L’Ospedale “Di Venere” cade a pezzi: chiusa anche Neonatologia
Chiuso già da un paio di giorni un altro reparto all’ospedale ‘Di Venere’ di Bari-Carbonara, finito nella bufera da un po’ di tempo anche per colpa dei cantieri infiniti, medicinali scaduti distribuiti ai pazienti per errore ed estranei sorpresi ad appartarsi in sale operatorie abbandonate dopo l’inaugurazione. A chiudere i battenti adesso, a quanto pare per un cedimento della pavimentazione, è stato il reparto di Neonatologia, con tanti saluti a partorienti e puerpere in cura nel nosocomio barese. Ma di più non è dato sapere in quanto, a parte le bocche cucite di dipendenti e medici zittiti per le troppe fughe di notizie sgradite, i dirigenti sanitari e amministrativi tacciono. Del resto si sa, l’Ospedale “Di Venere” è finito da tempo agli ultimi posti nei valori ‘standard’ dei servizi sanitari offerti negli elenchi stilati dall’assessorato pugliese alla salute. A riprova che il disegno di politici e amministratori regionali sarebbe solo quello di privare la Città di Bari di un polo sanitario scomodo all’interno di un territorio in degrado e periferico che tocca Carbonara, Ceglie, Loseto, Bitonto e Modugno, trasferendo conoscenze e competenze altrove. Un vero “disegno omicida” che, però, fa letteralmente a pugni col pullulare dei cantieri aperti al suo interno, come se in effetti questo piano fosse non solo frutto di improvvisazione, ma peggio di vero e proprio calcolo. Intanto, a parte i cedimenti di pavimenti che mettono a rischio la sicurezza dell’ospedale, come mai si appaltano opere a più non posso al suo interno, per rifare viali e allestire sale operatorie nuove di zecca, che restano puntualmente cattedrali nel deserto? Opere di riqualificazione in reparti che subito dopo essere stati ricostruiti – con corsie e macchinari moderni, costosi e luccicanti -vengono immediatamente chiusi dimenticati, magari per colpa di interventi fatti male o lasciati a metà. In provincia di Bari è accaduto a Monopoli, ma anche a Gioia del Colle e Putignano, e ora all’interno del nosocomio di Bari-Carbonara. <
Francesco De Martino
Pubblicato il 5 Novembre 2014