L’opposizione fa da ruota di scorta al sindaco Emiliano
La coalizione di centrosinistra che, con il sindaco Michele Emiliano, amministra il Comune di Bari, nonostante possa contare su un’ampia maggioranza formata da ben 32 consiglieri su 46, spesso non riesce neppure a mantenere in Aula il numero minimo di 23 esponenti, indispensabile (in prima convocazione) a non far venir meno il numero legale necessario a rendere valida la seduta. Un numero minimo che, però, è venuto a mancare anche nel corso dell’ultima seduta consiliare di giovedì scorso, quando nelle fila della maggioranza, tra esponenti assenti ed altri che si erano allontanati, sono rimasti solo in 21 consiglieri nell’aula “Dalfino”, oltre ai rappresentanti dell’opposizione che, come accade spesso, quando si accorgono di essere indispensabili alla validità della seduta, abbandonano l’Aula per far venire meno il presupposto di validità e, quindi, interrompere i lavori consiliari con l’anticipato scioglimento della seduta. Una seduta, quest’ultima, che annoverava ben 36 argomenti all’odg, ma che è riuscita a trattare appena 6 punti, prima dello scioglimento per mancanza di numero legale. Infatti, questo genere di incidenti di percorso è divenuto quasi una prassi negli ultimi mesi per la maggioranza di centrosinistra, che già da tempo pare non abbia più pace al suo interno, a causa dei numerosi contrasti e fibrillazioni politiche e personali che, per motivi diverse, esistono in seno al gruppo del maggior partito della coalizione che sostiene il sindaco Emiliano, il Pd. Ma anche con alcuni esponenti di altri gruppi minori che compongono la maggioranza, come Api, Sel o Realtà pugliese. Ed, a volte, financo con qualche rappresentante del gruppo della omonima lista civica del sindaco stesso, la “Lista Emiliano”, che alle amministrative del 2009 risultò la seconda forza nella maggioranza, dopo quella espressa dal Pd. Difatti, alle ultime comunali baresi, il Pd conseguì oltre 30mila voti, ottenendo 11consiglieri, e la civica di Emiliano poco più di 24mila, con 9 esponenti nell’Aula di Palazzo di città. Pertanto il sindaco Emiliano (da non dimenticare che è pure presidente regionale del Partito democratico) inizialmente aveva ben 20 consiglieri di maggioranza che direttamente, o indirettamente attraverso la sua lista civica, si richiamavano al Pd, mentre altri 8 consiglieri erano espressione delle forze minori della maggioranza. Successivamente, come è noto, ai 28 esponenti eletti nelle fila del centrosinistra, si sono aggregati (finora!) ben 4 consiglieri eletti nelle fila dell’opposizione che, dichiarando il proprio sostegno al sindaco, hanno poi formalizzato così il passaggio tra le fila della maggioranza. Una maggioranza, quindi, in teoria solidissima, perché in Aula dovrebbe poter contare su oltre i 2/3 del plenum consigliare, ma che in realtà spesso non riesce neppure a mantenere il numero legale per i tanti contrasti e mal di pancia presenti all’interno della coalizione stessa. Una coalizione che – secondo molti addetti ai lavori – si mantiene in vita solo perché tutti i consiglieri di maggioranza non hanno alcuna intenzione di tornare in anticipo al voto, per cui spesso diversi esponenti di maggioranza in dissenso con la linea politica di Emiliano e della sua giunta, anziché votare contro, preferiscono disertare i lavori dell’Aula, o uscire per far mancare il numero legale, se le forze d’opposizione abbandonano anch’esse i lavori. E qualche consigliere di maggioranza – sostengono gli stessi bene informati – quando abbandona l’Aula si sofferma addirittura nei corridoi di Palazzo di città, in moda da giustificarsi subito dopo agli occhi dell’opinione pubblica e del sindaco, con l’alibi di essersi allontanato momentaneamente per un bisogno fisiologico. Una coincidenza, questa, ormai sospetta come sospetto è pure la decisione delle forze comunali di opposizione di presentare mozione di sfiducia al sindaco ogni qualvolta questo non riesce più a controllare la propria maggioranza in consiglio, come è accaduto ultimamente, e quindi talune delibere, a cui Emiliano sarebbe particolarmente interessato a fare approvare (vedi il caso del piano particolareggiato di Loseto), rischierebbero verosimilmente di restare incagliate all’odg del consiglio, se non addirittura boicottate dalla stessa maggioranza. “Però, in questi casi difficili da dipanare per Emiliano – sostengono alcuni cittadini – a dare una mano al sindaco ci pensa quasi sempre l’opposizione di centrodestra, che pur non avendo i numeri per poter almeno sperare di far passare in consiglio la mozione di sfiducia, stranamente ne propone la discussione in Aula.” Una discussione, rilevano questi cittadini, che però sistematicamente sortisce l’effetto favorevole ad Emiliano di fargli compattare la maggioranza e, quindi, di superare la fase critica in cui era finito all’interno della sua stessa coalizione. In definitiva, come dire che l’opposizione inconsapevolmente farebbe da ruota di scorta al sindaco nei momenti in cui non riesce a tenere uniti i suoi consiglieri per l’approvazione di talune delibere. Certo che se questa è la strategia ottimale del centrodestra barese contro l’amministrazione di centrosinistra, per il risultato politico che è riuscito a raggiungere, in quasi otto anni di opposizione ad Emiliano, non c’è proprio di che meravigliarsi, se il sindaco di Bari dorme ancora sonni tranquilli sull’esito dell’ennesima sfiducia che l’opposizione potrebbe nuovamente riproporgli.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 17 Novembre 2012