Lo specchio è nemico di Emma
Nell’opera di Flaubert, Emma Rouault si uccide con l’arsenico. Oggi, invece? A parte il dettaglio che il veleno le sarebbe stato somministrato di nascosto dal marito, sollecito nel far sparire il cadavere e poi giurare di non sapere nulla della scomparsa della moglie, no, Emma non avrebbe scansato il suo prematuro e tragico destino. Brutta cosa la frustrazione, male senza tempo che d’ogni sua vittima fa un perdente. Male inesorabile che, peggio d’un virus cibernetico, s’intrufola subdolamente e prende a rosicchiare, a poco a poco. E il frustrato non si riconosce più. E’ come se lo specchio dell’anima gli restituisse un’immagine ogni giorno più deformata… Nell’adattamento teatrale che Cristina Angiuli ha fatto del capolavoro di Flaubert – e che di recente è stato in cartellone al Duse – uno specchio deformante incastonato da un’inquietante cornice bianca a forma di trapezio rovesciato troneggia nel salotto di casa Bovary. Nessuno osa specchiarvisi, ma l’impietosa superficie è lì, come in agguato, pronta a mettere a nudo in un tremolio gelatinoso i variegati aspetti della miseria piccolo borghese : la pavidità di Charles, l’illusione provincialotta di Emma, il calcolo meschino di Rodolphe… Non bastasse, all’occorrenza lo stesso specchio sa anche farsi da parte, sparire letteralmente e, quasi un oggetto fatato, permettere la visione di schegge di vissuto consumate all’interno di alcove. Questa centralità dello specchio, suggerisce l’idea della ben nota Alice e del suo ‘meraviglioso’ paese. In qualche modo, con la sua audacia-irresponsabilità Emma si avventura di là dello specchio. Ma a differenza della protagonista della criptica storia scritta da Carroll, scopre solo miserie e non conserva la vita… Avvolta in un rosso ricorrente, questa produzione Tiberio Fiorilli/Teatro Duse strizza alquanto l’occhio all’elemento erotico, restando comunque nei limiti del ragionevole. Allestito in condizioni quasi d’emergenza, questo essenziale ma comunque promettente ‘Madame Bovary’, si è presentato al debutto ancora acerbo. Ciò spiega il colore un po’ spigoloso e un che di legato qua e là. Il cast c’è, però. Antonella Cappelli (Emma), Enzo (Charles), Monica Angiuli (la governante) e Luca Amoruso (Rodolph) hanno margini di miglioramento notevoli. Sapranno dimostrarlo tra alcuni mesi, quando lo spettacolo, finalmente rodato, tornerà in cartellone al Duse per la nuova stagione. Opportuna la selezione musicale, almeno relativamente a Satie e Debussy ; meno felice la scelta di Mozart (il Requiem). Degna di nota infine la riduzione teatrale, ancora ad opera di Cristina Angiuli. Hanno collaborato : Monica Angiuli (costumi) e Vito Mastropasqua (scene).
Italo Interesse
Pubblicato il 16 Luglio 2019