L’omicidio paesaggistico delle lame baresi, nell’indifferenza di tutti….
Rieccoci a parlare del doloroso scempio delle lame baresi che, come abbiamo ricordato su queste colonne nei giorni scorsi, oltre ad aver mutato radicalmente la morfologia della Terra di Bari, ha irrimediabilmente distrutto il patrimonio storico, culturale, archeologico e paesaggistico che rappresenta le radici di una comunità. Ne parliamo con Adele Dentice del Movimento ‘Per il Bene Comune’, già candidato sindaco a Bari quattro anni fa, pronta a scagliarsi nuovamente contro politiche dissennate, omicide e neoliberiste che, appunto, hanno ucciso l’equilibrio morfologico di Bari e dintorni. <>. Tanto per non restare sul vago la Lama, che nasce a nord del comune di Casamassima e dopo un tragitto che attraversa i comuni di Casanassima , Capurso e Triggiano sfocia nel Comune di Bari nei pressi di Cala Di Mauro, non è stata riconosciuta come area protetta pur configurandosi come ambiente naturalistico e paesaggistico di valore, in cui si conservano specie vegetali a sviluppo spontaneo e habitat ideale per la fauna quali volpi, rane, ricci di terra e donnole, inoltre assolve un ruolo importante di funzionalità idraulica, non dobbiamo mai dimenticare ciò che avvenne nella notte tra il 22 e il 23 ottobre del 2005 dove un´ondata di piena uccise 6 persone , difatti il Comune di Triggiano nell´aprile 2010 ha presentato un progetto che prevede la realizzazione di un “canale deviatore” per la mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico. Il primo sfregio alla lama fu determinata dalla creazione di un intero quartiere nel comune di Triggiano, che in virtù dell´imponente sviluppo urbanistico si è esteso nel lato nord-est zona San Lorenzo, cioè Lama Cutizza. Conclusione? <
Francesco De Martino
Pubblicato il 8 Marzo 2013