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Losacco (Pd): “Gentiloni ignorato dai vertici del Pd pugliese”

 

Non occorreva di certo la venuta a Bari dell’ex premier Paolo Gentiloni (Pd) per capire che i Dem pugliesi, dopo le politiche del 4 marzo scorso, sono allo sbando. E, forse, non soltanto in Puglia. Ma il deputato barese Alberto Losacco del Pd, ultimamente candidato ed eletto in un collegio plurinominale del Piemonte, ha atteso un po’ di tempo prima di denunciare apertamente la situazione pugliese, visto che solo ora ha vuotato il “sacco” sullo stato di confusione che vige in Puglia nel partito di cui egli stesso fa parte. Infatti, a fornire a Losacco il pretesto per polemizzare con i vertici del Pd locale sulla situazione interna al partito è stata l’assenza dei dirigenti Dem pugliesi all’incontro organizzato dalla Fondazione Minervini, a cui ha partecipato l’ex presidente del Consiglio dei ministri, Gentiloni. Infatti, il parlamentare pugliese che fa capo all’area dell’ex ministro ai Beni culturali ed Ambientali, Dario Franceschini, prendendo spunto dall’assenza finanche del segretario del Pd pugliese, Marco Lacarra, alla manifestazione con l’ex premier, con una nota ha dichiarato: “Il Pd pugliese è allo sbando. Dopo il 4 marzo, peggior risultato d’Italia, non c’è stata alcuna reazione”. Mentre per Losacco, “occorreva un discorso di verità, una presa di responsabilità dei suoi dirigenti, e invece abbiamo assistito al balletto di chi pensava solamente a blindare i propri incarichi”. E, sempre secondo l’esponente pugliese dell’area “franceschiniana”, la rappresentazione plastica del disastro comunitario la si è avuta proprio sabato scorso, quando l’ex presidente del Consiglio del Pd era in città per un’iniziativa della Fondazione Minervini, “ma – ha esclamato Losacco nella nota – il segretario regionale non si è neppure presentato per portare il saluto del partito”, aggiungendo: “Ho provato imbarazzo per lui, essendo tra l’altro l’unico a fare gli onori del casa del partito locale” e, inoltre, chiedendosi con evidente ironia: “È questa una comunità politica? È così che si mostra agli occhi del proprio elettorato?” Infatti, ha rilevato ancora Losacco: “Il giorno prima si predica in un modo, parlando di unità e inclusione, quello dopo si fa l’esatto opposto, come se Gentiloni – per il Pd pugliese – fosse un intruso e non una personalità e una storia, anche quella del suo governo, che appartiene a noi tutti”. Per, poi, concludere: “Forse Lacarra era distratto e pensa a mettere a punto la blindatura perfetta della sua segreteria regionale. Ma a furia di blindare si finisce a fondo”. E, pur criticando la disattenzione dei vertici del Pd locale nei confronti di quello che è stato fino a due mesi fa l’inquilino del Pd a Palazzo Chigi, il deputato dem barese eletto in Piemonte è evidentemente comunque  preoccupato della sorte del suo partito alle prossime amministrative, per cui con altra nota, commentando il recente annuncio di candidatura a sindaco della ex forzista Irma Melini, ha affermato che tale candidatura  “rappresenta una sconfitta per lo schieramento dei responsabili, dei democratici e degli anti-populisti”, precisando che ella – a suo avviso – rappresenta “un pezzo di storia politica cittadina, di radicamento territoriale, di sensibilità sociale”, le cui “posizioni sull’immigrazione, la sua attenzione al mondo cattolico, all’associazionismo e ai corpi intermedi l’hanno di fatto collocata all’interno di esperienze e su una base elettorale contigua a quella del centrosinistra”. “Certo – ha proseguito Losacco – la sua prima uscita non è stata delle migliori”, perché “lo slogan ‘cinque anni di menzogne’ non fa onore al suo percorso e le cuce un abito che non le appartiene, quello del populismo e dell’antipolitica”. Infatti, secondo il parlamentare dem barese, “la Melini, invece, sa che non si può e non si deve fare di tutta l’erba un fascio, perché questo non fa bene alla politica e a chi la vive con impegno e con passione. Però, dopo detta precisazione, Losacco ha pure affermato di essere convinto “che di fronte alle nuove sfide che il complicato quadro politico ci costringe ad affrontare, il centrosinistra abbia la necessità di aprirsi e di guardare con grande attenzione a esperienze come quella di Irma Melini”. Insomma, come dire che l’allontanamento dal centrodestra della Melini, oltre che essere visto con favore dal centrosinistra locale, dovrebbe essere oggetto anche di attenzione e possibilmente attrazione da parte del sindaco Antonio Decaro che punta ad una riconferma. Infatti, continuando, Losacco ha aggiunto: “Di fronte a sovranismi e populismi, per il bene della nostra città le forze responsabili, democratiche ed europeiste hanno il dovere di fare sintesi e di presentarsi all’elettorato con un fronte compatto”. Perciò, ha poi dichiarato l’esponente dem: “Seguirò con grande attenzione e con questo fine il percorso di Irma Melini e, per quel che sarà nelle mie possibilità, farò di tutto affinché la coalizione che sosterrà Antonio Decaro mantenga sino all’ultimo la porta aperta. Sussistono le condizioni per incontrarsi garantendo il rilancio dell’amministrazione cittadina, che non può non dialogare con le esperienze più vive della città”. Per concludere, infine, che “serve un fronte partecipato e inclusivo, dove trovano spazio le persone competenti e appassionate, le realtà socialmente radicate, le migliori esperienze politiche”, augurandosi “che la Melini possa farne parte”, perché “solo così – per Losacco – si potrà davvero migliorare il lavoro di questi anni per il bene e la crescita della nostra città”. Ma in tal modo la “ricetta” politica di Losacco non appare affatto diversa da quella del governatore pugliese, Michele Emiliano, anch’egli del Pd e spesso, in passato, criticato proprio dallo stesso deputato barese per aver spalancato le porte del centrosinistra locale ad esponenti di cultura e tradizione politica di centrodestra. E, in tal caso, come si dice a Bari, “chi sputa in aria, spesso in faccia gli riviene!”

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 31 Luglio 2018

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