mo’ di boccali…”. Bugie, omissioni e manipolazioni stangano la verità, sì che “anche la storia non si riprenderà mai”. Un Carmine Crocco diventa così “il Braveheart nostrano”. Egli ce l’ha con i Piemontesi, nei quali vede, più che degli invasori, “gli alleati dei signorotti che gli hanno distrutto la vita : i cosiddetti galantuomini che hanno pilotato l’annessione del Sud dell’Italia per conservare i loro privilegi”. Crocco però commette l’errore di innamorarsi della donna del suo braccio destro, Caruso, “il quale per vendetta si trasforma nel primo pentito dell’Italia unita, indicando ai Piemontesi il covo del terrorista”. Questi paralleli trascinano ad una conclusione desolante : “l’Italia è appena cominciata, ma si assomiglia già”… La micro analisi si chiude con inattese parole di Massimo d’Azeglio : “Ma (i meridionali) ci vogliono o no? Io so che di qua dal Tronto non ci servono sessanta battaglioni, mentre di là sì. E pare che non bastino”… Povera patria. Esiste paese a proposito del quale esistono tante ragioni sia di vanto che di vergogna? “Un paese irritante, fastidioso – scrivono gli autori in quarta di copertina – che potrebbe  fare molto di più, come dicevano gli insegnanti alle nostre mamme. E ovviamente molto di più avremmo potuto fare noi narrando questa Patria nel bene e nel male”. Un’ammissione che conferma la sostanziale onestà di un indagine.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 4 Luglio 2014

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