Cultura e Spettacoli

Lo ‘scarrozzante’, l’Edipo irriducibile

Nel 1977, con ‘Edipus’, Testori completava la sua prima trilogia, quella degli Scarrozzanti. Con quest’ultimo termine il Maestro indicava i teatranti di giro senza fortuna, gente anche talentosa costretta a calcare palcoscenici minori e condurre un’esistenza agra. Nell’atto conclusivo della trilogia testoriana un capocomico scarrozzante, abbandonato dai compagni di scena a seguito di uno sfascio di compagnia, si affanna tutte le sere a rappresentare la tragedia di Edipo ricoprendo ogni ruolo. Al colmo del delirio interpretativo finisce col confondere l’amara vicenda del figlio di Laio e Iocasta col proprio e non meno amaro quotidiano. Paga con la vita il prezzo dell’ardire. ‘Edipus’ è stato messo in scena da più d’uno. Ai tanti allestimenti aggiungiamo quello ad opera di L’Occhio Del Ciclone Theater andato in scena l’ultimo fine settimana alla Casa di Pulcinella. Nell’adattamento di Lino De Venuto, compare un’altra figura, un musicante a vista, una figura a metà strada fra il ripescato e il pentito o più semplicemente uno che dormiva mentre aveva luogo la diaspora e che al risveglio si ritrova sotto il tallone dell’indemoniato capocomico. La novità spezza la solitudine dell’interprete e imprime alla messinscena un colore meno statico. A completare l’innovazione sono la presenza di due manichini adorni degli abiti di scena di Laio e Iocasta e soprattutto la trasversalità del vernacolo barese allo spassoso grammelot maccheronico-lombardo nel quale si esprime lo Scarrozzante-Edipo. La trovata funziona e viene da credere che Testori non ne sarebbe rimasto indignato, allo stesso modo che a trasgredire fosse stato un teatrante sardo, siciliano o veneto. Dopotutto, Scarozzante-Edipo dà l’anima in scena, è solo contro tutti, deve arrampicarsi sugli specchi per supplire a mille difficoltà tecniche, avrà pur diritto a uscir fuori dai gangheri, no? E in questi casi, si sa, come quando più forte si fanno la tenerezza o la paura, l’unica lingua che sale al cuore è quella madre. Per cui se l’unico attore viene da Bari… Davvero notevole l’interpretazione di Lino De Venuto, ormai entrato nella fase della maturità d’interprete dalla porta principale. E bene anche il compassato Gigi Carrino, efficace sia nella veste di polistrumentista che di spalla allo Scarrozzante. Gianfranco Groccia, che firma la regia, gestisce bene le novità intorno alle quali dispiega una scena opportuna. Uno spettacolo accurato, gustoso e applaudito con calore  – Aiuto regia : Giambattista De Luca ; luci e fonica : Nicola Santamato : trucco : Giusy Laghetti ; scenotecnica : Emanuele Hila ; foto di scena : Mario Vitale.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 18 Novembre 2014

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