Lo scippo, barbarie che non tramonta
Sta divenendo tendenza avere le tasche piene. No, non stiamo parlando di insoddisfazione generale e nemmeno di improvvisi arricchimenti, bensì del ritrovato uso di stivare cose in tasca. Il timore dello scippo, che toccò l’apice negli anni settanta/ottanta, ha poco a poco indotto l’uomo della strada a ficcarsi addosso documenti, soldi, chiavi di casa e cellulare. Dentro borse e borselli oggi trovi solo fazzoletti di carta, la custodia degli occhiali, la penna, il blocchetto degli appunti, il pupazzetto amuleto… Cioè niente d’appetibile per i rapinatori da marciapiede che di fatto hanno abbandonato quest’altra ignobile arte. Il tempo degli scippi però, dicono recenti statistiche che non fanno onore a Bari, non sono tramontati. Con il proliferare dei compro-oro non c’è più bisogno di svendere ai ricettatori pietre preziose e metalli pregiati. Sicché, una ricca collana che vada ‘a spasso’, è oggi motivo di tentazione più di ieri. Insomma, complice la crisi, gli scippatori sono tornati a colpire, soprattutto gli incauti che usano ornare il collo con monili vistosi. Una cosa tecnicamente complessa, specie se la collana ha il giro stretto ; serve più perizia che per strappare di mano una borsa. E la vittima deve pure mettere in conto sicure escoriazioni al collo. Negli anni d’oro dello scippo quante persone ricoverate a Bari. Una volta, per colpa della collana, una donna dovette mettersi dieci punti di sutura al collo ; per un pelo le maglie del monile non le avevano reciso la carotide. E quando scippavano gli orecchini? Qualcuno ci rimise anche mezzo lobo. Ai semafori strappavano via gli orologi a quegli automobilisti abituati col bel tempo a viaggiare col braccio sinistro poggiato sul bordo dello sportello. Per gli anelli, invece, agivano in tre, secondo uno schema di derivazione ‘partenopea’ : Adocchiata la preda, un ragazzino sputava sulla mano ingioiellata e scappava via. Ah, ragazzacci!… Mi permetta, signora… Ecco intervenire un signore premuroso a pulire col fazzolettino. Peccato che insieme alla saliva del ‘ragazzaccio’ nel fazzolettino finisse anche l’anello. A quel punto arrivava il terzo compare a bordo dello scooter e via. E ci sono stati giorni in cui si scippavano anche occhiali e berretti ; giorni in cui neanche potevi camminare con l’autoradio messo sotto braccio nel timore (ragionevole) che i topi d’auto… Consoliamoci all’idea che tra poco ci sarà più nulla da strappare dal collo, dal polso o dal dito. Perché è come se tutti i prodotti dell’arte orafa stessero confluendo in un solo ideale lingotto. Come a dire, il modo peggiore di vedere risolta la piaga di una modalità furtiva particolarmente odiosa.
Italo Interesse
Pubblicato il 26 Ottobre 2012