Cultura e Spettacoli

Lo strano essere robotico

A proposito di Ufo il mondo si divide in tre fasce: chi ci crede (due persone su tre), gli incerti (un 10%) e i ‘negazionisti’. Quest’ultimi, che sembravano in calo negli anni novanta, hanno ripreso a crescere con l’ingresso nel terzo millennio. Tutta colpa della tecnologia a basso costo che consente a chiunque di inondare la Rete di video così ben girati da passare per credibili, ma non all’occhio esperto. Il che va a detrimento del lavoro di indagatori scrupolosi o obiettivi, i cui sforzi restano degni della massima considerazione anche là dove mirati a smascherare le responsabilità dei Governi. Ad ogni buon conto i burloni esistevano anche prima, con la differenza che per smascherare le loro goliardate non servivano esperti. Alcune di queste beffe sono rimaste celebri, come quella del 1973, in quel di Martina Franca (per inciso, territorio nel quale gli avvistamenti di oggetti volanti non identificati sono sempre stati, e continuano ad essere, numerosissimi). Era l’11 ottobre di quell’anno quando nel Commissariato di Martina Franca si presentava, palesemente agitato, un giovane a denunciare un fatto avvenuto il giorno prima: Era in compagnia di amici in una contrada del martinese quando da dietro un folto cespuglio compariva “un essere alto circa due metri che si muoveva come un robot”. Altro non aveva da dire essendosela data a gambe insieme agli altri. Scettici già in partenza, per di più insospettiti dal fatto che di quel gruppo di ragazzi solo uno si fosse presentato in Commissariato, gli inquirenti vollero sentire anche gli altri testimoni. La verità si palesò subito: Uno scherzo ben congegnato. Al credulone era stato fatto credere che in un certo angolo di campagna del martinese erano visibili tracce dell’atterraggio di un ufo. Poi, una volta sul posto, alla vista del finto alieno tutti all’unisono avevano manifestato terrore dando vita a una fuga collettiva. Il pollo c’era cascato. Quante risate la sera stessa al bar, mentre la vittima chiusa in casa tremava ancora. Ma quante tirate d’orecchie presero poi quei lazzaroni l’indomani, prima in caserma, poi dai genitori. Perché la notizia del ‘contatto’ (fasullo) era volata di bocca in bocca a Martina prima che la verità si diffondesse. Il che aveva turbato più di qualcuno. C’erano gli estremi del reato di “procurato allarme”, e col Codice penale non si scherza. Ma una robusta strapazzata da parte del Maresciallo bastò a rimettere in riga quei lazzaroni. Chiesero essi scusa all’amico? Sembra di no: Sostennero che il ‘pollo’, presa tardiva coscienza della celia e di ciò stizzito, si fosse presentato in caserma, fingendo ancora la stessa agitazione del giorno prima al solo scopo di creare qualche grattacapo a quei buontemponi (come di fatto avvenne). Quanto allo strano essere robotico, chi altri poteva essere costui se non il capo comitiva truccato alla buona? – Nell’immagine, un fotogramma tratto da ‘Il pianeta proibito’, un film diretto nel 1956 da Fred M. Wilcox.

 

Italo Interesse


Pubblicato il 19 Febbraio 2021

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