L’olio dei balordi
Esiste una categoria di fuorilegge di cui la cronaca ormai si occupa solo marginalmente : i ladruncoli. Snobbati persino dai ‘colleghi’ maggiori, costoro si nutrono delle briciole del gran pasto quotidiano che la malavita consuma a danno dei lavoratori. Incapaci di cogliere il senso del massimo risultato col minimo sforzo, questi falliti del mondo del crimine sono capaci di sudare sette camicie e rischiare pene pesanti in prospettiva di ricavi risibili. Sono loro che a notte alleggeriscono di sellini e ruote le biciclette ancorate a pali e transenne. Ancora loro rapinano il passante per portargli via il cellulare e qualche banconota. E dalle barche tirate a secco nei porticcioli portano via i remi. E alle auto in sosta smontano i tergicristalli, portano via le gomme, le marmitte… Loro non rubano, sgraffignano. Il che non rende meno temibili questi cani sciolti poiché quando beccati dal proprietario con le mani nel sacco non esitano a mandarlo all’ospedale, qualche volta anche all’obitorio. Qualche mese fa dicevamo di gente colta in flagranza di reato dai Carabinieri : I tipi, armati di motosega, avevano ridotto in cionchi alcuni ulivi per complessivi 4,5 quintali di legna. Ovvero, una gran bella fatica a fronte di un ricavato di poco superore ai cento euro. All’inizio di questa settimana un blitz delle forze dell’ordine nelle campagne di Acquaviva, Andria e Trani ha portato ad arresti e denunce a piede libero e al recupero di complessivi venti quintali di olive. Dunque, dalla legna d’ulivo alle drupe della stessa pianta. Secondo fallimento. E non per il mancato colpo ma per la scarsa redditività dell’olivo. Sono passati i tempi d’oro della produzione olearia pugliese. Finiti i contributi europei (dei quali i soliti disonesti hanno approfittato bassamente), il nostro oro verde, soffocato dalla concorrenza dell’olio iberico, greco e maghrebino, al presente serve al massimo a soddisfare consumi personali oppure ad essere svenduto a chi, usandolo per ‘tagliare’ olii di qualità inferiore qualità, ne cava prodotti di più largo smercio. E non è vero quanto si dice in giro e cioè che essendo la presente un’annata magra, il prezzo delle olive è arrivato alle stelle (anche quando l’annata è magra, la nostra produzione supera talmente la domanda da non giustificare il prosieguo della coltivazione). Le cose stanno diversamente : Come per la faccenda degli ulivi ridotti in cionchi, a ‘buttarsi’ sulle drupe sono i miserabili, il sottobosco della malavita, gente così ignorante da non realizzare il non senso del raggiungere con cautele da terroristi il più vicino frantoio dove svendere la miseria di due quintali di drupe. Vogliamo chiamarli balordi? A misura che al vertice della piramide criminale ci si scaltrisce e si cresce, in basso si decade nel compassionevole. A meno che dietro questi furti senza ragione non si nascondano azioni ad personam come piccole vendette, dispetti, avvertimenti…
Italo Interesse
Pubblicato il 28 Novembre 2014