Cultura e Spettacoli

Lo ‘sbarazzo’ spiacque al Real Fondo de’ Lucri

Nel settembre del 1789 – scrive Benedetto Croce nel suo ‘I teatri di Napoli’ – si fece “un grande sbarazzo” nel Largo del Castello di Napoli allo scopo di “espurgarlo da tanti ladri, specialmente borzaroli”. Lo ‘sbarazzo’ aveva per oggetto i tanti baracconi nei quali venivano esibiti ‘fenomeni’ come infelici particolarmente malformati e attrazioni dei generi più disparati : belve rare, equilibristi, mangia spade… Fra le attrazioni rientravano anche le esposizioni di riproduzioni in cera e a grandezza naturale di personaggi famosi. Fino a poco prima del gran repulisti, in quei baracconi si erano viste cose straordinarie : Un tale Onofrio Mazza espose “una statua in cera del servo di Dio Benedetto Labre senza riscuoter nulla, eccetto che qualche elemosina che graziosamente gli si darà”.  Impresari francesi (i Roth) misero in mostra  statue “sacre, addimostranti l’anatomia del corpo umano” e altre riproduzioni di celebrità del tempo”. Tali statue rappresentavano “al vivo ed al naturale in grandezza e proporzione i loro Originali, dal mondo tutti approvati e riconosciuti”. Tra i riprodotti si potevano ammirare Papa Pio VI, il Re di Sardegna Vittorio Amedeo III, il Gran Sultano con la sua favorita, il generale Washington, Rousseau, Metastasio… Le statue erano visibili dalle 9 alle 22 al prezzo di “quattro crazie” per i primi posti e di “tre crazie” per i secondi, mentre i Nobili erano solo invitati a manifestare “la loro Generosità” (sic). Era prevista anche la possibilità di soddisfare quei mitomani che accecati dalla verosimiglianza di quelle statue avessero manifestato il desiderio d’essere raffigurati allo stesso modo : “Chi amasse… averne il proprio ritratto in statua avrà il contento Monsieur Roth di rendere soddisfatta qualunque persona aspirasse a tal opera e così dare un saggio delle sue fatiche a piacimento sì del Nobile che del Privato”.  Un piemontese, Stefano Commoglio, mise a rumore la capitale con un  “gabinetto con diciassette figure di cera di statua d’uomo. Rappresentano queste i cinque capi ribelli della Transilvania e Valacchia i quali hanno commesso tanti orribili tumulti ed omicidi… Queste figure sono vestite in quella foggia che si trovarono i malfattori nell’atto del loro arresto” –  Un altro impresario portò in giro “le statue del Re di Napoli, del Re di Spagna, del Re e della Regina di Francia, del Gran Turco e della Gran Sultana ed altre ancora fu permesso di esporle tutte, tranne quelle del re di Svezia e del mostro di Arkastrom, suo uccisore.” Lo ‘sbarazzo’ sollevò grandi proteste tra il popolo, che all’epoca, a parte burattini e artisti di strada, non aveva grandi opportunità di svago. Al dispiacere del popolo si associò quello dell’Intendente del Real Fondo dei Lucri, che da quella specie di fiera permanente ricava mediamente seicento ducati l’anno.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 8 Agosto 2019

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