Cronaca

L’Ordine professionale dei commercialisti di Bari è paralizzato

“Ma è possibile che da oltre un mese l’Ordine professionale dei commercialisti di Bari non prenda alcuna decisioni in merito alla situazione creatasi con l’arresto del suo presidente provinciale, Giorgio Treglia?”. A porsi questo interrogativo sono alcuni commercialisti di Terra di Bari, i quali sono sconcertati dal fatto che il loro Consiglio dell’Ordine a distanza di una quarantina di giorni da quando l’esponente più autorevole della categoria barese dei dottori e ragionieri commercialisti è finito ai domiciliari su richiesta della Procura di Bari per il suo coinvolgimento in un’inchiesta su un presunto giro di sentenze tributarie pilotate presso una competente Commissione regionale. Come è noto, l’inchiesta della Procura barese vede coinvolti professionisti locali di spicco ed alcuni giudici tributari che, per l’appunto, concordavano l’esito di cause di notevole valore tributario contro l’Agenzia delle entrate, che si vedeva così soccombere a favore di imprese e contribuenti che avevano evaso, o frodato, il Fisco su imposte non pagate per alcune centinaia di miglia di Euro. Insomma, un giro d’affari milionario che si sarebbe consumato ai danni dello Stato per colpa di una vera e propria organizzazione delinquenziale creatasi nel capoluogo, tra alcuni noti commercialisti baresi, come Treglia, ed alcuni componenti di sezione della Commissione tributaria regionale. I professionisti coinvolti, evidentemente forti anche della posizione privilegiata in cui si trovavano, erano forse facilitati nell’intessere una serie di rapporti personali, che gli consentiva di essere preferiti anche negli affidamenti di numerosi ed importanti incarichi pubblici. Un anziano ed autorevole commercialista barese in merito a questa situazione ha rilevato: “Il nostro Ordine professionale provinciale è alla vigilia di un importante e storico appuntamento, quale sarà lo svolgimento del Congresso nazionale dei commercialisti, previsto per la metà di Ottobre proprio nella città di Bari”. E prosegue: ”Il nostro Consiglio dell’Ordine finora non ha assunto alcuna iniziativa, sia pur in via cautelativa, a tutela dell’immagine e della rispettabilità della categoria, visto che il presidente Treglia non ha avuto neppure la sensibilità di dimettersi dall’incarico ricoperto”. E poi aggiunga: “Una sensibilità che lo stesso Treglia ha invece dimostrato per la Fondazione antiusura di Bari, dove si è dimesso da componente”. Infatti, i malumori all’interno dell’Ordine dei commercialisti per la situazione di paralisi al vertice si tocca con mano fra molti esponenti della categoria. Qualcuno di loro ha fatto notare che la Camera di commercio di Bari ha revocato Treglia dall’incarico di revisore precedentemente affidatogli dall’ente alla Fiera del Levante. Non altrettanto ha fatto il Comune di Gioia del Colle, dove lo stesso Treglia ha ricevuto alcuni mesi fa la nomina a Presidente dei revisori nell’Azienda di servizi partecipata del Comune. Situazioni, queste, che pur non essendo di fronte ad una vicenda di condanna definitiva, ma di detenzione preventiva, tuttavia sollevano critiche e forti malumori sia tra i tanti commercialisti baresi, sia nell’opinione pubblica che almeno sotto il profilo etico e morale si attende un atteggiamento di sensibilità e di rispetto istituzionale da parte di coloro che sono tenuti a salvaguardare l’interesse pubblico e della categoria. In una situazione analoga versa anche per un altro commercialista barese, Cosimo Cafagna, anch’egli arrestato nell’ambito dello stesso scandalo sulle sentenze tributarie pilotate, la cosiddetta “Operazione Gibbanza”. Quest’ultimo, tra l’altro, è Presidente dei revisori alla Provincia di Bari che recentemente ha presentato il bilancio di previsione con la firma solo dei due componenti del collegio. Ed anche in tale circostanza non sono mancati alcuni interrogativi circa l’inerzia dell’Ente per l’anomalia determinatasi a seguito della situazione in cui versa il collegio dei revisori della Provincia e della mancanza di iniziativa dell’Amministrazione nel tutelare quantomeno in via cautelativa sia la funzionalità del collegio, sia l’immagine etica e morale dell’Ente provincia. “Un particolare, quello della tutela dell’etica e della morale pubblica – ha sostenuto qualcuno – che, salvo qualche eccezione, sembra invece non interessare affatto i politici che hanno affidato incarichi pubblici di rilievo a coloro che oggi sono sospettati di immoralità professionale, oltre che di aver commesso reati”. Ma questa è tutta un’altra storia, in quanto a Bari  malcostume e scandali sembrano ormai lasciare indifferenti proprio quelli che per primi dovrebbero essere d’esempio alla collettività.

 Giuseppe Palella        


Pubblicato il 6 Luglio 2012

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